Summa Teologica - III |
Supra, q. 65, a. 4; In 4 Sent., d. 14, q. 2, a. 5 et expos.; d. 17, q. 3, a. 3, sol. 1; C. G., IV, c. 72
Pare che questo sacramento non sia indispensabile per la salvezza.
1. A commento di quelle parole del Salmo [ Sal 126,5 ]: « Chi semina nel pianto », ecc. , la Glossa [ P. Lomb. ] raccomanda: « Non essere triste, se hai la buona volontà che fa mietere la pace ».
Ora, la tristezza è un elemento della penitenza, secondo le parole di S. Paolo [ 2 Cor 7,10 ]: « La tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza ».
Quindi per salvarsi basta la buona volontà, senza la penitenza.
2. Nei Proverbi [ Pr 10,12 ] si legge: « L'amore ricopre ogni colpa », e ancora [ Pr 15,27 Vg ]: « I peccati vengono cancellati dalla misericordia e dalla fede ».
Ma questo sacramento ha il solo scopo di cancellare i peccati.
Avendo quindi la carità, la fede e la misericordia, chiunque può conseguire la salvezza, anche senza il sacramento della penitenza.
3. I sacramenti della Chiesa hanno origine dall'istituzione di Cristo.
Ora, nel Vangelo [ Gv 8,11 ] si legge che Cristo assolse la donna adultera senza penitenza.
Perciò è evidente che la penitenza non è indispensabile alla salvezza.
Il Signore [ Lc 13,5 ] ha affermato: « Se non farete penitenza, perirete tutti allo stesso modo ».
Una cosa può essere necessaria alla salvezza in due modi: primo, in modo assoluto; secondo, in date circostanze.
È necessario in modo assoluto ciò di cui nessuno può fare a meno per raggiungere la salvezza: come la grazia di Cristo e il sacramento del battesimo, mediante il quale si rinasce in Cristo.
Invece il sacramento della penitenza è necessario in certe circostanze: è necessario cioè non a tutti, ma a coloro che sono in peccato; poiché si legge [ Oraz. di Manasse, apocr., su 2 Cr 33,11-13 ]: « Tu, o Signore dei giusti, non hai preteso la penitenza da Abramo, da Isacco e da Giacobbe, i quali non peccarono contro di te ».
Ora, come dice S. Giacomo [ Gc 1,15 ], « il peccato, una volta consumato, produce la morte ».
Quindi per la salvezza del peccatore è indispensabile che il peccato venga cancellato.
E ciò non può verificarsi senza il sacramento della penitenza, in cui opera la virtù della passione di Cristo mediante l'assoluzione del sacerdote unita agli atti del penitente, il quale coopera con la grazia nella distruzione del peccato: poiché, come dice S. Agostino [ Serm. 169,11 ], « chi ti ha creato senza di te, non ti giustificherà senza di te ».
Perciò è evidente che il sacramento della penitenza è indispensabile per la salvezza dopo il peccato: come lo è la medicazione per il corpo dopo che uno è incorso in una malattia pericolosa.
1. Quella glossa pare riferirsi a coloro la cui buona volontà non è stata interrotta dal peccato: costoro infatti non hanno motivo di tristezza.
Ma se la buona volontà viene compromessa dal peccato non può venire restaurata senza tristezza, poiché uno deve dolersi del peccato commesso: il che rientra nella penitenza.
2. Se uno incorre nel peccato, la carità, la fede e la misericordia non possono liberarlo dalla colpa senza la penitenza.
La carità infatti richiede che uno si addolori per l'offesa arrecata all'amico, e che cerchi di riconciliarsi con lui.
La fede poi richiede che uno cerchi la giustificazione dei peccati mediante la virtù della passione di Cristo, che opera nei sacramenti della Chiesa.
Inoltre anche la misericordia ben ordinata richiede che uno provveda con la penitenza alla propria miseria, che è procurata dal peccato secondo quelle parole [ Pr 14,34 ]: « Il peccato rende miseri i popoli ».
Per cui si legge ancora [ Sir 30,24 Vg ]: « Abbi misericordia della tua anima, facendo ciò che piace a Dio ».
3. Si deve al potere di eccellenza, che era un privilegio esclusivo di Cristo, come si è detto [ q. 64, a. 4, ad 1,3; q. 72, a. 1, ad 1 ], che egli abbia conferito alla donna adultera l'effetto del sacramento della penitenza, che è la remissione dei peccati, senza il sacramento della penitenza; sebbene l'abbia conferito non senza la penitenza interiore, che egli produsse in lei mediante la grazia.
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