Annotazioni sulla Casa di Carità

Indice

51. Benedizione per chi collabora

( Senza data, ma presumibilmente degli stessi giorni, scritto su un foglio )

"Lavori nella via mistica del Signore e questo sarà nunzio di pace che agognano gli uomini giusti, e da Dio avrà un sorriso e al servo suo fedele nella persona del carissimo e amatissimo Sig. Ingegnere Dematteis una speciale benedizione.

Il suo nome andrà in benedizione da Dio e dai figli benevoli di S. Croce come li vorrebbe a suo tempo il Signore, per tutte le gioie e fecondanza di fede e grazie celesti.

Senza lo spirito di sacrificio non si avrà pace sopra la terra".

Trattasi probabilmente di un appunto stilato da fra Leopoldo in relazione ai colloqui con l'ing. Dematteis e alle domande che questi gli sottoponeva, e i sentimenti quivi espressi riflettono certamente, come in numerosi altri "detti" e scritti, la benevolenza e la benedizione che il Signore dona ai primi operatori della Casa di Carità.

Ma come abbiamo già ripetutamente osservato, il beneplacito divino, se si è manifestato in modo straordinario ai primordi dell'Opera, non cessa di effondersi nel corso dell'attività di questa, su quanti si prestino generosamente ad attuarne il carisma e a sostenerla.

Da rilevare altresì come sia evidenziata la riconoscenza da parte degli allievi, il che sarà ulteriormente ribadito in un "detto" successivo.18

E quanto è commovente e puntuale l'osservazione sullo spirito di sacrificio, necessario non solo per ottenere la pace del cuore, ma altresì per la "pace sulla terra"!

52. Legame con l'Unione Catechisti

Martedì, 6 luglio 1920.

Venne fr. Teodoreto e mi disse: "Potrebbe fare il favore di domandare a Gesù come dobbiamo regolarci riguardo alle funzioni religiose della pia Unione?

Se possiamo anche noi dell'Unione del SS. Crocifisso approfittare della Chiesa di S. Pelagia?"

Risposta di Gesù Sacramentato: "Siano tutti in cordiale accordo, tanto i figli della Casa di Carità Arti e Mestieri quanto la pia Unione del SS. Crocifisso, e i figli della Casa di Carità devono tutti, con amore e fede, essere Ascritti alla pia Unione del SS. Crocifisso.

Nessuno manchi".

Tale detto riveste un'importanza particolare circa i rapporti tra la Casa di Carità Arti e Mestieri e l'Unione Catechisti.

A questa, con i Fratelli delle Scuole Cristiane, si deve l'attuazione della Casa di Carità, pur restando due enti distinti.

Ma qui viene sottolineata la necessità che i membri della Casa di Carità – personale e allievi – aderiscano allo spirito e al carisma dell'Unione.

Quel "nessuno manchi" è fortemente significativo, anche se tale adesione ovviamente non può essere imposta.

Ma è necessario che la spiritualità dell'Unione, incentrata nell'amore a Gesù Crocifisso e a Maria Immacolata nella secolarità della vita, e pertanto anche nella formazione alle arti e ai mestieri, animi il progetto educativo e lo svolgimento dei corsi formativi della Casa di Carità.

Il testo di cui sopra è quello riportato da fr. Teodoreto nella già citata sua biografia su fra Leopoldo.19

Nella ristampa del Diario del 1998, a cura dell'Unione Catechisti, il suddetto testo, invariato nella sostanza, presenta una breve aggiunta che riteniamo opportuno segnalare.

Nella risposta di Gesù, dopo la prima citazione dei figli della Casa di Carità Arti e Mestieri, vi è l'inciso: "Figli benamati di Santa Croce come l'ha chiamato la sacra bontà di Dio".

Sulla motivazione, ma altresì sulla pregnanza di tale denominazione ci siamo già soffermati al § 25, cui facciamo rinvio.

Qui ci limitiamo ancora ad osservare come la suddetta qualificazione ribadisca il legame spirituale intercorrente tra gli allievi e il personale della Casa di Carità e la Unione Catechisti, cioè lo specifico amore al Crocifisso in risposta alla sua attrazione salvifica.

53. Predilezione per l'ing. Dematteis

( Su un biglietto presumibilmente del 22 luglio 1920 ).

Al carissimo Ingegnere Cav. Dematteis.

