Supplemento alla III parte |
Pare che l'estrema unzione non serva a rimettere i peccati.
1. Ciò che si può fare con una sola cosa non è necessario farlo con una seconda.
Ora, in chi riceve l'estrema unzione, perché siano rimessi i peccati è necessaria la penitenza.
Quindi non è con l'estrema unzione che essi vengono rimessi.
2. Nel peccato abbiamo solo tre cose: la macchia, la pena e le reliquie della colpa.
Ora, con l'estrema unzione non viene tolta la macchia del peccato senza la contrizione; mentre se questa c'è uno viene assolto anche senza l'unzione.
Né viene tolta la pena: poiché l'infermo, se guarisce, è tenuto a fare la penitenza imposta.
Né vengono tolte le reliquie della colpa: poiché, come si può costatare dopo la guarigione, restano nel soggetto le cattive disposizioni lasciate dagli atti precedenti.
Quindi in nessuna maniera, con l'estrema unzione, i peccati possono essere rimessi.
3. La remissione dei peccati avviene all'istante, non per gradi.
Ma questo sacramento non è amministrato in un istante, poiché sono necessarie diverse unzioni.
Quindi il suo effetto non è la remissione dei peccati.
1. Così afferma S. Giacomo [ Gc 5,15 ]: « Se ha commesso peccati, gli saranno perdonati ».
2. Tutti i sacramenti della nuova legge conferiscono la grazia.
Ma con la grazia vengono rimessi i peccati.
Quindi l'estrema unzione, essendo un sacramento della nuova legge, rimette i peccati.
Ogni sacramento è stato istituito per produrre un determinato effetto, benché secondariamente ne possa produrre anche altri.
E poiché il sacramento « causa ciò che significa » [cf. III, q. 62, a. 1, ad 1 ], di conseguenza il suo effetto principale va ricercato in ciò che esso stesso significa.
Ora, questo sacramento è amministrato secondo il modo di una medicazione, come il battesimo secondo il modo di una abluzione.
Ma la medicina viene usata per eliminare l'infermità.
Perciò questo sacramento fu istituito principalmente per curare l'infermità del peccato: affinché, come il battesimo è una rigenerazione spirituale e la penitenza una risurrezione spirituale, così anche l'estrema unzione sia una guarigione o cura dello spirito.
Ora, come la cura corporale suppone la vita fisica, così quella spirituale suppone nel paziente la vita dello spirito.
Quindi l'estrema unzione non è ordinata di per sé a eliminare i difetti che tolgono la vita spirituale, cioè il peccato originale e quello mortale, ma piuttosto quei difetti che rendono l'uomo spiritualmente infermo e lo privano del vigore necessario a compiere gli atti della vita della grazia o della gloria.
E tale difetto non è altro che una certa debolezza e inettitudine lasciata in noi dal peccato attuale o da quello originale.
Contro tale debolezza dunque l'uomo viene corroborato mediante l'estrema unzione.
Siccome però tale energia viene dalla grazia, che è incompatibile col peccato, ne segue che se essa trova nell'anima un peccato mortale o veniale, lo cancella quanto alla colpa, purché non vi sia ostacolo da parte del soggetto, come è già visto anche nel caso dell'Eucaristia e della confermazione [ cf. In 4 Sent., d. 7, q. 2, a. 2, sol. 1, ad 1; d. 9, q. 1, a. 3, sol. 2; d. 12, q. 2, a. 2, sol. 1, ad 1, 3; III, q. 72, a. 7, ad 2; q. 79, a. 3 ].
Per questo anche S. Giacomo parla della remissione dei peccati in modo condizionale quando afferma: « Se ha commesso peccati, gli saranno rimessi », quanto alla colpa.
Infatti non sempre [ questo sacramento ] cancella il peccato, perché non sempre lo trova; mentre sempre elimina la suddetta debolezza, che alcuni chiamano « reliquie del peccato ».
Altri invece affermano che l'estrema unzione fu istituita soprattutto contro il peccato veniale, per il quale in questa vita non esiste un rimedio efficace, per cui il sacramento dei moribondi sarebbe ordinato proprio a cancellare questo peccato.
- Ma tale opinione non sembra vera.
Poiché la colpa del peccato veniale viene sufficientemente cancellata con la penitenza, anche in questa vita.
Il fatto poi che i peccati veniali non possano essere evitati dopo la penitenza non toglie l'effetto di quest'ultima.
- E ciò appartiene ancora alla predetta debolezza.
Per cui l'effetto principale dell'estrema unzione è di cancellare le reliquie del peccato, mentre l'effetto secondario è di cancellare la colpa, quando c'è.
1. Benché l'effetto principale di un sacramento possa ottenersi senza l'attuale ricezione del sacramento stesso, cioè senza sacramento alcuno oppure come conseguenza di un altro, mai tuttavia può aversi senza l'intenzione di volerlo ricevere.
Poiché dunque la penitenza fu istituita contro il peccato attuale, essa è necessaria anche se altri sacramenti ottengono la cancellazione del peccato.
2. L'estrema unzione cancella in qualche modo il peccato in tutti quei tre elementi.
Benché infatti la colpa non venga eliminata senza la contrizione, tuttavia questo sacramento, mediante la grazia che conferisce, fa sì che quel moto del libero arbitrio verso il peccato diventi contrizione: come può accadere anche nell'Eucaristia e nella confermazione.
- Riduce poi anche la pena temporale, ma solo indirettamente, in quanto elimina la debolezza: infatti una stessa pena la sopporta più facilmente un forte che un debole.
Perciò non è questa una ragione sufficiente per ridurre la misura della soddisfazione.
- Per reliquie del peccato infine non si intendono qui le cattive disposizioni lasciate dagli atti viziosi compiuti, che sono come degli abiti allo stato iniziale, ma piuttosto si vuole indicare una certa debolezza spirituale, tolta la quale l'anima risulta meno inclinata al peccato, benché restino ancora tali abiti o disposizioni cattive.
3. Quando molte azioni diverse concorrono a un medesimo effetto, l'ultima completa l'opera in forza delle precedenti.
Perciò la grazia che conferisce al sacramento il suo effetto viene infusa nell'ultima delle unzioni.
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