Congresso Mondiale degli ex-allievi lasalliani |
L'Unione - ho detto - è nata come opera di perseveranza specialmente aperta a coloro che sono formati ed educati dalla Scuola Cristiana.
Nella veste di Istituto Secolare essa è in grado di conservare e ancor più di potenziare questa sua vocazione specifica attuando la sua missione primitiva.
È indiscutibile che il nuovo riconoscimento canonico, le Regole e Costituzioni proprie a questo stato di perfezione e la consacrazione che esse comportano costituiscono il più efficace aiuto a perseverare nella grazia e nella carità; tale aiuto è offerto a coloro che intendono praticare nel mondo, vale a dire nella condizione di laici e di secolari, la più intensa vita cristiana in stretta unione spirituale e apostolica con i loro educatori lasalliani.
In altre parola l'Unione è un'opera di perseveranza che, in virtù di un manifesto e grandioso piano provvidenziale, confortato da interventi straordinari, è giunta a costituirsi come un autentico stato di perfezione cristiana, se pure diverso da quello degli Ordini e delle Congregazioni.
Infatti come Istituto Secolare l'Unione implica la ricerca della perfezione della carità, della perfetta imitazione di Gesù Cristo nel mondo, cioè nella condizione specifica di laici e di cristiani secolari.
Ricerca della perfezione cristiana anche "per mezzo" del mondo, per mezzo cioè di tutti quei compiti e doveri familiari, professionali, civili e attraverso tutte le realtà umane che sono la storia, la civiltà, la cultura, e tramite quelle realtà naturali che ne costituiscono il presupposto e ne configurano l'ambiente.
Di più, l'Unione come Istituto Secolare esige dai membri la ricerca della santità nell'apostolato.
Nel nostro caso: apostolato catechistico e sociale.
In sintesi, potremmo affermare che l'Unione essendo un Istituto Secolare rappresenta un vero e proprio stato di perfezione apostolica che propone ai suoi membri la generosa e solerte ricerca della santità nel mondo; stato di perfezione che si alimenta e si estrinseca nell'apostolato catechistico e sociale.
Perciò la vita dei Catechisti deve essere tutta e sempre apostolica, tutta e sempre catechistica, anche se le attività catechistiche in senso stretto occupano solo parte del loro tempo.
Infatti è compito precipuo dei Catechisti illuminare col Vangelo e permeare capillarmente di spirito cristiano ogni attività e manifestazione umana, ogni ambiente, condizione e stato di vita.
Non è chi non veda come nell'Unione queste due finalità inscindibili, della santità e dell'apostolato, vengano evidenziate secondo una visione tipicamente lasalliana.
Quella dei Fratelli deve essere per l'appunto una santità "per mezzo" della scuola, conseguita cioè "mediante" tutto ciò che concerne l'attività scolastica, l'insegnamento e l'educazione.
Del pari l'apostolato dei Catechisti, eminentemente catechistico e sociale, è tutto volto a sviluppare la vita cristiana specialmente attraverso l'insegnamento della dottrina cristiana e la costruzione di una visione e mentalità di fede, che inducano a considerare tutto sul fondamento della Parola e a penetrare e interpretare secondo Gesù Cristo, Verbo Incarnato, ogni aspetto del mondo e dell'uomo focalizzato nelle varie "materie" cosidette "profane".
Ora per i Catechisti - dicevo - la santità e l'apostolato sono conseguiti mediante la consacrazione del mondo nella specifica partecipazione all'azione sacerdotale del Cristo, e mediante l'illuminazione del mondo nella specifica partecipazione all'azione profetica del divino Maestro.
Ne consegue che i Catechisti debbono vivere non solo come "posti" nell'essere, ma come esplicitamente "mandati" da Gesù, dalla Chiesa e per la Chiesa perché siano "luce sul candeliere" e perché le loro opere risplendano davanti agli uomini affinché essi diano tributo di gloria al Padre che è nei cieli.
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