Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Precetti relativi alla fortezza siano ben formulati nella legge divina

Pare che nella legge divina i precetti relativi alla fortezza non siano ben formulati.

Infatti:

1. La nuova legge è più perfetta della legge antica.

Ora nell'antica legge, come appare dal Deuteronomio [ Dt 20,1ss ], non mancavano dei precetti relativi alla fortezza.

Quindi essi non dovevano mancare nemmeno nella legge nuova.

2. I precetti affermativi valgono più di quelli negativi: poiché i precetti affermativi includono anche quelli negativi, ma non viceversa.

Quindi è sconveniente che nella legge divina siano stati posti solo i precetti negativi, che proibiscono il timore.

3. La fortezza, come si è visto [ q. 123, a. 11; I-II, q. 61, a. 2 ], è una delle virtù principali, o cardinali.

Ma i precetti sono ordinati alle virtù, per cui devono adeguarsi ad esse.

Quindi i precetti sulla fortezza dovevano essere inclusi tra i precetti del decalogo, che sono i precetti principali della legge.

In contrario:

I testi della Scrittura insegnano diversamente.

Dimostrazione:

I precetti della legge corrispondono all'intenzione del legislatore.

Perciò la diversità dei fini che il legislatore persegue impone una diversità fra i precetti che vengono istituiti.

Infatti nell'ordine umano le leggi si distinguono in democratiche, regali e tiranniche.

Ora, il fine della legge divina è che l'uomo aderisca a Dio.

Perciò i precetti della legge divina, relativi sia alla fortezza che a ogni altra virtù, sono dati in modo da favorire questo orientamento dell'anima verso Dio.

Da cui le parole del Deuteronomio [ Dt 20,3s ]: « Non temete i vostri nemici, perché il Signore vostro Dio cammina con voi per combattere con voi contro di essi ».

- Invece le leggi umane sono ordinate a dei beni temporali.

Perciò nelle leggi umane si riscontrano dei precetti sulla fortezza proporzionati alla condizione di questi beni.

Analisi delle obiezioni:

1. L'antico Testamento prometteva dei beni temporali, mentre il nuovo promette i beni spirituali ed eterni, come fa notare S. Agostino [ Contra Faustum 4,2 ].

Per questo nell'antica legge era necessario che il popolo fosse istruito sul modo di combattere anche materialmente, per conquistare i beni terreni.

Invece nel nuovo Testamento gli uomini dovevano essere istruiti sul modo di combattere spiritualmente per giungere al possesso della vita eterna, secondo le parole evangeliche [ Mt 11,12 ]: « Il regno dei cieli soffre violenza, e i violenti se ne impadroniscono ».

Da cui il comando di S. Pietro [ 1 Pt 5,8s ]: « Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare: resistetegli forti nella fede »; e quello di S. Giacomo [ Gc 4,7 ]: « Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi ».

- Ma siccome gli uomini nel tendere ai beni spirituali possono essere distolti dai pericoli del corpo, nella legge divina non potevano mancare dei precetti che comandassero di affrontare con fortezza i mali temporali, secondo le parole evangeliche [ Mt 10,28 ]: « Non temete coloro che uccidono il corpo ».

2. La legge con i suoi precetti mira all'istruzione di tutti.

Ma nei pericoli gli atti da compiersi non possono ridursi a delle norme comuni per tutti, come invece accade per quelli da evitarsi.

Per questo i precetti sulla fortezza sono dati in forma negativa e non affermativa.

3. I precetti del decalogo, come si è visto sopra [ q. 122, a. 1 ], vengono posti fra le leggi come princìpi primi, che devono essere per tutti di immediata evidenza.

Per questo i precetti del decalogo dovevano riguardare principalmente gli atti della giustizia, la cui obbligatorietà è più evidente, e non invece gli atti della fortezza: poiché non è altrettanto evidente che uno sia obbligato a non temere i pericoli di morte.

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