"Lascio a sua discrezione: sarà benedetto il suo buon volere, io lo amo tanto."

Detto di Gesù Sacramentato il giorno 22 luglio 1920.

Fra Leopoldo Maria ore 1 pomeridiane.

Le ripetute attestazioni d'amore di Gesù per gli operatori della Casa di Carità, e in particolare per l'ing. Dematteis, non cessano di commuoverci, ma altresì d'interpellarci profondamente.

Che Gesù prediliga le sue creature, redente dal suo sangue, è verità basilare del cristianesimo ed elemento fondante, per così dire, della vita spirituale.

Ma leggere tali espressioni indirizzate ad una persona, per di più collegate all'azione apostolica, fa percepire direttamente e nel concreto i sentimenti del Signore.

E tutto ciò ci interpella nel vivo, perché ognuno di noi può essere destinatario di tale effusione di amore, non solo come creatura e come cristiano, ma altresì, nel concreto, quale operatore della Casa di Carità, o comunque dell'opera o dell'attività cui il divino Maestro l'abbia chiamato.

Circa l'oggetto specifico della risposta del Signore, pensiamo si tratti di un quesito concernente qualche aspetto della scuola, ed anche a questo proposito siamo colpiti dall'affidamento alla "discrezione" del richiedente, come già constatato in altre circostanze.

54. Fedeltà al disegno di Dio e "domandare la carità"

( 21° detto dell'elenco ) 23 Luglio 1920, ore 10 di sera.

Nella SS.ma Adorazione al SS.mo Crocifisso, quando ebbi quasi finito la santa adorazione, cioè al Sacro Costato, Gesù prese a dire: "Questa Casa di Carità Arti e Mestieri andrà avanti di buon conto come voglio Io?

Non vorrei col tempo, molto avanti, che ci si speculasse sopra!

La carità si deve sempre dimandarla, affinché vengano in aiuto!".

Il volere di Dio è che vadano amorevolmente d'accordo, che s'interessino del bollettino "L'amore a Gesù Crocifisso", che continuino a far stampare i "Foglietti": "È da ricordare pure, disse Gesù Sacramentato, che l'una e l'altra sono le due opere mie.

E sia in una pagina, pure del bollettino, manifesta l'opera del Signore della Casa di Carità Arti e Mestieri a edificazione del mondo!".

Date, o mio Dio, Gesù Crocifisso, tanto amore e fede a tutti quelli del Pio Comitato, come l'avete per bontà vostra, o Signore, infusa nel buon Fratello, professore Teodoreto, nel Signor Conte Alessandro Arboreo Mella, vostro figlio e servo fedele, nel caro ingegnere Dematteis, nel signor Ingegnere Sella, a cui avete, o Gesù, infuso la fede d'Abramo e nel buon Direttore Fratel Isidoro di Maria, in modo da ottenere, con Voi o Gesù, cose meravigliose!

"In primo luogo si ricordino dell'accettazione dei figli poveri".

Adorazione al SS.mo Crocifisso: "Scrivi così: non è arricchire nessuno: è un monumento alle anime redente col mio preziosissimo sangue; infine è la mia misericordia divina che vuole così!"

Sono espressi nel detto alcuni elementi fondamentali dell'Opera:

a) il monito a restare fedeli al carisma comunicato direttamente da Gesù;

b) l'accettazione "in primo luogo" degli allievi in stato di bisogno;

c) la costante richiesta di aiuti, dovendosi "sempre domandare la carità";

d) lo spirito di carità e di fede da parte degli amministratori, secondo la preghiera elevata da fra Leopoldo, che peraltro afferma come i membri del "Pio Comitato" di allora ne fossero ripieni.

É sempre viva un'atmosfera di grazia in questi inizi della Casa di Carità, che ne contrassegna il carattere divino e che non è mai venuta meno, pur tra difficoltà e talora anche errori, come è dichiarato in un detto successivo.

É compito di tutti gli operatori mantenere alitante questa fiamma d'amore.

L'impegno a sempre domandare la carità ovviamente non esime dalla prudenza nella gestione, come osservato al § 41, ma è la riprova della permanente fiducia nella Provvidenza.

55. Altri detti per l'ing. Dematteis

( Da un biglietto ) Viva Gesù e Maria SS.ma. 25 luglio 1920 –

Ss. Giacomo, ore 1 pomerigiane, nel santuario, ringraziamento del cibo.

