Summa Teologica - III |
Quodl., 5, q. 3, a. 1; In Ioan., c. 20, lect. 6
Pare che il corpo di Cristo non sia risorto nella sua integrità.
1. La carne e il sangue fanno parte dell'integrità del corpo umano.
Ora, pare che Cristo non avesse né l'una né l'altro, poiché S. Paolo [ 1 Cor 15,50 ] afferma: « La carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio ».
Ma Cristo è risorto nella gloria del regno di Dio.
Quindi egli non aveva la carne e il sangue.
2. Il sangue è uno dei quattro umori.
Se dunque Cristo aveva il sangue, doveva avere anche gli altri umori, dai quali deriva la corruzione nei corpi degli animali.
Ne seguirebbe così che il corpo di Cristo sarebbe stato corruttibile.
Ma ciò non può essere ammesso.
Quindi egli non aveva la carne e il sangue.
3. Il corpo di Cristo risuscitato ascese al cielo.
Ora, in alcune chiese si conservano tra le reliquie alcune gocce del sangue di Cristo.
Quindi il suo corpo non risuscitò nell'integrità di tutte le sue parti.
Parlando ai suoi discepoli dopo la risurrezione il Signore [ Lc 24,39 ] disse: « Un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho ».
Il corpo risorto di Cristo, come si è già notato [ a. 2, ad 2 ], « era identico nella natura e differente nella gloria ».
Così dunque tutto ciò che appartiene alla natura del corpo umano era presente nel corpo di Cristo risorto.
Ora, è evidente che alla natura del corpo umano appartengono la carne, le ossa, il sangue e ogni altra realtà del genere.
Quindi tutte queste cose si trovavano nel corpo di Cristo risorto.
E anche integralmente, senza alcuna diminuzione: altrimenti la risurrezione non sarebbe stata perfetta, se non fosse stato reintegrato quanto era caduto con la morte.
Per cui anche il Signore [ Mt 10,30 ] fece ai suoi fedeli questa promessa: « I capelli del vostro capo sono tutti contati ».
E ancora [ Lc 21,18 ]: « Nemmeno un capello del vostro capo perirà ».
Ora, dire che il corpo di Cristo fosse privo della carne, delle ossa e delle altre parti naturali del corpo umano, rientra nell'errore di Eutichio, vescovo di Costantinopoli, il quale affermava che « il nostro corpo nella gloria della risurrezione sarà impalpabile, e più sottile del vento e dell'aria »; e che il Signore, « dopo aver confermato i cuori dei discepoli che lo toccarono, rese sottile tutto ciò che in lui era palpabile ».
Opinione questa che S. Gregorio [ Mor. 14,56 ] condanna, poiché il corpo di Cristo dopo la risurrezione non ebbe mutamenti, stando all'affermazione di S. Paolo [ Rm 6,9 ]: « Cristo risuscitato dai morti non muore più ».
Per cui Eutichio sul letto di morte ritrattò quanto aveva detto.
Se infatti è inaccettabile l'idea che Cristo abbia preso un corpo di altra natura nel suo concepimento, come pensava Valentino, che gli attribuiva un corpo celeste, molto meno accettabile è l'idea che egli abbia riassunto un corpo di altra natura nella risurrezione: poiché allora egli riprese per una vita immortale quel corpo che nel concepimento aveva preso per una vita mortale.
1. « La carne e il sangue » di cui si parla in quel testo non stanno per la natura della carne e del sangue, ma o per il peccato della carne e del sangue, secondo la spiegazione di S. Gregorio [ l. cit. ], oppure per la corruzione della carne e del sangue: poiché, come dice S. Agostino [ Epist. 205,2.5 ], « là non ci sarà la corruzione e la mortalità della carne e del sangue ».
La carne quindi possiede il regno di Dio secondo la sua realtà fisica, come risulta dalle parole: « Un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho ».
Considerata invece nella sua corruzione la carne non potrà possederlo.
Per cui l'Apostolo aggiunge: « né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità ».
2. S. Agostino [ Epist. 205,1 ] spiega: « Cogliendo forse lo spunto dal sangue, il nostro avversario potrebbe incalzare dicendo: "Se nel corpo di Cristo risorto c'era il sangue, perché non poteva esserci la pituita, cioè l'umore flegmatico? e perché non il fiele giallo, cioè l'umore bilioso? e perché non il fiele nero, cioè l'umore melanconico? cioè i quattro umori, che secondo la medicina determinano i temperamenti del corpo umano?".
Ma qualunque cosa uno voglia aggiungere, stia attento a escludere la corruzione, per non corrompere la sanità della sua fede.
Infatti la potenza divina ha sempre il potere di togliere tutte le qualità che vuole da questa natura cangiante del corpo, lasciandovi le altre.
In modo da escludere il difetto, cioè la corruzione: ci sia la fisionomia; ci sia il moto, ma senza la fatica; ci sia la facoltà di mangiare, ma senza il bisogno della fame ».
3. Tutto il sangue che era sgorgato dal corpo di Cristo, appartenendo all'integrità della natura umana, risuscitò con lui.
E lo stesso si dica di tutte le altre parti concernenti la realtà e l'integrità della natura umana.
Il sangue poi che in certe chiese è conservato tra le reliquie non scaturì dal costato di Cristo, ma si dice che sia sgorgato da qualche immagine sfregiata di Cristo.
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