Summa Teologica - II-II |
Infra, q. 153, a. 2, ad 1; C. G., III, cc. 136, 137
Pare che la verginità non sia superiore al matrimonio.
1. S. Agostino [ De bono coniug. 21 ] afferma: « Il merito della continenza non è diverso in S. Giovanni, che rimase sempre celibe, e in Abramo, che generò dei figli ».
Ora, una virtù superiore ha un merito più grande.
Quindi la verginità non è superiore alla castità coniugale.
2. La lode delle persone virtuose dipende dalla loro virtù.
Se quindi la verginità fosse superiore alla continenza coniugale, qualsiasi vergine sarebbe più da lodarsi di qualsiasi donna sposata.
Ma ciò è falso.
Quindi la verginità non è superiore al matrimonio.
3. Il bene comune è superiore al bene privato, come insegna il Filosofo [ Ethic. 1,2 ].
Ora, il matrimonio è ordinato al bene comune; dice infatti S. Agostino [ De bono coniug. 16.18 ]: « Quello che è il cibo per la vita dell'individuo, lo è l'unione matrimoniale per la vita del genere umano ».
Ma la verginità è ordinata a un bene particolare, cioè a evitare« le tribolazioni nella carne » a cui sono soggetti gli sposati, come dice S. Paolo [ 1 Cor 7,28 ].
Quindi la verginità non è superiore alla castità coniugale.
S. Agostino [ De virginit. 19 ] insegna: « Possiamo stabilire con sicure ragioni, e con i testi della Scrittura, che il matrimonio da una parte non è un peccato, ma dall'altra non raggiunge la bontà né della continenza verginale, né di quella vedovile ».
Come risulta dagli scritti di S. Girolamo [ Contra Iovin. 1 ], fu questo l'errore di Gioviniano, il quale riteneva che la verginità non fosse da preferirsi al matrimonio.
Il quale errore viene distrutto prima di ogni altra cosa dall'esempio di Cristo, il quale scelse una madre Vergine e conservò egli stesso la verginità; inoltre dall'insegnamento di S. Paolo [ 1 Cor 7,25ss ], che consigliò la verginità come un bene migliore; infine anche dalla stessa ragione.
Sia perché il bene divino è superiore al bene umano.
Sia perché il bene dell'anima va preferito a quello del corpo.
Sia perché i beni della vita contemplativa sono preferibili ai beni della vita attiva.
Ora, la verginità è ordinata ai beni dell'anima secondo la vita contemplativa, che consiste nel « preoccuparsi delle cose di Dio ».
Invece il matrimonio è ordinato al bene del corpo, cioè alla moltiplicazione corporale del genere umano; e appartiene alla vita attiva, poiché l'uomo e la donna che vivono nel matrimonio sono costretti a « preoccuparsi delle cose del mondo », come dice l'Apostolo [ 1 Cor 7,33ss ].
Perciò non vi è alcun dubbio che la verginità va preferita alla continenza coniugale.
1. Il merito non si misura soltanto in base all'atto compiuto, ma anche in base alle disposizioni di chi lo compie.
Ora, Abramo aveva l'animo disposto a osservare la verginità, se ai suoi tempi ciò fosse stato doveroso.
E così il merito della sua continenza coniugale poté uguagliare il merito della continenza verginale di S. Giovanni rispetto al premio sostanziale, non però rispetto al premio accidentale.
Per cui S. Agostino [ De bono coniug. 21.25 ] dice che « il celibato di Giovanni e il matrimonio di Abramo militarono entrambi per Cristo, secondo l'opportunità dei tempi: Giovanni però ebbe la continenza effettiva, mentre Abramo la ebbe solo come disposizione interiore ».
2. Sebbene la verginità sia migliore della continenza coniugale, tuttavia uno sposato può essere migliore di un vergine, e ciò per due motivi.
Primo, dal lato stesso della castità: se cioè lo sposato sarebbe più disposto a conservare la verginità, se fosse necessario, di quanto lo sia colui che è vergine effettivamente.
Per cui S. Agostino [ De bono coniug. 22.27 ] suggerisce a chi è vergine queste parole: « Io non sono migliore di Abramo; però la castità dei celibi è superiore alla castità degli sposati ».
E porta la ragione: « Ciò che ora io compio, egli l'avrebbe compiuto meglio, se fosse stato necessario; e ciò che hanno compiuto i Patriarchi io non lo farei così bene, anche se dovessi farlo adesso ».
- Secondo, perché chi non è vergine può avere altre virtù più eccellenti.
Da cui le altre parole di S. Agostino [ De virginit. 44.45 ]: « Una vergine, anche se è preoccupata interamente delle cose del Signore, come può escludere di non essere preparata al martirio per un difetto occulto, mentre la donna sposata a cui essa si preferiva è già pronta a bere il calice della passione del Signore? ».
3. Il bene comune è superiore al bene privato se è del medesimo genere; ma talora il bene privato è di natura superiore.
Ed è così che la verginità consacrata a Dio è superiore alla fecondità della carne.
Per cui S. Agostino [ De virginit. 9 ] afferma « non potersi credere che la fecondità della carne, anche di quelle donne che nel tempo presente altro non cercano nel matrimonio se non una prole da consacrare a Dio, possa compensare la verginità perduta ».
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