Summa Teologica - II-II |
In Psalm., 43; In 4 Ethic., lect. 17
Pare che anche nelle persone virtuose ci possa essere la vergogna.
1. Cose contrarie hanno effetti contrari.
Ora, quelli che sono molto cattivi non sentono la vergogna; scrive infatti Geremia [ Ger 3,3 ]: « Sfrontatezza di prostituta è la tua: non hai saputo arrossire ».
Perciò le persone virtuose sono più portate a vergognarsi.
2. Il Filosofo [ Reth. 2,6 ] scrive che « gli uomini si vergognano non solo dei vizi, ma anche di ciò che ne ha l'apparenza ».
Ora, ciò si riscontra anche nelle persone virtuose.
Quindi anche in queste ci può essere la vergogna.
3. La vergogna è « la paura del disonore » [ Arist., Ethic. 4,9 ].
Ma può capitare anche ai virtuosi di essere disonorati: p. es. mediante la calunnia, o anche l'insulto immeritato.
Quindi anche in essi ci può essere la vergogna.
4. La vergogna, come si è visto [ q. 143 ], è una parte integrante della temperanza.
Ora, la parte non va separata dal tutto.
Poiché dunque la temperanza non manca all'uomo virtuoso, pare che non manchi neppure la vergogna.
Il Filosofo [ l. cit. ] afferma che « la vergogna non è dell'uomo virtuoso ».
La vergogna, come si è detto [ aa. 1,2 ], è la paura di qualcosa di indecente.
Ora, il fatto di non temere un male può capitare per due motivi: primo, perché esso non è ritenuto tale; secondo, perché non è ritenuto possibile o difficile da evitarsi.
E in base a ciò la vergogna può mancare in una persona per due motivi.
Primo, perché le cose vergognose non sono da essa ritenute turpi.
E in questo modo mancano di vergogna gli uomini immersi nei peccati, i quali non ne provano dispiacere, ma piuttosto se ne gloriano.
- Secondo, perché alcuni non considerano la turpitudine come una cosa possibile, o difficilmente evitabile.
E in questo modo sono privi di vergogna i vecchi e le persone virtuose.
Tuttavia queste sono così disposte che se ci fosse in loro qualcosa di turpe se ne vergognerebbero: per cui il Filosofo [ l. cit. ] dice che « la vergogna esiste solo ipoteticamente nella persona virtuosa ».
1. La vergogna manca sia nelle persone molto cattive che in quelle molto buone, ma per motivi diversi, come si è detto [ nel corpo ].
Si riscontra invece in quelle mediocri, che hanno un certo amore del bene pur non essendo del tutto immuni dal male.
2. È proprio della persona virtuosa evitare non solo il peccato, ma anche le sue apparenze, secondo l'esortazione di S. Paolo [ 1 Ts 5,22 ]: « Astenetevi da ogni apparenza di male ».
E il Filosofo [ l. cit. ] afferma che l'uomo virtuoso deve evitare sia le cose che sono cattive « secondo verità », sia quelle che sono cattive « secondo l'opinione ».
3. Come si è già notato [ a. 2, ad 1 ], la persona virtuosa non dà importanza alle calunnie e agli insulti, considerandosene immeritevole.
Perciò non si vergogna molto di queste cose.
Tuttavia possono insorgere dei moti di vergogna che precedono la ragione, come avviene anche per le altre passioni.
4. La vergogna non è una parte costitutiva ed essenziale della temperanza, ma solo una disposizione preparatoria.
Infatti S. Ambrogio [ De off. 1,43 ] afferma che « la vergogna getta i primi fondamenti della temperanza », incutendo l'orrore delle cose turpi.
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