Summa Teologica - III |
Pare che Cristo non sia contenuto tutto intero sotto ognuna delle due specie di questo sacramento.
1. Questo sacramento è ordinato alla salvezza dei fedeli per la virtù non delle specie, ma di ciò che è contenuto sotto le specie: poiché le specie esistevano già prima della consacrazione, dalla quale deriva la virtù di questo sacramento.
Se dunque sotto una specie non si contiene nulla che non sia contenuto nell'altra, e tutto Cristo è contenuto in ciascuna di esse, una delle due specie è superflua in questo sacramento.
2. Si è detto [ a. 1, ad 1 ] che il termine carne abbraccia tutte le altre parti del corpo, cioè le ossa, i nervi e così via.
Ma il sangue è una delle parti del corpo umano, come spiega Aristotele [ De hist. animal. 1,4 ].
Se dunque il sangue di Cristo è contenuto sotto le specie del pane nel modo in cui vi sono contenute le altre parti del corpo, allora non si dovrebbe consacrare separatamente il sangue, come non si consacra separatamente nessun'altra parte del corpo.
3. Ciò che è già accaduto non può più accadere.
Ora, il corpo di Cristo è già presente in questo sacramento in forza della consacrazione del pane.
Non può quindi iniziare a esserci una seconda volta in forza della consacrazione del vino.
Quindi sotto le specie del vino non sarà contenuto il corpo di Cristo, e di conseguenza non sarà contenuto in esso tutto Cristo.
Perciò in ognuna delle due specie non è contenuto Cristo nella sua integrità.
La Glossa [ ord. ], a commento delle parole di S. Paolo riguardo al « calice » [ 1 Cor 11,25 ], afferma che « sotto ambedue le specie », cioè del pane e del vino, « si riceve la medesima realtà ».
È chiaro quindi che in ognuna di esse Cristo è presente per intero.
Da quanto abbiamo già detto [ a. 1 ] deriva come tesi certissima che sotto ognuna delle due specie sacramentali è presente tutto Cristo: però in modi diversi.
Infatti sotto le specie del pane il corpo di Cristo è presente in forza del sacramento, il sangue invece per concomitanza naturale, come si è detto sopra [ a. 1, ad 1 ] riguardo all'anima e alla divinità.
Al contrario sotto le specie del vino è presente il sangue di Cristo in forza del sacramento, e il corpo di Cristo per concomitanza naturale, come l'anima e la divinità: e ciò perché attualmente il sangue di Cristo non è separato dal suo corpo, come lo fu invece nel tempo della passione e della morte.
Per cui se allora si fosse celebrato questo sacramento, sotto le specie del pane ci sarebbe stato il corpo di Cristo senza il sangue, e sotto le specie del vino il sangue senza il corpo: come voleva la realtà delle cose.
1. Sebbene tutto Cristo sia presente in ciascuna delle due specie, non vi è tuttavia presente inutilmente.
Primo, perché ciò serve a rappresentare efficacemente la passione di Cristo, nella quale il sangue fu separato dal corpo.
Per cui nella forma stessa della consacrazione del sangue viene ricordata la sua effusione.
Secondo, in quanto ciò è conveniente per l'uso del sacramento, al fine di poter offrire distintamente ai fedeli il corpo di Cristo come cibo e il sangue come bevanda.
Terzo, in quanto ciò conviene anche agli effetti, poiché, come si è accennato sopra [ q. 74, a. 1 ], « il corpo viene offerto per la salvezza del corpo e il sangue per la salvezza dell'anima ».
2. Nella passione di Cristo, della quale l'Eucaristia è il memoriale, le altre parti del corpo non furono separate tra loro come il sangue, ma il corpo rimase integro, in conformità alle parole [ Es 12,46 ]: « Non ne spezzerete alcun osso ».
Di conseguenza in questo sacramento nessun'altra parte, all'infuori del sangue, viene consacrata separatamente dal corpo.
3. Il corpo di Cristo, come si è detto [ nel corpo ], non è nelle specie del vino in forza del sacramento, ma solo per concomitanza.
Quindi con la consacrazione del vino il corpo di Cristo si rende presente non direttamente, ma per concomitanza.
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