Finite le mie preci d'obbligo regolare, mi prostrai davanti a Geù Sacramentato e dopo aver fatto breve preghiera gli dissi al buon Gesù, mio mio buon Gesù, ricordatevi che vi è più che tre giorni per l'Ingegnere Dematteis.

Degnatevi aiutarlo se così vi piace, e con grazia e nobiltà dà un colpo contro la porticina del SS.mo Sacramento; e gli dissi cosa debbo dirgli mio bel Gesù, "digli quanto tu hai sentito".

Di questo io non ero pago, Gesù che vede nei cuori disse: "digli così come ti ho detto, lui è contento lo stesso".

Di questi segni straordinari vengono rarissimi se non che ad anime intime di Gesù, so di un maestro di Pinerolo, capitò ugualmente che più tardi poi fu colmo da Dio di grazie e di aiuti.

Alle ore 7 sera, 25 luglio nel Santo Rosario.

Raccomando pure di nuovo il caro Ingegnere Dematteis e ( di ) lui Gesù disse: " quello lì è uno dei miei cari figlioli".

Fra Leopoldo Maria.

Un altro testo ridondante di delicatezza e di amore divino.

L'accenno ai "tre giorni" indica probabilmente l'attesa da parte del Dematteis ad una risposta, verosimilmente sempre concernente la scuola.

Va notata poi la prudente finezza con cui fra Leopoldo ritiene lui stesso di commentare la circostanza del "colpo alla porticina" del tabernacolo, quale segno particolare, inquadrabile e rivelativo di un clima di intimità, spiegazione che ribadisce – se fosse necessario – l'autenticità e la consapevolezza del nostro Servo di Dio.

56. Sviluppo ed esaltazione dell'Opera, pur tra difficoltà

( 22° detto dell'elenco ) 30 Luglio 1920, ore 9,30 di sera, Venerdì in cella.

Adorazione al SSmo Crocifisso.

"Scrivi così: Non è per arricchire nessuno.

È un monumento alle anime redente col mio preziosissimo sangue.

Infine è la mia misericordia divina che vuole così!".

Per chi parla debolmente della Casa di Carità Arti e Mestieri.

In cella, continuazione: "Nessuno vada scrutinando.

Io sono Iddio, so tutto, vedo tutto!" Gesù Crocifisso.

"Fra Leopoldo, faremo una cosa che farà strabiliare il mondo.

Ci vorrà tempo, fatiche, e ci saranno anche intrighi che non fanno per noi!" ore 10,30

Chi fa tutto, è Gesù!

I tre detti sono detti tutti e tre nella SS.ma Adorazione al SS.mo Crocifisso, 30 luglio sera.

Altre espressioni di encomio e di esaltazione della Casa di Carità, che ci lasciano pieni di stupore, vorrei dire strabiliati, dandoci ancor più la consapevolezza del mirabile disegno di Dio.

In particolare va ancora sottolineato come l'elemento basilare dell'Opera resti la formazione spirituale e la conversione delle "anime, redente col preziosissimo sangue di Gesù.

Naturalmente non si tratta di imporre nulla a nessuno: non sarebbe conversione, ma di proporre la salvezza interiore, con costanza e soprattutto con amore.

Non manca però il riferimento, oltre al tempo e alle fatiche, insiti in ogni attività umana, anche agli "intrighi che non fanno per noi": dobbiamo essere vigilanti e attenti a non essere noi artefici di inconvenienti del genere, anche se inavvertitamente o in buona fede.

57. Generosità per l'Opera e gratitudine anche per i familiari degli operatori

( Da una lettera all'ing. Dematteis ) 14 agosto 1920.

Viva Gesù e Maria SS.ma.

Carissimo, molto nella santità di Dio il pio e benemerito sig. Cav. Ing. Filippo Dematteis.20

Sappia mio carissimo non va giorno ( che ) sempre lo ricordo al Signore secondo la sua intenzione, che da parte mia ne prendo vivo interessamento con la prece.

Quanti più proponimenti avrà fatto al buon Gesù costì luogo di pace e di serena solitudine, si lavori pure nella vigna mistica di Dio, è questo di buon volere e nunzio di pace che agognano gli uomini giusti e dalla stessa bontà di Dio ne avrà gioia e una speciale benedizione al servo suo fedele, al caro servo di Dio il sig. Cav. Filippo Dematteis, tutto per trarre al Signore la povera gioventù al bene sollevandoli dall'insidiatore portandoli a miglior consigli da Dio voluti.

