Summa Teologica - II-II |
Supra, q. 88, a. 11; C. G., III, cc. 130, 136; De perf. vitae spir., c. 8; C. impugn., c. 1; In Ioan., expos. prol. Hieronymi
Pare che la perfezione dello stato religioso non richieda la continenza perpetua.
1. Tutta la perfezione della vita cristiana è iniziata a partire dagli Apostoli di Cristo.
Ma pare che gli Apostoli non abbiano praticato la continenza, come è evidente nel caso di S. Pietro il quale, come dice il Vangelo [ Mt 8,14 ], aveva la suocera.
Quindi per la perfezione dello stato religioso non si richiede la continenza perpetua.
2. Il primo modello di perfezione noi lo troviamo in Abramo, al quale fu detto dal Signore [ Gen 17,1 ]: « Cammina alla mia presenza e sii perfetto ».
Ora, non è necessario che la copia sia superiore al modello.
Quindi la perfezione dello stato religioso non esige la continenza perpetua.
3. Ciò che è richiesto per la perfezione dello stato religioso deve riscontrarsi in ogni religione.
Ci sono invece dei religiosi che fanno vita coniugale.
Quindi la perfezione religiosa non esige la continenza perpetua.
L'Apostolo [ 2 Cor 7,1 ] scrive: « Purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio ».
Ora, la purezza della carne e dello spirito si custodisce mediante la continenza, poiché sta scritto [ 1 Cor 7,34 ]: « La donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito ».
Quindi la perfezione religiosa richiede la continenza.
Lo stato religioso esige l'eliminazione di quanto impedisce all'uomo di attendere interamente al servizio di Dio.
Ora, l'unione sessuale in due modi distoglie l'animo dall'applicarsi totalmente al servizio di Dio.
Primo, per la violenza del piacere, il cui frequente godimento accresce la concupiscenza, come nota anche il Filosofo [ Ethic. 3,12 ].
Per cui l'uso delle realtà veneree distoglie l'anima dal suo impegno totale di tendere a Dio.
Da cui le parole di S. Agostino [ Solil. 1,10.17 ]: « Penso che per espugnare un animo virile nulla sia più efficace delle attrattive di una donna, e di quel contatto carnale indispensabile nella vita coniugale ».
Secondo, per le preoccupazioni derivanti dal governo della moglie, dei figli e dei beni temporali necessari al loro sostentamento.
Scrive infatti l'Apostolo [ 1 Cor 7,32s ] che « chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie ».
Quindi la perfezione religiosa richiede la continenza perpetua, come anche la povertà volontaria.
Per cui come fu condannato Vigilanzio, il quale mise la ricchezza alla pari della povertà, così fu condannato Gioviniano, il quale equiparò il matrimonio alla verginità.
1. Non solo la perfezione della povertà, ma anche quella della continenza ebbe inizio da Cristo, il quale disse [ Mt 19,12 ]: « Ci sono degli eunuchi che si sono resi tali per il regno dei cieli », e aggiunse: « Chi può capire, capisca ».
Tuttavia, per non togliere a nessuno la speranza di raggiungere la perfezione, egli chiamò allo stato di perfezione anche persone già sposate.
Però non si poteva evitare di fare un torto se i mariti avessero abbandonato le loro mogli, mentre non si faceva alcun torto abbandonando le ricchezze.
E così il Signore non separò dalla moglie S. Pietro, che trovò già sposato.
Egli invece « distolse dalle nozze » Giovanni, « che voleva sposarsi » [ Pseudo Gerol., Prol. in Ioh. ].
2. Come dice S. Agostino [ De bono coniug. 22.27 ], « la castità dei celibi è superiore a quella degli sposati; e Abramo praticò solo la seconda, pur avendo l'abito di entrambe.
Visse infatti nella castità coniugale, anche se avrebbe potuto vivere casto nel celibato; ma allora ciò non era opportuno ».
Tuttavia per il fatto che gli antichi Patriarchi, per la loro grande virtù, ebbero la perfezione spirituale nonostante le ricchezze e il matrimonio, le anime più deboli non devono presumere di avere una virtù così grande da raggiungere la perfezione facendo uso di tali cose: come nessuno presume di affrontare inerme dei nemici per il fatto che Sansone uccise molti nemici con una mascella d'asino [ Gdc 15,15 ].
Se infatti allora fosse stato il momento di osservare la continenza e la povertà, gli antichi Patriarchi l'avrebbero osservata scrupolosamente.
3. Quei generi di vita nei quali si permette di usare il matrimonio, assolutamente parlando non sono istituti religiosi; lo sono però in senso lato, in quanto hanno in uso certe pratiche che sono proprie dello stato religioso.
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