Annotazioni sulla Casa di Carità |
Lunedì, 24 novembre 1919, sera, ore 9,30.
Nella santa Adorazione-Divozione al SS. Crocifisso, quando incominciai l'adorazione alla Piaga della Mano sinistra, Gesù disse: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri".
Gesù soggiunse: "Non bisogna lesinare, si richiede qualche milione".
Riprese: "Se non fanno quanto io chiedo, si scaveranno la fossa".
Gesù Crocifisso.
Questo detto è rivolto ai preti e ai ricchi: Gesù ne parla chiaramente nei quaderni antecedenti.
Questo detto è l'atto di nascita della Casa di Carità Arti e Mestieri.
Ed è un atto soprannaturale, poiché proviene da un'ispirazione di Gesù a fra Leopoldo: se occorresse una riprova di tale carattere – oltre le testimonianze, le attestazioni storiche, e soprattutto il fatto che l'Opera sussiste – basti considerare la completezza e la pregnanza della denominazione, che non è scaturita da qualche esperto o da un gruppo di lavoro, ma dal Diario di un frate francescano laico, di professione cuoco, ignaro delle nozioni della pubblica istruzione e della formazione professionale.
Nella denominazione è contenuta, in mirabile sintesi, la natura dell'Opera.
Essa è una "Casa", cioè un ambiente familiare per un cammino condiviso dell'allievo e del formatore.
É "di Carità", cioè animata dall'amore di Dio e del prossimo, con esplicito riferimento alla virtù teologale.
Sul piano operativo essa precorre quel movimento spirituale provvidenzialmente caratteristico della Chiesa nel nostro tempo, inteso ad approfondire la nozione e le applicazioni della carità, sempre vive e vitali nel Cristianesimo, con diretto riferimento allo stesso concetto di Dio, alla Rivelazione e alla missione della Chiesa.
Tra le espressioni di tale movimento ricordiamo il Convegno di Palermo del 1995 della Chiesa italiana, col tema: " Il Vangelo della carità per una nuova società italiana", e soprattutto, per la Chiesa universale, l'enciclica " Deus caritas est", di Benedetto XVI, del 2006, che per essere la prima del suo pontificato, ne contrassegna in modo inequivocabile l'orientamento pastorale.
Un profondo esame di queste tematiche con riguardo alla comunità ecclesiale è svolto nel libro "La Chiesa è carità", di Giuseppe Pollano.
É per le "Arti e Mestieri", a significare che il servizio educativo è di formazione professionale, con tutte le implicazioni che ciò comporta, con riguardo al lavoro, inteso come forma di cultura, all'orientamento personale e allo sbocco lavorativo, nonché alla stessa rilevanza sul piano economico e sociale.
Ma poiché le Arti e i Mestieri sono animati dalla Carità, la formazione professionale erogata viene a rivestire una valenza non solo sul piano educativo, ma anche su quello dell'annuncio evangelico e della catechesi.
In tal modo l'Opera si riannoda alla finalità enunciata nel detto in esame, cioè "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni", e il suo progetto educativo risulta definito e compiuto.
Gesù disse di "farlo con buona volontà".
Che questo detto riguardi la Casa di Carità lo si deduce dalla sua collocazione nel Diario di fra Leopoldo, e dal fatto che il ven. fr. Teodoreto, nella sua biografia sul Servo di Dio, lo pone tra le prime esortazioni di Gesù sull'Opera.
E da esso subito emerge la benevolenza e la continuità con cui il Signore intende accompagnare e seguire le varie vicende della Casa di Carità nelle sue fasi iniziali: non solo una dichiarazione di volontà per l'avvio e la sua istituzione, ma un costante e amorevole seguito di moniti, di consigli, di raccomandazioni, di benedizioni, e all'occorrenza anche qualche rammarico.
Ed anche nelle fasi successive, se non vi è più stato l'eloquio diretto tramite fra Leopoldo, non sono mai venuti meno l'aiuto, la protezione, i segni indiretti e il consiglio, secondo i modi ordinari con cui la divina Provvidenza manifesta la sua Volontà a chi con umiltà e fede la ricerchi costantemente.
( 1° detto dell'elenco ) 2 dicembre 1919.
"Ormai è tempo che manifesti la mia volontà: voglio una Scuola Casa di Carità Arti e Mestieri".
Detti di Gesù.
( Nel Diario segue questa annotazione: ) La gloria di Dio splende di viva luce in ogni luogo e nelle menti caritatevoli per la salvezza della gioventù; e ( gli amici ) di questa sono gli amici di Dio.
( In un foglio compare questo ammonimento: ) Viva Gesù Crocifisso – Detti
"È volontà del Signore. Sia manifestata".
Sono passati solo otto giorni dalla prima rivelazione sulla Casa di Carità, e "quell'ormai è tempo" di Gesù a fra Leopoldo, che suona come dolce sprone, ci manifesta ulteriormente la sollecitudine e la provvidenzialità del disegno divino.
Questi detti furono comunicati a fr. Teodoreto - che ne diede notizie al suo superiore assistente fr. Candido, e a fr. Isidoro, direttore delle scuole Romi in via delle Rosine – nonchè all'ing. Rodolfo Sella, un ardente zelatore dell'Adorazione a Gesù Crocifisso.
L'Opera inizia il suo cammino, con una riunione dei Fratelli direttori delle case di Torino, e con la costituzione di un Comitato a cura dell'ing. Sella.
L'ultimo "detto" sopra riportato è il primo su un foglio contenente altri "detti" tutti datati, mentre esso non ha una data specifica: a meno che non si debba intendere quella del successivo, di cui al seguente § 4, che è 25 dicembre 1919 ore 9,30 di sera.
Comunque sia, è un'ulteriore attestazione delle sollecitazioni del Signore a rivelare il progetto della provvidenziale iniziativa.
( Dal foglio sopra: menzionato ) 25 dicembre 1919 ore 9,30 di sera.
"Voglio una casa di Carità arti e mestieri e scuole".
Si noti, oltre alla rinnovata richiesta, l'esauriente completezza della designazione dell'Opera, con espresso riferimento anche al carattere scolastico – ossia sistematico, curriculare – che l'istituzione deve assumere pur nella sua fondamentale caratteristica di formazione professionale, scaturente però in un clima familiale e fraterno, proprio della "Casa", e soprattutto animato dall'amor di Dio, cioè dalla "Carità".
( 2° detto dell'elenco ) 27 dicembre 1919, alle ore 9,30 di sera nel santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù.
Finito di pregare per l'acquisto delle indulgenze delle Sante Stazioni e nel più dolce e soave amore in Dio, Gesù Sacramentato mi disse: "Tutto l'andamento delle Case di Carità che si edificheranno, splenda cristianamente e cattolicamente".
In questa esortazione del Signore viene riaffermata la pluralità delle Case di Carità, già espressa nel primo annuncio, e soprattutto si sottolinea la cristianità e la cattolicità dell'Opera, termini nei quali sembra chiara la portata universale e quella ecumenica, quest'ultima forse non ancora avvertita con l'impellenza attuale negli anni cui ci riferiamo, per cui anche sotto quest'aspetto il messaggio precorre i tempi.
Agli operatori e ai formatori dell'istituzione l'impegno di essere sempre solleciti e perseveranti nell'attuare il mandato di Gesù sulla natura della missione educativa e formativa.
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