Congresso Mondiale degli ex-allievi lasalliani |
L'incontro con il Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso O.f.M.
Fu ancora una difficile situazione per la Scuola Cristiana suscitata dallo spirito laicista e massonico a fornire l'occasione per un ulteriore passo innanzi nella realizzazione dell'Unione.
Un passo innanzi che porrà il Cristo Crocifisso a fondamento dell'opera.
Nell'anno scolastico 1911-1912 una ordinanza della locale autorità sopprimeva per gli allievi delle Scuole Cristiane il diritto di sostenere i loro esami in casa e con valore legale.
È facile immaginare il disorientamento di questi giovani e delle famiglie e le preoccupazioni dei loro educatori.
Frattanto al Fratello Teodoreto, direttore della Scuola di S. Pelagia, era stata presentata da una devota signora una pia pratica di adorazione a Gesù Crocifisso, pratica che si diceva dettata dal Signore ad un francescano laico della città.
Non era forse il glorioso Crocifisso che si voleva bandire dalle Scuole e dalla Società?
Tale adorazione appariva come un mistico adorante pellegrinaggio alle cinque piaghe dell'"Ababilissimo Signore Gesù Crocifisso" da effettuarsi "con Maria Santissima e con tutti gli Angeli e Beati del Cielo", proprio come una eco del Venerdì Santo.
Tutte le principali necessità della Chiesa vi erano ricordate insieme al desiderio della "santità della vita" e alla domanda di "ricevere i Sacramenti in punto di morte" così come la "gloria eterna".
Al Fratello Teodoreto apparve come una degna orazione per invocare dal Cielo l'aiuto che nessun uomo sarebbe stato in grado di dare e per offrire al Signore un degno omaggio di riparazione.
Con il permesso del Fratello Assistente per l'Italia, la comunità di S. Pelagia si diede a praticare la nuova devozione e a diffonderla tra gli allievi e le loro famiglie.
Fu così che, al di là di ogni umana speranza, non solo si ottenne l'abrogazione della insidiosa ordinanza, ma da persone legate alla pia pratica venne pure donata alla comunità del Fr. Teodoreto - la più povera del distretto - una villa in montagna per le vacanze estive.
Circostanze provvidenziali permisero in seguito al Fratello Teodoreto di incontrarsi - finalmente - con l'autore della Divozione che, umile frate laico incaricato della cucina del convento, viveva quasi nascosto per ordine dei superiori.
Ne nacque una amicizia tutta spirituale nutrita di colloqui intesi unicamente alla reciproca edificazione.
Con grande semplicità Fra Leopoldo venne a parlare dei favori straordinari che gli erano abitualmente concessi e di cui egli ignorava il carattere del tutto eccezionale.
Quasi analfabeta, il francescano, che solo dopo la morte della madre, all'età di cinquant'anni, aveva potuto farsi religioso, parlava di Gesù Crocifisso e della Vergine Madre di Dio e nostra con una rara sapienza e un amore penetrante.
Questi incontri si protrassero per circa un anno.
L'autentica elevatezza evangelica di quanto si asseriva dettato da Gesù e da Maria, gli effetti interiori che tutto ciò produceva, il carattere di estrema onestà e rettitudine di Fra Leopoldo ed il suo palese equilibrio mentale indussero il prudente Fratel Teodoreto a convincersi di dover prestare al frate la fede umana più completa: "Quella - sono sue parole - che si deve a chi abitualmente dice la verità".
Intanto l'idea del 1906 non era affatto svanita e ad un certo punto Fratel Teodoreto si decise di palesarla a Fra Leopoldo invitandolo a pregare affinché la volontà di Dio si manifestasse.
La risposta di Gesù Crocifisso non si fece attendere e, chiara e inequivocabile, fu veramente creativa: "Dirai al Fratello Teodoreto di fare ciò che ha in mente".
Da questo momento l'Unione cominciò ad essere una realtà.
sollecitata l'approvazione dei superiori, incoraggiato dal fervido appoggio dell'allora Superiore Generale, Fratel Teodoreto con l'aiuto di alcuni confratelli riunì alcuni allievi ed antichi allievi tra i più ferventi .. e l'Unione ebbe così inizio.
"Pia Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata" fu l'insegna della nuova associazione di perseveranza che venne eretta canonicamente da Sua Eminenza il Cardianel Agostino Richelmy, Arcivescovo di Torino, 9 maggio 1914, esattamente cinquant'anni fa.
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