Supplemento alla III parte |
Pare che lo splendore dei corpi gloriosi non sia visibile agli occhi non glorificati.
1. Tra la vista e il proprio oggetto ci deve essere proporzione.
Ora, un occhio non glorificato non è proporzionato alla visione dello splendore della gloria: poiché è di un genere diverso dallo splendore naturale.
Perciò lo splendore del corpo glorioso non sarà visibile all'occhio non glorificato.
2. Lo splendore dei corpi gloriosi sarà superiore all'attuale splendore del sole: poiché allora, come si dice [ Is 30,26; Sent. 4, 48, 5 ], anche lo splendore del sole sarà superiore a quello attuale; e molto più forte ancora sarà lo splendore dei corpi gloriosi, a motivo dei quali il sole e il mondo intero avranno uno splendore più grande.
Ma gli occhi non glorificati non sono in grado adesso di guardare il sole nella sua pienezza, per l'intensità del suo splendore.
Molto meno dunque potranno guardare lo splendore di un corpo glorioso.
3. Un oggetto visibile posto di fronte agli occhi di chi guarda è visto necessariamente, se non c'è una lesione degli occhi.
Ora, lo splendore dei corpi gloriosi posto di fronte a degli occhi non glorificati non è da essi visto necessariamente, come i discepoli dopo la risurrezione videro il corpo del Signore senza vederne lo splendore.
Quindi tale splendore non è visibile agli occhi non glorificati.
1. A commento di quel testo di S. Paolo [ Fil 3,21 ]: « per conformarlo al corpo del suo splendore », la Glossa [ interlin. ] spiega: « Saremo simili allo splendore che egli ebbe nella trasfigurazione ».
Ma quello splendore fu visto dagli occhi non glorificati dei discepoli.
Perciò anche lo splendore dei corpi gloriosi sarà visibile agli occhi non glorificati.
2. Gli empi nel giudizio saranno tormentati al vedere la gloria dei giusti, come risulta dal libro della Sapienza [ Sap 5,1s ].
Ma essi non ne vedrebbero pienamente la gloria se non potessero scorgere lo splendore dei loro corpi.
Quindi, ecc.
Dimostrazione:
Alcuni affermano che lo splendore dei corpi gloriosi non è visibile agli occhi non glorificati se non per miracolo.
Ma questa opinione è insostenibile, a meno che non si dica che tale splendore è solo metaforico.
Poiché la luce per sua natura è fatta per impressionare la vista, e la vista per sua natura è fatta per percepire la luce: come il vero è fatto per l'intelligenza e il bene per la volontà.
Per cui se esistesse una vista del tutto incapace di percepire la luce, si tratterebbe o di una vista o di una luce metaforica.
Ma ciò non può applicarsi al caso nostro, poiché allora l'affermazione che i corpi glorificati saranno luminosi non ci direbbe nulla: come l'affermazione che c'è un cane nei cieli non dice nulla a chi conosce solo il cane che è un animale.
Quindi è necessario concludere che lo splendore dei corpi gloriosi è naturalmente visibile anche per degli occhi non glorificati.
1. Lo splendore della gloria sarà di un genere diverso da quello della natura a motivo della sua causa, non già a motivo della sua specie.
Come quindi è proporzionato alla vista per il suo essere specifico lo splendore naturale, così lo è anche lo splendore della gloria.
2. Come un corpo glorioso non può subire alcuna passione naturale, ma solo una passione dell'anima, così con le sue doti di gloria non può agire che mediante l'azione dell'anima.
Ora, lo splendore intenso non ferisce la vista in quanto agisce sotto l'influsso dell'anima, dato che sotto questo aspetto al contrario è motivo di diletto, ma la ferisce in quanto agisce sotto l'influsso della natura, bruciando e rovinando l'organo della vista, e disgregandone gli spiriti.
Perciò lo splendore del corpo glorioso, pur superando lo splendore del sole, per sua natura non ferisce la vista, ma la rallegra.
Per cui tale splendore è paragonato dall'Apocalisse [ Ap 21,11 ] a quello del diaspro.
3. Lo splendore dei corpi gloriosi proviene dal merito della volontà.
Perciò sarà governato dalla volontà, in modo da essere visto o non visto secondo il suo arbitrio; e sarà in potere del corpo glorioso mostrare o nascondere la propria luminosità.
E tale era l'opinione del Prepositino.
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