Summa Teologica - III |
In 4 Sent., d. 10, q. 1, a. 2, sol. 1; d. 11, q. 3, a. 4, sol. 1, 2; C. G., IV, c. 64; Quodl., 5, q. 6, a. 1, ad 1; In Ioan., lect. 6; In 1 Cor., c. 11, lect. 6
Pare che Cristo nell'Eucaristia, qualora al momento della sua morte questa fosse stata conservata in una pisside, o consacrata da un Apostolo, non sarebbe morto.
1. La morte di Cristo avvenne mediante la sua passione.
Ma Cristo anche allora si trovava in questo sacramento in modo impassibile.
Quindi non sarebbe potuto morire in questo sacramento.
2. Nella morte di Cristo il suo sangue fu separato dal corpo.
Ma in questo sacramento sono presenti insieme il corpo e il sangue di Cristo.
Quindi Cristo in questo sacramento non sarebbe morto.
3. La morte avviene per la separazione dell'anima dal corpo.
Ma in questo sacramento sono presenti tanto il corpo quanto l'anima di Cristo.
Quindi in questo sacramento Cristo non poteva morire.
Nel sacramento ci sarebbe stato lo stesso Cristo che era sulla croce.
Ma sulla croce egli allora moriva.
Quindi sarebbe morto anche nel sacramento.
In questo sacramento e sotto la propria specie il corpo di Cristo è identico nella sostanza, ma non si trova nello stesso modo: infatti nella propria specie esso viene a contatto con i corpi circostanti mediante le proprie dimensioni, il che non avviene nell'Eucaristia, come si è visto sopra [ a. 3 ].
Quindi tutto ciò che è vero di Cristo quanto alla sua sostanza gli può essere attribuito sia nella propria specie che nella presenza eucaristica: come vivere, morire, soffrire, essere animato o inanimato e altre cose simili.
Tutto ciò che al contrario è vero di lui per i suoi rapporti con i corpi esterni gli può essere attribuito se viene considerato nella propria specie, non invece nella sua presenza eucaristica: si esclude quindi che egli possa essere deriso, coperto di sputi, crocifisso, flagellato e altre cose simili.
Per cui sono giustificati quei versi: « Nella pisside trovi il dolore sofferto, - ma non gli puoi attribuire quello inferto ».
1. La passione, come si è notato [ nel corpo ], implica l'atto di un agente estrinseco.
Perciò Cristo nella sua presenza sacramentale non poteva subirla.
Poteva invece morire.
2. Come si è detto sopra [ q. 76, a. 2 ], in forza della consacrazione sotto le specie del pane, è presente il corpo di Cristo, e sotto la specie del vino è presente il sangue.
Adesso però, non essendo il sangue di Cristo separato dal suo corpo, sotto le specie del pane è presente per reale concomitanza anche il sangue di Cristo assieme al corpo, e sotto le specie del vino è presente anche il corpo assieme al sangue.
Se invece al tempo della passione di Cristo, quando il suo sangue fu realmente separato dal suo corpo, fosse stato consacrato questo sacramento, sotto le specie del pane sarebbe stato presente solo il corpo, e sotto le specie del vino solo il sangue.
3. L'anima di Cristo, come si disse sopra [ q. 76, a. 1, ad 1 ], è presente in questo sacramento per naturale concomitanza, non essendo realmente separata dal corpo; non invece in forza della consacrazione.
Se quindi questo sacramento fosse stato consacrato o conservato nel tempo in cui l'anima era realmente separata dal corpo, in questo sacramento non sarebbe stata presente l'anima di Cristo: non per un'insufficienza nella virtù delle parole sacramentali, ma per la diversa condizione della realtà.
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