Summa Teologica - II-II |
I-II, q. 61, aa. 2, 3; In 3 Sent., d. 33, q. 2, a. 1, sol. 3, 4; De Virt., q. 1, a. 12, ad 26; q. 5, a. 1
Pare che la fortezza non sia una virtù cardinale.
1. Come si è già notato [ a. prec., ad 3 ], l'ira ha la più grande affinità con la fortezza.
Ma l'ira non è tra le passioni principali; e neppure l'audacia, che è un elemento della fortezza.
Quindi neppure la fortezza deve essere posta fra le virtù cardinali.
2. La virtù è ordinata al bene.
Invece la fortezza non è ordinata direttamente al bene, ma piuttosto al male, cioè ad affrontare pericoli e disagi, come fa notare Cicerone [ De invent. 2,54 ].
Quindi la fortezza non è una virtù cardinale.
3. Una virtù cardinale deve interessarsi di cose intorno alle quali si impernia principalmente la vita umana: come l'uscio si impernia attorno al suo cardine.
Ora, la fortezza ha per oggetto i pericoli di morte, che capitano raramente nella vita umana.
Quindi la fortezza non può essere considerata una virtù cardinale, o principale.
S. Gregorio [ Mor. 22,1 ], S. Ambrogio [ In Lc. 5, su 6,20 ss. ] e S. Agostino [ De mor Eccl. 1,15 ] enumerano la fortezza tra le quattro virtù cardinali, o principali.
Come si è già detto [ I-II, q. 61, aa. 3,4 ], le virtù principali o cardinali sono quelle che in modo primario possiedono una qualità comune a tutte le virtù.
Ora, fra le altre condizioni della virtù c'è quella di agire con fermezza, come nota Aristotele [ Ethic. 2,4 ], e la fortezza riveste più di ogni altra virtù questa qualità.
Quanto più grave infatti è la spinta a cadere o a indietreggiare, tanto più uno è lodato per la sua fermezza.
Ora, ad abbandonare ciò che è conforme alla ragione l'uomo può essere spinto o dal bene che piace, o dal male che affligge; ma il dolore fisico è più violento del piacere.
Dice infatti S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 36 ]: « Non c'è nessuno che non fugga il dolore più di quanto cerchi il piacere: poiché talora vediamo che la paura della sferza distoglie anche delle bestie ferocissime dai più grandi piaceri ».
Ma fra i dolori e i pericoli i più temuti sono quelli che portano alla morte, contro i quali l'uomo forte resiste fermamente.
Quindi la fortezza è una virtù cardinale.
1. L'ira e l'audacia non cooperano con la fortezza nel suo atto che è il sopportare, nel quale specialmente si sperimenta la sua fermezza.
È infatti proprio con tale atto che il forte tiene a freno il timore, che è una delle passioni principali, come sopra [ I-II, q. 25, a. 4 ] si è dimostrato.
2. La virtù ha di mira il bene conforme alla ragione, da difendere contro gli assalti del male.
Ora, la fortezza ha di mira i mali di ordine fisico come cose contrarie da affrontare, mentre ha di mira il bene di ordine razionale come un fine da conservare.
3. Sebbene i pericoli di morte incombano raramente, tuttavia le loro occasioni sono frequenti: poiché per la giustizia che persegue, e per le altre opere buone che compie, [ facilmente ] l'uomo va incontro a inimicizie mortali.
Indice |