Summa Teologica - III |
In 3 Sent., d. 4, q. 1, a. 2, sol. 2, ad 1; d. 11, q. 1, a. 3
Pare che siano false le proposizioni: Cristo in quanto uomo è una creatura, ed egli ha cominciato a esistere.
1. In Cristo non c'è nulla di creato all'infuori della natura umana.
Ma la proposizione: Cristo in quanto uomo è la natura umana è falsa.
Quindi è falsa anche la proposizione: Cristo in quanto uomo è una creatura.
2. Quando un soggetto è accompagnato da un'apposizione presa in senso reduplicativo, allora il predicato più che del soggetto viene predicato dell'apposizione: come quando diciamo che un corpo, in quanto è colorato, è visibile, la visibilità è attribuita al colorato.
Ora, come si è detto [ a. 8 ], non è vera in senso assoluto la proposizione: l'uomo Cristo è una creatura.
Quindi non è vera neppure questa: Cristo in quanto uomo è una creatura.
3. Ciò che viene attribuito a un uomo in quanto uomo gli viene attribuito per sé e in senso assoluto, poiché le espressioni per sé e in quanto tale si equivalgono, come insegna Aristotele [ Met. 5,18 ].
Ma la proposizione: Cristo per sé e in senso assoluto è una creatura è falsa.
Quindi è falsa anche questa: Cristo in quanto uomo è una creatura.
Ciò che esiste o è il Creatore o è una creatura.
Ma è falsa la proposizione: Cristo in quanto uomo è il Creatore.
Quindi è vera la proposizione: Cristo in quanto uomo è una creatura.
Nell'espressione: Cristo in quanto uomo, il termine uomo in senso reduplicativo può essere inteso o come supposito o come natura.
Se lo intendiamo come supposito, allora la proposizione: Cristo in quanto uomo è una creatura è falsa; poiché in Cristo il supposito della natura umana è eterno e increato.
Se invece lo riferiamo alla natura umana, allora è vera, poiché in ragione della natura umana, o secondo la natura umana, spetta a Cristo di essere una creatura, come si è detto sopra [ a. 8 ].
Si noti però che nella formula usata la parola uomo sta più per la natura che per il supposito, avendo funzione di predicato con senso formale; dire infatti: « Cristo in quanto uomo » equivale a dire: « Cristo in quanto è un uomo ».
Perciò la proposizione: Cristo in quanto uomo è una creatura merita di essere ritenuta più vera che falsa.
- Invece sarebbe più falsa che vera se si aggiungesse qualcosa per cui ci si dovesse riferire al supposito, dicendo p. es.: Cristo, in quanto è questo uomo, è una creatura.
1. Sebbene Cristo non sia la natura umana, tuttavia ha la natura umana.
Ora, il termine creatura è tale da poter essere attribuito non solo ai nomi astratti, ma anche ai nomi concreti: diciamo infatti che l'umanità è una creatura e che l'uomo è una creatura.
2. Il termine uomo adoperato in funzione di soggetto si riferisce più al supposito, preso invece in senso reduplicativo si riferisce più alla natura, come si è detto [ nel corpo ].
E poiché [ in Cristo in quanto uomo ] la natura è una creatura e il supposito è increato, sebbene per lui non sia vera in senso assoluto la proposizione: questo uomo è una creatura, è vera tuttavia quest'altra: Cristo in quanto uomo è una creatura.
3. Ogni uomo che è un supposito della sola natura umana non può esistere che secondo questa natura.
Perciò ogni supposito umano di questo genere, se è una creatura in quanto uomo, è una creatura in senso assoluto.
Invece Cristo non è un supposito della sola natura umana, ma anche della natura divina, secondo la quale ha l'essere increato.
Quindi il fatto che sia una creatura in quanto uomo non significa che sia una creatura in senso assoluto.
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