Summa Teologica - III |
In 4 Sent., d. 9, q. 1, a. 1, sol. 3; In Ioan., c. 6, lectt. 6, 7; In 1 Cor., c. 11, lect. 7
Pare che non si debbano distinguere due modi di ricevere il corpo di Cristo, cioè quello sacramentale e quello spirituale.
1. Come il battesimo, secondo le parole evangeliche [ Gv 3,5 ]: « Se uno non nasce da acqua e da Spirito Santo », ecc., è una rigenerazione spirituale, così l'Eucaristia è un cibo spirituale; per cui il Signore [ Gv 6,63 ], riferendosi alla promessa di questo sacramento, affermava: « Le parole che vi ho dette sono spirito e vita ».
Ma per il battesimo non si distingue un duplice modo di riceverlo, cioè sacramentale e spirituale.
Quindi tale distinzione non va fatta neppure per l'Eucaristia.
2. Non vanno contrapposte fra loro due cose di cui l'una è ordinata all'altra, poiché la prima viene specificata dalla seconda.
Ora, la comunione sacramentale è ordinata alla comunione spirituale come al suo fine.
Quindi la comunione sacramentale non va distinta da quella spirituale.
3. Non vanno contrapposte fra loro due cose che sono inseparabili.
Ora, pare che nessuno possa comunicarsi spiritualmente senza comunicarsi anche sacramentalmente; altrimenti anche gli antichi patriarchi avrebbero mangiato spiritualmente questo sacramento.
Inoltre la refezione sacramentale sarebbe inutile se quella spirituale potesse aversi senza di essa.
Quindi non è giusto distinguere due refezioni, cioè quella sacramentale e quella spirituale.
Spiegando le parole di S. Paolo [ 1 Cor 11,29 ]: « Chi mangia e beve indegnamente », ecc., la Glossa [ ord. ] afferma: « Precisiamo che ci sono due modi di mangiare: uno sacramentale e l'altro spirituale ».
Nel cibarsi di questo sacramento si devono considerare due cose: il sacramento stesso e il suo effetto, come si è già visto sopra [ q. 73 ].
Il modo perfetto dunque di ricevere l'Eucaristia si ha quando uno riceve il sacramento in modo da riceverne l'effetto.
Capita però a volte, come si è già detto [ q. 79, aa. 3,8 ], che uno sia impedito dal ricevere l'effetto di questo sacramento: e allora la comunione eucaristica è imperfetta.
Come dunque il perfetto si contrappone all'imperfetto, così la pura refezione sacramentale in cui si riceve solo il sacramento senza il suo effetto si contrappone alla refezione spirituale in cui si riceve l'effetto di questo sacramento, che unisce spiritualmente l'uomo a Cristo per mezzo della fede e della carità.
1. Tale distinzione viene applicata anche al battesimo e agli altri sacramenti, poiché alcuni ricevono solo il sacramento, altri invece il sacramento con il suo effetto.
C'è tuttavia questa differenza: che compiendosi gli altri sacramenti nell'uso della materia, in essi ricevere il sacramento equivale a compiere il sacramento, mentre l'Eucaristia viene celebrata consacrando la materia, per cui il suo uso sacramentale e spirituale è posteriore al sacramento.
Inoltre nel battesimo e negli altri sacramenti che imprimono il carattere coloro che ricevono il sacramento ricevono sempre un effetto spirituale, ossia il carattere, mentre non è così per l'Eucaristia.
Di conseguenza la distinzione tra il modo sacramentale e quello spirituale di ricevere il sacramento viene usata più per l'Eucaristia che per il battesimo.
2. La refezione sacramentale che giunge a quella spirituale non le si contrappone, ma è inclusa in essa.
Invece si contrappone alla refezione spirituale quella comunione sacramentale che non raggiunge il suo effetto: come si contrappone al perfetto quell'essere imperfetto che non raggiunge la perfezione della specie.
3. L'effetto di un sacramento, come si è detto sopra [ q. 68, a. 2; q. 73, a. 3 ], può essere ottenuto da uno che riceve il sacramento col desiderio, anche senza riceverlo di fatto.
Come quindi alcuni ricevono il battesimo di desiderio per il desiderio di esso prima di essere battezzati con l'acqua, così pure alcuni si cibano spiritualmente dell'Eucaristia prima di riceverla sacramentalmente.
Ciò però può avvenire in due modi.
Primo, per il desiderio di ricevere il sacramento stesso: e in questo modo vengono battezzati e si comunicano spiritualmente e non sacramentalmente quanti desiderano ricevere questi sacramenti dopo la loro istituzione.
Secondo, in modo figurale: come l'Apostolo [ 1 Cor 10,2ss ] dice che gli antichi Patriarchi « furono battezzati nella nube e nel mare », e che « mangiarono un cibo spirituale e bevvero una bevanda spirituale ».
- E tuttavia la comunione sacramentale non è inutile, poiché produce l'effetto del sacramento più perfettamente del solo desiderio, come sopra [ q. 69, a. 4, ad 2 ] si è notato a proposito del battesimo.
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