Supplemento alla III parte |
Pare che alla venuta del Signore le potenze celesti non saranno sconvolte.
1. Si dicono virtù, o potenze celesti, solo gli spiriti beati.
Ma l'immobilità è tra i costitutivi della beatitudine.
Quindi tali potenze non potranno essere sconvolte.
2. La causa della meraviglia, come si dimostra all'inizio della Metafisica, è l'ignoranza.
Ma gli angeli sono immuni dal timore come dall'ignoranza: poiché, come nota S. Gregorio [ Dial. 4,33 ], « che cos'è che non vedono, se vedono Colui che tutto vede? ».
Essi quindi non potranno essere mossi dalla meraviglia, come si legge nel testo [ delle Sentenze 4,38,5 ].
3. Tutti gli angeli saranno presenti al giudizio, secondo quanto è scritto nell'Apocalisse [ Ap 7,11 ]: « Tutti gli angeli saranno davanti al trono ».
Ma le virtù, o potenze celesti, sono un ordine speciale di angeli.
Perciò non è giusto dire che queste saranno sconvolte più degli altri angeli.
1. Sta scritto [ Gb 26,11 Vg ]: « Le colonne del cielo temeranno la sua venuta ».
Ma tali colonne non possono essere altro che le potenze celesti.
Quindi esse saranno sconvolte.
2. Nel Vangelo [ Mt 24,29 ] si legge: « Le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno sconvolte ».
La parola virtù, come spiega Dionigi [ De cael. hier. 11,1 ], ha due significati: talvolta significa un particolare ordine angelico, che secondo lo stesso Dionigi [ ib. 8,1 ] è il secondo della seconda gerarchia, mentre per S. Gregorio [ In Evang. hom. 34 ] è il primo della gerarchia più bassa.
Ma ordinariamente con questo termine vengono designati tutti gli spiriti celesti.
Ora, nel caso nostro il termine può avere tutti e due i significati.
Nel testo delle Sentenze esso è usato per indicare tutti gli angeli.
E in questo senso si afferma che gli angeli si meraviglieranno per ciò che avverrà di nuovo nel mondo.
Ma si può spiegare il testo anche secondo l'altro senso, in quanto cioè la parola virtù significa un determinato ordine angelico.
Ora, di tale ordine si afferma che sarà mosso a preferenza degli altri a motivo degli effetti.
Infatti secondo S. Gregorio [ l. cit. ] si attribuisce a questo ordine il potere di compiere i miracoli, che avverranno appunto in gran copia nell'imminenza del giudizio.
- Oppure si può intendere che, essendo quell'ordine della seconda gerarchia, non ha un potere limitato, e perciò la sua attività si svolge intorno alle cause universali.
Perciò sembra che sia un ufficio proprio delle virtù il muovere i corpi celesti, i quali esercitano il loro potere sugli esseri terrestri: come indica anche il loro stesso nome di virtù dei cieli.
Al tempo del giudizio esse saranno dunque sconvolte in quanto cesseranno dalla loro attività e non daranno più movimento ai corpi celesti; come del resto anche gli angeli deputati alla custodia degli uomini cesseranno dal loro ufficio.
1. Il mutamento in questione non intacca qualcosa di essenziale al loro stato, ma si riferisce o agli effetti, che possono cambiare senza la mutazione del soggetto, oppure a una nuova conoscenza delle cose che era, ad esse impossibile con le sole idee innate.
Ma questo mutare di pensiero non impedisce la loro beatitudine.
Infatti S. Agostino [ De Gen. ad litt. 8,22.43 ] afferma che « Dio muove la creatura spirituale nel tempo ».
2. La meraviglia nasce da ciò che supera la nostra condizione o le nostre capacità.
E in questo senso le virtù celesti si meraviglieranno della divina potenza che compirà tali portenti, che esse sono incapaci di imitare e di comprendere.
Come anche S. Agnese diceva che « il sole e la luna si meravigliano della sua bellezza ».
Ciò non suppone dunque negli angeli l'ignoranza, ma solo l'incapacità di comprendere Dio.
3. Le risposte già date valgono a risolvere anche la terza obiezioni.
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