Summa Teologica - II-II |
In 4 Sent., d. 49, q. 2, a. 7, ad 2; De Verit., q. 12, a. 13; In 1 Cor., c. 13, lect. 4
Pare che i gradi della profezia non si possano distinguere secondo la visione immaginaria.
1. I gradi di una cosa non vengono desunti dai suoi requisiti indiretti e accidentali, ma da quelli diretti ed essenziali.
Ora, nella profezia ciò che viene cercato direttamente è la visione intellettuale, mentre la visione immaginaria, come si è detto [ a. prec., ad 2 ], è cercata indirettamente.
Quindi i gradi della profezia non si distinguono secondo la visione immaginaria, ma secondo la visione intellettuale.
2. Un profeta non ha che un grado di profezia.
Eppure al medesimo profeta vengono fatte rivelazioni secondo diversi tipi di visione immaginaria.
Quindi la diversità della visione immaginaria non diversifica i vari gradi della profezia.
3. Secondo la Glossa [ P. Lomb. ] sull'inizio del Salterio, la profezia consiste « in parole e fatti, sogni e visioni ».
Perciò i gradi della profezia non vanno distinti secondo la visione immaginaria, la quale include le visioni e i sogni, più che secondo le parole e i fatti.
Il mezzo conoscitivo è ciò che distingue i gradi della conoscenza: come la scienza dell'essenza [ propter quid ] è superiore alla scienza dell'esistenza [ quia ] e all'opinione per il fatto che ha un mezzo conoscitivo [ o dimostrativo ] più alto.
Ma la visione immaginaria nella conoscenza profetica è come un mezzo conoscitivo.
Perciò i gradi della profezia vanno distinti secondo la visione immaginaria.
La profezia in cui mediante una luce di ordine intellettivo vengono rivelate delle verità soprannaturali con una visione immaginaria occupa, come si è visto [ a. prec., ad 3 ], il grado intermedio tra la profezia in cui vengono rivelate verità soprannaturali senza dette visioni e quella in cui mediante la luce intellettuale e senza visioni immaginarie l'uomo viene portato a conoscere e a compiere cose attinenti alla condotta umana.
La conoscenza però appartiene alla profezia più dell'operazione.
Perciò quando da un'ispirazione interna uno è mosso a compiere qualche atto esterno, si ha l'infimo grado della profezia: come si legge [ Gdc 15,14 ] di Sansone che « lo Spirito del Signore lo investì: le funi che aveva nelle braccia divennero come fili di lino bruciacchiati dal fuoco e i legami gli caddero disfatti dalle mani ».
- Il secondo grado della profezia si ha invece quando uno è illuminato interiormente a conoscere delle cose che però non superano i limiti della conoscenza naturale: ed è così che si legge [ 1 Re 5,12s ] di Salomone che « pronunziò proverbi; parlò di piante, dal cedro del Libano all'issopo che sbuca dal muro; parlò di quadrupedi, di uccelli, di rettili e di pesci ».
E tutto ciò per ispirazione divina, poiché si era detto in precedenza [ 1 Re 5,26 ]: « Dio concesse a Salomone saggezza e intelligenza molto grandi ».
- Però questi due gradi sono al di sotto della profezia propriamente detta: poiché non raggiungono la verità soprannaturale.
Invece la profezia in cui si ha la rivelazione di verità soprannaturali mediante la visione immaginaria si differenzia in primo luogo nel sogno e nella visione, che si hanno rispettivamente nel sonno e nella veglia.
La visione però appartiene a un grado superiore di profezia: poiché la virtù del lume profetico che astrae fino alle realtà soprannaturali l'anima occupata nelle realtà sensibili è più forte di quella che nel sonno trova l'anima dell'uomo già astratta da queste ultime.
- In secondo luogo i gradi della profezia si distinguono per le espressioni di ordine fantastico con le quali viene espressa la verità intelligibile.
E poiché i segni più espliciti della verità intelligibile sono le parole, quando il profeta sente delle parole che esprimono la detta verità, sia nella veglia che nel sonno, si ha un grado di profezia più alto di quando egli vede delle cose che sono semplicemente dei simboli di qualche verità, come « le sette spighe piene » che stavano a significare « i sette anni di abbondanza » [ Gen 41,26 ].
E anche qui una profezia è tanto più alta quanto più tali simboli sono espressivi: come quando Geremia [ Ger 1,13 ] previde l'incendio di Gerusalemme sotto l'immagine di « una caldaia sul fuoco ».
- In terzo luogo il grado della profezia è più alto quando il profeta non solo percepisce delle parole e dei fatti simbolici, ma vede pure, sia nel sonno che nella veglia, qualcuno che gli parla o gli mostra qualcosa: poiché ciò indica che la mente del profeta si avvicina maggiormente alla causa della rivelazione.
In quarto luogo l'altezza della profezia può essere determinata in base alla condizione di colui che si mostra al profeta.
Infatti se colui che parla o rivela, sia nella veglia che nel sonno, ha l'aspetto di un angelo, il grado della profezia è più alto che se avesse l'aspetto di un uomo.
Ed è ancora più alto se si mostra come Dio, secondo le parole di Isaia [ Is 6,1 ]: « Vidi il Signore seduto su un trono ».
Ma al di sopra di tutti questi gradi sta il terzo genere di profezia, in cui la verità intelligibile e soprannaturale viene rivelata senza visioni immaginarie.
Quest'ultimo grado però trascende la profezia propriamente detta, come sopra [ a. 2, ad 3 ] si è spiegato.
Quindi i gradi della profezia propriamente detta si distinguono secondo la visione immaginaria.
1. Le differenze esistenti nella luce intellettuale non possono essere conosciute da noi se non in base alle loro espressioni immaginarie e sensibili.
Perciò la diversità del lume intelligibile viene giudicato in base alla diversità delle immagini corrispondenti.
2. La profezia, come sopra [ q. 171, a. 2 ] si è detto, non è data sotto forma di abito immanente, ma di influsso transitorio.
Quindi nulla impedisce che allo stesso profeta la rivelazione profetica venga fatta in tempi diversi secondo gradi diversi.
3. Le parole e i fatti di cui si parla non appartengono alla rivelazione, ma all'annuncio della profezia: e quest'ultimo viene fatto secondo le disposizioni di coloro a cui viene enunciato quanto era stato rivelato al profeta, il quale si serve ora delle parole, ora dei fatti.
Ma questo annuncio e il compimento dei miracoli sono conseguenti alla profezia, come si è detto sopra [ q. 171, a. 1 ].
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