Summa Teologica - II-II |
Pare che l'audacia, o temerarietà, non sia un peccato.
1. Giobbe [ Gb 39,21 ] a proposito del cavallo, che secondo S. Gregorio [ Mor. 31,24 ] sta a indicare il buon predicatore, afferma che « con audacia va incontro alle armi ».
Ora, nessun vizio può essere portato a lode di qualcuno.
Quindi essere temerari non è un peccato.
2. Il Filosofo [ Ethic. 6,9 ] insegna che « bisogna deliberare con calma, ma agire con prontezza ».
Ora, a questa prontezza giova molto l'audacia.
Perciò l'audacia, o temerarietà, non è un peccato, ma piuttosto qualcosa di lodevole.
3. L'audacia, come si è visto sopra [ I-II, q. 45, a. 2 ] trattando delle passioni, è una passione causata dalla speranza.
Ma la speranza non viene considerata un peccato, bensì una virtù.
Quindi neppure l'audacia va considerata un peccato.
La Scrittura [ Sir 8,15 ] ammonisce: « Non metterti in viaggio con un audace, o temerario, per paura che ti diventi insopportabile ».
Ora, non si deve sfuggire una compagnia se non per il peccato.
Quindi l'audacia è un peccato.
L'audacia, come si è visto [ I-II, q. 23, aa. 1,4; q. 45 ], è una passione.
Ma la passione talora è moderata e governata dalla ragione, talora invece manca di moderazione, o per eccesso o per difetto: e allora si ha una passione viziosa.
A volte però i nomi delle passioni sono usati per indicare i loro eccessi: come l'ira non indica un'ira qualsiasi, ma quella esagerata, cioè peccaminosa.
Ed è in questo senso che anche l'audacia, intesa come eccessiva, è un peccato.
1. Nel caso indicato si parla dell'audacia in quanto è regolata dalla ragione.
In questo senso infatti essa è inclusa nella virtù della fortezza.
2. La prontezza nell'agire è lodevole dopo la deliberazione, che è un atto della ragione.
Se uno invece pretendesse di agire prontamente prima di deliberare, ciò non sarebbe lodevole, ma peccaminoso: sarebbe infatti un atto di precipitazione, che è un peccato contrario alla prudenza, come sopra [ q. 53, a. 3 ] si è notato.
Perciò l'audacia, che spinge a operare con prontezza, è lodevole solo in quanto è guidata dalla ragione.
3. Come nota il Filosofo [ Ethic. 4,4ss ], certi vizi sono senza nome, e così pure certe virtù.
Per cui è necessario servirsi dei nomi di alcune passioni per indicare le virtù e i vizi.
Ora, per indicare i vizi ci serviamo soprattutto di quelle passioni che hanno per oggetto il male: come è evidente nel caso dell'odio, del timore, dell'ira e dell'audacia.
Invece la speranza e l'amore hanno per oggetto il bene.
Perciò di esse ci serviamo piuttosto per indicare delle virtù.
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