Summa Teologica - III |
Infra, q. 69, a. 1, ad 2, 3; In 3 Sent., d. 19, q. 1, a. 1; expos.; Comp. Theol., c. 239; Expos. in Symb., art. 4
Pare che la passione di Cristo non ci abbia liberati dal peccato.
1. Liberare dai peccati è proprio di Dio, poiché sta scritto [ Is 43,25 ]: « Sono io che cancello le tue iniquità per riguardo a me ».
Ora, Cristo ha patito non come Dio, ma come uomo.
Quindi la sua passione non ci ha liberati dal peccato.
2. Ciò che è corporeo non può agire su ciò che è spirituale.
Ora, la passione di Cristo era corporale, mentre il peccato non può risiedere che nell'anima, che è una creatura spirituale.
Quindi la passione di Cristo non poteva mondarci dal peccato.
3. Nessuno può essere liberato da dei peccati che non ha ancora commesso, ma che commetterà in seguito.
Poiché dunque molti peccati furono commessi dopo la passione di Cristo, e vengono commessi tuttora, pare che dalla passione di Cristo non siamo liberati dai peccati.
4. Posta la causa proporzionata e sufficiente non si richiede altro per avere l'effetto.
Invece si richiedono tuttora altre cose per la remissione dei peccati: cioè il battesimo e la penitenza.
Pare quindi che la passione di Cristo non sia una causa sufficiente per la remissione dei peccati.
5. Sta scritto nei Proverbi [ Pr 10,12 ]: « L'amore ricopre ogni colpa »; e ancora [ Pr 15,27 Vg ]: « Con la misericordia e con la fede ci si purifica dai peccati »
Ora, la fede ha molti altri oggetti, e la carità molti altri motivi oltre alla passione di Cristo.
Quindi la passione di Cristo non è la causa propria della remissione dei peccati.
Nell'Apocalisse [ Ap 1,5 ] si legge: « Egli ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue ».
La passione di Cristo è la causa propria della remissione dei peccati per tre motivi.
Primo, quale incentivo alla carità.
Poiché, come scrive l'Apostolo [ Rm 5,8s ], « Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi ».
Ora, con la carità noi conseguiamo il perdono dei peccati, secondo le parole evangeliche [ Lc 7,47 ]: « Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato ».
Secondo, la passione di Cristo causa la remissione dei peccati sotto forma di redenzione.
Essendo egli infatti il nostro capo, con la sua passione, accettata per amore e obbedienza, ha liberato dal peccato noi che siamo le sue membra, offrendo tale passione come prezzo del riscatto: come se uno riscattasse se stesso da un peccato commesso con i piedi mediante un'opera meritoria compiuta con le mani.
Come infatti è unico il corpo fisico formato di membra diverse, così la Chiesa, che è il corpo mistico di Cristo, costituisce come un'unica persona insieme con il suo capo, che è Cristo.
Terzo, a modo di efficienza: poiché il corpo nel quale Cristo ha subìto la passione è « strumento della divinità », per cui i suoi patimenti e le sue azioni agiscono con la virtù di Dio nell'eliminazione del peccato.
1. È vero che Cristo non soffrì come Dio, tuttavia la sua carne era strumento della divinità.
E così la sua passione partecipa della potenza divina nell'eliminazione del peccato, come si è detto [ nel corpo ].
2. La passione di Cristo, pur essendo corporale, riceve tuttavia una certa virtù spirituale grazie alla divinità a cui la carne è unita come uno strumento.
Ed è in forza di questa virtù che la passione di Cristo causa la remissione dei peccati.
3. Con la sua passione Cristo ci ha liberati dai nostri peccati in maniera causale, cioè istituendo la causa di tale liberazione, in modo che potessero venire rimessi tutti i peccati in qualsiasi momento, siano essi passati, presenti o futuri: come se un medico preparasse una medicina capace di guarire qualsiasi malattia, anche in futuro.
4. Dato che la passione di Cristo fu posta nel tempo come una certa causa universale per la remissione dei peccati, come si è detto [ ad 3 ], è necessario che essa venga applicata ai singoli per la remissione dei loro peccati.
E ciò avviene mediante il battesimo, la penitenza e gli altri sacramenti, i quali devono le loro virtù alla passione di Cristo, come vedremo in seguito [ q. 62, a. 5 ].
5. È anche attraverso la fede che la passione di Cristo ci viene applicata in modo che possiamo riceverne i frutti, secondo le parole di S. Paolo [ Rm 3,25 ]: « [ Dio ] lo ha posto come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue ».
Ora, la fede con la quale siamo mondati dal peccato non è la fede informe, che può coesistere con il peccato, ma la fede informata dalla carità: per cui la passione di Cristo ci viene applicata non solo quanto all'intelligenza, ma anche quanto alla volontà.
E anche in questo modo i peccati vengono rimessi in virtù della passione di Cristo.
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