Summa Teologica - II-II |
Pare che nella magnanimità non rientri la sicurezza.
1. La sicurezza, come si è già visto [ q. 128, ad 6 ], implica l'eliminazione del turbamento causato dal timore.
Ma questo è un effetto speciale della fortezza.
Quindi la sicurezza si identifica con quest'ultima.
La fortezza però non rientra nella magnanimità, ma piuttosto è vero il contrario.
Perciò la sicurezza non rientra nella magnanimità.
2. S. Isidoro [ Etym. 10 ] afferma che « sicuro significa sine cura » [ cioè senza sollecitudine ].
Ma questo atteggiamento è incompatibile con la virtù, che ha sollecitudine delle cose oneste, secondo le parole dell'Apostolo [ 2 Tm 2,15 ]:« Sii sollecito di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione ».
Quindi la sicurezza non rientra nella magnanimità, che compie ciò che è grande in tutte le virtù.
3. La virtù non si identifica con il premio.
Invece la sicurezza è data come premio della virtù, come risulta dalle parole del libro di Giobbe [ Gb 11,14.18 ]: « Se allontanerai l'iniquità che è nella tua mano, riposerai tranquillo ».
Quindi la sicurezza non rientra come parte nella magnanimità, e neppure in altre virtù.
Cicerone [ De off. 1,20 ] scrive che è proprio del magnanimo « non cedere né al turbamento dell'animo, né agli uomini, né alla sfortuna ».
Ma la sicurezza consiste proprio in questo.
Quindi la sicurezza rientra nella magnanimità.
Come insegna il Filosofo [ Reth. 2,5 ], « il timore rende gli uomini riflessivi nel deliberare »: in quanto cioè rende premurosi di trovare il modo di fuggire ciò che si teme.
Ora, la sicurezza consiste nell'eliminazione di questa sollecitudine imposta dal timore.
Perciò essa implica una perfetta tranquillità dell'animo con l'esclusione del timore: come la fiducia implica un certo vigore della speranza.
Come dunque la speranza è legata direttamente alla magnanimità, così il timore è connesso con la fortezza.
Come quindi la fiducia rientra immediatamente nella magnanimità, così la sicurezza rientra immediatamente nella fortezza.
Si deve però notare che come la speranza causa l'audacia, così il timore produce la disperazione, secondo quanto si disse nel trattato sulle passioni [ I-II, q. 45, a. 2 ].
Come quindi la fiducia rientra indirettamente nella fortezza in quanto si serve dell'audacia, così anche la sicurezza rientra nella magnanimità in quanto esclude la disperazione.
1. La fortezza non è lodata principalmente perché vince il timore, il che è proprio della sicurezza, ma perché implica fermezza di fronte alle passioni.
Perciò la sicurezza non si identifica con la fortezza, ma è una sua condizione.
2. Non qualsiasi sicurezza è lodevole, ma solo quella che elimina le preoccupazioni che non vanno nutrite, e di cui non bisogna temere.
E in questo senso essa è una condizione della fortezza e della magnanimità.
3. Nelle virtù si riscontra una somiglianza e una partecipazione della beatitudine futura, come sopra [ I-II, q. 69, a. 3 ] si è notato.
Perciò nulla impedisce che una certa sicurezza sia la condizione di una virtù, mentre la sicurezza perfetta è il suo premio.
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