Summa Teologica - III |
In 4 Sent., d. 13, q. 1, a. 2, sol. 3, 4
Pare che il tempo della celebrazione di questo mistero non sia stato opportunamente stabilito.
1. Questo sacramento rappresenta la passione del Signore, come si è detto [ a. 1 ].
Ma la commemorazione della passione del Signore viene fatta nella Chiesa una sola volta all'anno; scrive infatti S. Agostino [ Enarr. in Ps., su 22,1 ]: « Forse che Cristo non viene ucciso ogni volta che è celebrata la Pasqua?
Ma il ricordo annuale rappresenta ciò che accadde allora, e ci commuove come se vedessimo il Signore pendere dalla croce ».
Quindi questo sacramento non va celebrato che una volta all'anno.
2. La passione di Cristo viene commemorata dalla Chiesa il Venerdì santo, e non nella festa di Natale.
Essendo quindi l'Eucaristia commemorativa della passione del Signore, non è opportuno che nel giorno del Natale si celebri tre volte questo sacramento, e che il Venerdì santo invece lo si ometta del tutto.
3. Nella celebrazione di questo sacramento la Chiesa deve imitare la sua istituzione fatta da Cristo.
Ma Cristo consacrò questo sacramento nelle ore serali.
Quindi esso va celebrato alla sera.
4. Il Papa S. Leone [ Decr. di Graz. 3,1,51 ] scrive a Dioscoro, vescovo di Alessandria, che è permesso celebrare la messa « nella prima parte del giorno ».
Ma il giorno inizia dalla mezzanotte, come si è notato sopra [ q. 80, a. 8, ad 5 ].
Quindi si può celebrare anche subito dopo la mezzanotte.
5. In un'orazione segreta domenicale [ II per annum ] si dice: « Concedici, Signore, di partecipare a questi misteri ».
Ma la partecipazione sarà maggiore se il sacerdote celebra più volte al giorno.
Quindi non dovrebbe essere proibito ai sacerdoti di celebrare più volte al giorno.
Abbiamo la consuetudine seguita dalla Chiesa secondo le leggi canoniche.
Nella celebrazione di questo mistero si deve tener conto sia della rappresentazione della passione del Signore, sia della partecipazione ai suoi frutti.
E sotto ambedue gli aspetti fu necessario stabilire il tempo conveniente alla celebrazione di questo sacramento.
Ora, poiché del frutto della passione del Signore abbiamo bisogno ogni giorno per le nostre mancanze quotidiane, nella Chiesa ordinariamente questo sacramento viene offerto ogni giorno.
Per cui il Signore stesso [ Lc 11,3 ] ci insegnò a chiedere: « Dacci oggi il nostro pane quotidiano »; parole che S. Agostino [ Serm. 84 ] così commenta: « Se il pane deve essere quotidiano, perché lo ricevi dopo un anno, come sono soliti fare i Greci in Oriente?
Ricevilo quotidianamente, perché quotidianamente ti giovi ».
E poiché la passione del Signore si compì dall'ora terza all'ora nona, ordinariamente la celebrazione solenne di questo sacramento viene compiuta dalla Chiesa nelle suddette ore del giorno.
1. In questo sacramento la passione di Cristo viene ricordata in quanto i suoi effetti vengono applicati ai fedeli.
Invece nella settimana di passione essa viene commemorata solo in quanto la passione stessa si compì direttamente nel nostro Capo.
Ora, ciò avvenne una sola volta, mentre i fedeli ricevono il frutto della passione del Signore ogni giorno.
Per questo la semplice commemorazione viene fatta una volta all'anno, mentre il sacramento viene celebrato ogni giorno, sia per i frutti che per il continuato ricordo.
2. È giusto che alla presenza della realtà cessi la figura.
Ora, l'Eucaristia è figura e immagine della passione del Signore, come si è visto sopra [ nel corpo ].
Perciò nel giorno in cui si ricorda la passione stessa del Signore nel suo reale svolgimento non si celebra la consacrazione di questo sacramento.
Tuttavia, affinché la Chiesa nemmeno in quel giorno rimanga senza il frutto della passione applicato a noi per mezzo di questo sacramento, il corpo di Cristo consacrato il giorno precedente viene conservato per la comunione del venerdì.
Non però il sangue, per evitare il pericolo di versarlo; e anche perché il sangue è in modo più speciale immagine della passione del Signore, come si disse sopra [ q. 78, a. 3, ad 2 ].
E non è vero quanto asseriscono alcuni, che cioè quando una particola del corpo viene immessa nel vino, il vino si converte in sangue.
Ciò infatti non può avvenire che mediante la consacrazione compiuta con la debita forma verbale.
Nel giorno di Natale poi vengono celebrate più messe a motivo della triplice nascita di Cristo.
