Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se il modo e l'ordine della prima tentazione siano stati ragionevoli

III, q. 41, a. 4

Pare che il modo e l'ordine della prima tentazione [ Gen 3 ] non siano stati ragionevoli.

Infatti:

1. Come in ordine di natura l'angelo era superiore all'uomo, così l'uomo era più perfetto della donna.

Ora, il peccato doveva discendere dall'angelo all'uomo.

Quindi doveva anche raggiungere la donna attraverso l'uomo, per cui la donna doveva essere tentata dall'uomo, e non viceversa.

2. La tentazione dei nostri progenitori avvenne per suggerimento.

Ma il demonio può suggerire all'uomo anche senza alcuna creatura sensibile esterna.

Siccome dunque i progenitori erano dotati di un'intelligenza spirituale, e aderivano meno alle realtà sensibili che a quelle intelligibili, sarebbe stato più logico che la loro tentazione fosse soltanto spirituale, e non esterna.

3. Non si può suggerire il male se non per mezzo di una cosa apparentemente buona.

Ora, molti altri animali hanno più del serpente un'apparenza buona.

Quindi non era conveniente che l'uomo fosse tentato dal demonio per mezzo del serpente.

4. Il serpente è un animale irrazionale.

Ma a un animale privo di ragione non si addice né la sapienza, né la loquela, né il castigo.

Perciò non ha senso affermare che il serpente « era il più astuto fra tutti gli animali »; oppure, secondo un'altra versione [ LXX Interpr. ], « la più prudente di tutte le bestie ».

E così pure non ha senso affermare che esso parlò alla donna, e che fu punito da Dio.

In contrario:

Ciò che è primo in un dato genere di cose deve essere proporzionato a ciò che segue in tale genere.

Ora in ogni peccato, come spiega S. Agostino [ De Trin. 12,12.17 ], si riscontra l'ordine della prima tentazione: poiché nella sensualità, rappresentata dal serpente, si produce in primo luogo la concupiscenza del peccato; nella ragione inferiore, rappresentata dalla donna, se ne ha poi la compiacenza; nella ragione superiore infine, rappresentata dall'uomo, si ha il consenso al peccato.

Quindi l'ordine della prima tentazione è pienamente giustificato.

Dimostrazione:

L'uomo è composto di una duplice natura, cioè intellettiva e sensitiva.

E così il demonio nella tentazione dell'uomo ricorse a due incitamenti.

Primo, dal lato dell'intelletto promise la somiglianza con Dio mediante l'acquisto del sapere, che l'uomo per natura desidera.

Secondo, dal lato dei sensi il demonio ricorse alle realtà sensibili che hanno maggiore affinità con l'uomo: sia nella medesima specie, tentando l'uomo mediante la donna; sia nel medesimo genere, tentando la donna attraverso il serpente; sia nel genere subalterno, suggerendo di mangiare il frutto proibito.

Analisi delle obiezioni:

1. Nella tentazione il demonio fu come la causa agente principale, mentre la donna servì come strumento per vincere l'uomo.

Sia perché la donna era più debole, e quindi poteva più facilmente essere sedotta.

Sia anche perché, data la sua intimità con l'uomo, la donna costituiva per il diavolo il mezzo più efficace per sedurre l'uomo.

Ora, lo strumento non implica le condizioni dell'agente principale.

Poiché quest'ultimo deve essere superiore [ al paziente ], il che non è richiesto per la causa strumentale.

2. La suggestione con la quale il demonio suggerisce qualcosa all'uomo interiormente implica nell'uomo un potere superiore a quello richiesto per il suggerimento esterno: poiché con il suggerimento interiore viene alterata dal demonio almeno la fantasia dell'uomo, mentre con il suggerimento esterno viene alterata solo una creatura esteriore.

Ora il demonio, prima del peccato, aveva sull'uomo un potere minimo.

Quindi non era in grado di tentarlo dall'interno, ma solo dall'esterno.

3. Come insegna S. Agostino [ De Gen. ad litt. 11,3.5 ], « non dobbiamo pensare che il demonio abbia scelto lui stesso il serpente per compiere la tentazione.

Ma avendo egli la brama di ingannare, non gli fu permesso di farlo che mediante questo animale ».

4. Come spiega S. Agostino [ De Gen. ad litt. 11,29.36 ], « il serpente è detto astuto, o prudente, per l'astuzia del demonio, il quale voleva ingannare attraverso di esso: come si dice prudente o astuta la lingua che il prudente, o l'astuto, muove per suggerire qualcosa con prudenza o con astuzia.

Né il serpente capiva le parole che da lui venivano indirizzate alla donna; e neppure si deve pensare che la sua anima sia diventata razionale: poiché gli stessi uomini, la cui natura è razionale, quando parlano come indemoniati non comprendono ciò che dicono.

Così dunque il serpente parlò all'uomo come l'asina di Balaam parlò al suo padrone: con la differenza che il primo fatto avvenne per opera del demonio, il secondo invece per opera di un angelo.

Per cui al serpente non fu chiesto perché avesse fatto questo, avendolo fatto non lui in forza della sua natura, ma il demonio in lui: quel demonio che per il suo peccato era già stato condannato al fuoco eterno.

Le parole dette al serpente vanno dunque riferite a colui che in esso aveva agito ».

E altrove [ Contra Manich. 2,18 ] il Santo aggiunge che « la punizione del demonio di cui ora si parla è quella da cui noi dobbiamo guardarci, non quella che sarà pronunziata nell'ultimo giudizio ».

Con quelle parole infatti: « Sarai maledetto fra tutti gli animali e le bestie della terra », « egli è posto al disotto delle bestie non per il potere, ma per la conservazione della loro natura: poiché gli animali non hanno perduto alcuna beatitudine celeste, che non ebbero mai, ma continuano la loro vita nella natura che hanno ricevuto ».

- Contro di lui sono anche le parole che riscontriamo in un'altra versione [ LXX Interpr. ]: « Striscerai sul petto e sul ventre », dove « col petto viene indicata la superbia, poiché qui sono racchiusi gli impulsi dell'anima, e col ventre vengono indicati i desideri carnali, essendo questa la parte più molle del corpo.

E con queste cose il demonio si insinua in colui che egli vuole ingannare ».

- Le parole poi: « Terra mangerai tutti i giorni della tua vita » possono essere intese in due modi.

O nel senso che gli apparterranno quelli che egli ingannerà con le cupidige terrene, cioè i peccatori, indicati col termine terra.

Oppure con queste parole viene adombrato il terzo genere della tentazione, che è la curiosità: infatti chi mangia la terra penetra cose profonde e tenebrose ».

Con l'inimicizia infine tra lui e la donna « si vuole dimostrare che noi possiamo essere tentati dal demonio solo per la parte animale, che nell'uomo è quasi un'immagine della donna.

Il seme del diavolo sono quindi le cattive suggestioni, mentre il seme della donna sono i frutti delle opere buone, che resistono alle suggestioni perverse.

Per questo il serpente insidia il piede della donna, in modo da ghermirla con la compiacenza quando inciampa in cose illecite; ed essa insidia la sua testa per eliminare al primo apparire ogni cattiva suggestione ».

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