Summa Teologica - III |
In 3 Sent., d. 13, q. 2, a. 2, sol. 1; In 4 Sent., d. 9, a. 2, sol. 5; d. 49, q. 4, a. 4, ad 5; De Verit., q. 29, a. 4; Comp. Theol., c. 214; In 1 Cor., c. 11, lect. 1; In Ephes., c. 1, lect. 8
Pare che Cristo come uomo non sia il capo degli angeli.
1. Il capo e le membra sono della stessa natura.
Ma Cristo come uomo non è consostanziale agli angeli, bensì solo agli uomini; poiché, come dice la Scrittura [ Eb 2,16 ]: « Non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura ».
Quindi Cristo come uomo non è il capo degli angeli.
2. Cristo è capo di coloro che fanno parte della Chiesa, « che è il suo corpo », come dice l'Apostolo [ Ef 1,23 ].
Ma gli angeli non fanno parte della Chiesa: questa infatti è la società dei fedeli, e la fede non c'è negli angeli, poiché essi « non camminano nella fede », ma « nella visione », altrimenti sarebbero « in esilio, lontano dal Signore », come dice l'Apostolo [ 2 Cor 5,6s ].
Quindi Cristo in quanto uomo non è il capo degli angeli.
3. S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 19 e 23 ] dice che come « il Verbo che era da principio presso il Padre » vivifica le anime, così « il Verbo fatto carne » vivifica i corpi, dei quali gli angeli sono privi.
Ma « il Verbo fatto carne » è Cristo in quanto uomo.
Quindi Cristo come uomo non comunica la vita agli angeli.
E così in quanto uomo non è il capo degli angeli.
L'Apostolo [ Col 2,10 ] afferma che Cristo « è il capo di ogni Principato e di ogni Potestà ».
E ciò vale anche per gli angeli degli altri ordini.
Cristo dunque è il capo degli angeli.
Come si è detto sopra [ a. 1, ad 2 ], dove c'è un solo corpo vi deve essere un solo capo.
Ora, per analogia noi diciamo corpo una moltitudine composta in unità secondo operazioni e mansioni diverse.
D'altra parte è evidente che tanto gli uomini quanto gli angeli sono destinati a un medesimo fine, che è la gloria della fruizione divina.
Perciò del corpo mistico della Chiesa fanno parte non solo gli uomini, ma anche gli angeli.
E il capo di tutta questa moltitudine è Cristo, essendo egli più vicino a Dio e ricevendo i suoi doni in un modo più perfetto non solo degli uomini, ma anche degli angeli, ed esercitando egli la sua influenza non solo sugli uomini, ma anche sugli angeli.
Dice infatti S. Paolo [ Ef 1,20ss ] che Dio Padre « ha fatto sedere Cristo alla sua destra nei Cieli, al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente, ma anche in quello futuro, e tutto ha sottomesso ai suoi piedi ».
Perciò Cristo è capo non solo degli uomini, ma anche degli angeli.
Per cui si legge nel Vangelo [ Mt 4,11 ] che « angeli gli si accostarono e lo servivano ».
1. L'influsso di Cristo sugli uomini riguarda principalmente le anime, rispetto alle quali gli uomini sono dello stesso genere degli angeli, sebbene non della stessa specie.
E in ragione di tale somiglianza Cristo può essere detto capo degli angeli, sebbene quanto al corpo gli manchi la somiglianza con essi.
2. La Chiesa sulla terra è la società dei fedeli, ma in cielo è la società dei contemplanti.
Ora, Cristo non era soltanto viatore, ma anche comprensore.
Perciò è capo non solo dei fedeli, ma anche dei contemplanti, essendo in pieno possesso della grazia e della gloria.
3. S. Agostino nel passo citato parla secondo una certa corrispondenza tra causa ed effetto, in quanto cioè i corpi agiscono sui corpi e le realtà spirituali sulle realtà spirituali.
Ma l'umanità di Cristo, in virtù della natura divina spirituale, può avere efficacia non solo sugli spiriti umani, ma anche sugli spiriti angelici, per la sua somma unione con Dio, cioè per l'unione ipostatica.
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