Summa Teologica - III |
Infra, a. 9; In 4 Sent., d. 5, q. 2, a. 2, sol. 1, 2; d. 7, q. 3, a. 1, sol. 1, ad 2; C. G., IV, c. 77; In Hebr., c. 7, lect. 2
Pare che i ministri indegni non siano in grado di conferire i sacramenti.
1. I sacramenti della nuova legge sono ordinati a mondare dalla colpa e a infondere la grazia.
Ma gli indegni, essendo immondi, non sono in grado di mondare gli altri dal peccato, secondo quelle parole [ Sir 34,4 ]: « Dall'impuro che cosa potrà uscire di puro? ».
Essendo poi privi della grazia, non la possono conferire, poiché « nessuno dà ciò che non ha » ( Cipriano, Epist. 77 ).
Quindi i peccatori non sono in grado di conferire i sacramenti.
2. Tutta la virtù dei sacramenti viene da Cristo, come si è già spiegato [ a. 3; q. 60, introd.; q. 62, a. 5 ].
Ma i peccatori sono separati da Cristo, poiché non hanno la carità che unisce le membra al loro capo, secondo le parole di S. Giovanni [ 1 Gv 4,16 ]: « Chi sta nell'amore dimora in Dio, e Dio dimora in lui ».
Perciò i sacramenti non possono essere [ validamente ] conferiti dai peccatori.
3. Se manca qualcuno degli elementi necessari ai sacramenti, il sacramento non è valido: p. es. se manca la debita forma o la materia.
Ma è debito ministro del sacramento solo chi è immune dal peccato, poiché nel Levitico [ Lv 21,17s ] si legge: « Nessun uomo della tua stirpe che abbia qualche deformità potrà accostarsi a offrire il pane del suo Dio ».
Se quindi il ministro è peccatore, il sacramento non ha valore alcuno.
S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 5 ], commentando le parole del Battista [ Gv 1,33 ]: « L'uomo sul quale vedrai scendere lo Spirito », ecc., osserva: « Giovanni ignorava che il Signore avrebbe avuto e si sarebbe riservato il potere sul battesimo, mentre l'amministrazione di esso sarebbe stata concessa ai buoni e ai cattivi.
Che ti può fare il ministro cattivo, quando il Signore è buono? ».
Come si è già visto [ a. 1 ], i ministri della Chiesa operano nei sacramenti strumentalmente, poiché in certo qual modo la funzione del ministro è simile a quella dello strumento.
Ma si è anche detto [ q. 62, aa. 1,4 ] che lo strumento non agisce in forza della propria natura, bensì in forza della virtù di chi se ne serve.
Perciò allo strumento in quanto tale può accadere anche di avere disposizioni diverse, purché sia salva la sua funzione specifica: al corpo di un medico, p. es., che è lo strumento della sua anima esperta nell'arte medica, può capitare di essere sano o malato; e a un tubo per la conduzione dell'acqua può capitare di essere d'argento o di piombo.
Quindi i ministri della Chiesa sono in grado di conferire i sacramenti anche se peccatori.
1. I ministri della Chiesa mondano dai loro peccati gli uomini che si accostano ai sacramenti, e conferiscono loro la grazia, non con la loro virtù propria, ma in base al potere di Cristo, il quale si serve dei ministri come di strumenti.
Così dunque l'effetto dei sacramenti in coloro che li ricevono consiste nella configurazione a Cristo, e non nella somiglianza con chi li amministra.
2. La carità unisce le membra a Cristo loro capo perché da lui ricevano la vita, poiché sta scritto [ 1 Gv 3,14 ]: « Chi non ama, rimane nella morte ».
Ma ci si può anche servire di uno strumento inanimato e corporalmente separato, a condizione che sia unito mediante una certa mozione: è diverso infatti per un artigiano operare con le mani o con una scure.
Così dunque Cristo agisce nei sacramenti sia servendosi dei ministri buoni come di membra vive, sia servendosi dei ministri indegni come di strumenti inanimati.
3. In due modi una cosa può essere richiesta per il sacramento.
Primo, come indispensabile alla sua validità.
E in questo caso se essa manca non si produce il sacramento: come avviene quando manca la debita forma o la debita materia.
- Secondo, come cosa conveniente.
Ora, che i ministri dei sacramenti siano buoni è richiesto in questo secondo modo.
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