Una è quella eterna, che per noi rimane occulta.
E così una messa viene cantata di notte, e nel suo introito si legge: « Il Signore mi disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato ».
- La seconda nascita è temporale, ma spirituale: ed è quella in cui Cristo, come dice S. Pietro [ 2 Pt 1,19 ], « nasce quale stella del mattino nei nostri cuori ».
Per cui una messa viene cantata all'aurora, e nel suo introito si dice: « Oggi su di noi splenderà la luce ».
- La terza nascita di Cristo è quella temporale e corporea, in cui egli reso visibile per noi uscì dal seno verginale rivestito di carne.
Per questo si canta una terza messa in pieno giorno, e nel suo introito si legge: « Un Bambino è nato per noi ».
- Però si potrebbe anche dire, invertendo l'ordine, che la nascita eterna è per se stessa nella piena luce: e così la nascita eterna forma l'oggetto del Vangelo della terza messa.
Secondo poi la nascita corporale il Signore nacque propriamente di notte, per indicare che veniva a rischiarare le tenebre della nostra miseria: così dunque nella messa della notte si legge il Vangelo della nascita corporale di Cristo.
E anche in altri giorni, in cui si incontrano diversi benefici divini, o da ricordare o da chiedere, si celebrano più messe nello stesso giorno: p. es. una per la festa e un'altra per il digiuno, o per i morti.
3. Cristo, come si disse [ q. 73, a. 5 ], volle dare questo sacramento ai suoi discepoli all'ultimo momento perché si imprimesse più profondamente nei loro cuori.
Per questo lo consacrò e lo diede ai discepoli dopo la cena e alla fine della giornata.
Noi invece lo celebriamo nell'ora della passione del Signore: cioè nei giorni di festa all'ora terza, quando egli fu crocifisso per i clamori dei Giudei, come dice S. Marco [ Mc 15,25 ], e quando lo Spirito Santo discese sui discepoli [ At 2,15 ]; oppure nei giorni ordinari all'ora sesta, quando fu crocifisso per mano dei soldati, come si legge in S. Giovanni [ Gv 19,14 ]; oppure ancora nei giorni di digiuno all'ora nona, quando « gridando a gran voce rese lo spirito », come dice S. Matteo [ Mt 27,46.50 ].
Tuttavia è possibile celebrare anche più tardi, specialmente quando ci sono delle ordinazioni, e soprattutto il Sabato Santo, sia per la lunghezza dell'ufficio, sia perché gli ordini sacri appartengono alla domenica, come dice il Decreto [ di Graz. 1,75,4 ].
E ancora per qualche necessità, a norma dei Canoni [ ib., 3,1,51 ], si possono sempre celebrare delle messe anche « nella prima parte del giorno ».
4. Ordinariamente la messa va celebrata di giorno e non di notte, poiché in questo sacramento è presente Cristo medesimo, il quale ha detto [ Gv 9,4s ]: « Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno.
Poi viene la notte, quando nessuno può operare.
Finché sono nel mondo, io sono la luce del mondo ».
L'inizio del giorno però non va computato dalla mezzanotte, né dalla levata del sole, cioè da quando la sfera dell'astro compare sulla terra, ma da quando inizia l'aurora.
Allora infatti in un certo senso il sole può dirsi già sorto, in quanto appare la luce dei suoi raggi.
Per cui anche S. Marco [ Mc 16,2 ] afferma che le donne andarono al sepolcro « essendo già sorto il sole », mentre secondo S. Giovanni [ Gv 20,1 ] esse andarono al sepolcro « quando era ancora buio »: così infatti S. Agostino [ De cons. Evang. 3,24.61 ] risolve l'apparente contraddizione.
Eccezionalmente però si celebra una messa nella notte di Natale, poiché il Signore nacque di notte, come spiega il Decreto [ di Graz. 3,1,48 ].
- E così pure il Sabato santo si celebra la messa all'inizio della notte, poiché il Signore risorse di notte, cioè « quando era ancora buio », prima dell'apparire manifesto del sole.
5. Nei Canoni [ Decr. di Graz. 3,1,53 ] si legge la seguente disposizione del Papa Alessandro II: « Basta una sola messa al giorno, poiché Cristo morendo una sola volta redense tutto il mondo; ed è ben felice chi è in grado di celebrare una sola messa in modo degno.
Alcuni tuttavia ne celebrano una per i defunti e un'altra del giorno, se è necessario.
Quanti però osano celebrare più messe in un medesimo giorno per danaro o per compiacere ai secolari, penso che non sfuggano alla dannazione ».
E Innocenzo III [ Decretales 3,41,3 ] dice che « eccetto il giorno della Natività del Signore, se non interviene un motivo di necessità, è sufficiente che il sacerdote celebri una sola messa al giorno ».
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