Una parola anche alla pia signora Elvira di lei consorte, che anch'essa coopera, il Signore fecondi sempre nel suo bel cuore fede e grazia celeste condividendo gioie e spine coll'amato suo consorte così alla fine di vedersi coronata sicura dell'amor santo di Dio e col sorriso ineffabile della Vergine Santa vada in benedizione ora e sempre.

Ossequi rispettosissimi, e la benedizione del Signore scenda copiosa sopra il suo bel capo e lo colmi di aiuti e di molte consolazioni.

Estensibile alla sig.ra Elvira.

Suo nel Signore, Fra Leopoldo Maria.

S. Tommaso, 14 agosto 1920.

Dimenticavo di segnare, ieri 13 ricevo dalle damigelle sorelle Ferrero annunziandomi la grande allegrezza di sapere della casa di carità che si apre in ottobre quest'inverno, fecero l'offerta di lire mille, le dette sorelle non sono ricche ma fanno del loro meglio per venire in aiuto.

Come si desume dal contesto dello scritto, deve trattarsi probabilmente di una lettera inviata da fra Leopoldo all'ing. Dematteis in una località di vacanza o di ritiro.

È veramente toccante l'attenzione rivolta alla consorte di questi, come compartecipe dello zelo del marito per la Casa di Carità.

Ed è un riferimento importante per la solidarietà nelle opere di bene e di apostolato che si può attuare in famiglia, tra i coniugi, i figli e gli altri membri, quando vi sia una condivisione della missione catechistica ed educativa dell'Opera e, più in generale, delle attività religiose e caritative.

Magari non sempre tale clima di partecipazione si attua o si manifesta.

Ma la misericordia e la generosità di Dio travalicano certamente le nostre limitate visuali, e non si arrestano alla freddezza dei nostri cuori, ridondando di grazia quanti sono coinvolti, direttamente o indirettamente, nell'avvento del suo Regno.21

Notisi ancora nel testo come sia ribadita la missione spirituale della Casa di Carità, e la soddisfazione per l'offerta generosa delle due sorelle, "non ricche" ma appassionate dell'Opera.

58. Lavori per sistemare la Casa di Carità

( Da una lettera del 18 agosto 1920 )

Viva Gesù e Maria SS.ma.

Anima cara al Signore, Augusto Visetti ( omissis )

Nella casa di carità arti e mestieri continuano i lavori per sistemarla in ottobre, preghi per me io lo ricordo sempre, spero che si farà un bel corredo di cose belle tutte spirituali per poi raccontarmele gioiendo di allegria nel nome santo di Dio.

( Omissis ) Suo nel Signore, Fra Leopoldo Maria – S. Tommaso – 18 agosto 1920.

Abbiamo riportato il passo di questa lettera per rilevare il permanente pensiero di fra Leopoldo sulla Casa di Carità, anche in occasione di lettere ad amici e conoscenti, molti dei quali coinvolti spiritualmente nell'Opera con la preghiera, e magari con le offerte.

È veramente una catena di solidarietà, anzi di autentica carità quella inanellata dal nostro Francescano, come pure da fr. Teodoreto, e dagli altri collaboratori, che è bene sempre sussista, non solo per il sostegno economico, pur importante, ma per la diffusione del carisma, in cui è insito, come abbiamo visto nei "detti" precedenti, una rigenerazione morale.

59. Attenersi alle intenzioni degli offerenti

Il giorno 7 Settembre venne il buon fratello prof. Teodoreto verso le ore 4,30. fra le altre cose mi disse di pregare Dio se nella sua bontà, volesse dirmi se possiamo prendere le cedole, già destinate per il S. Crocifisso, donati dalla Signora C. A., per meglio ( sistemare ) l'opera Casa di carità Arti e Mestieri.

Recitai il santo rosario, sentii nulla.

Continuai le mie preci e quando sono alla fine Gesù Sacramentato nel santuario prese a dire: "Sta attento a quello che Non è l'intenzione della Signora di levarli; e non dico di più.

Gli dirai che non ho detto di più."

Ore 7 ¾ ai piedi del santo altare – 7 Settembre 1920 – Fra Leopoldo.

Da questo "detto" emergono molti insegnamenti.

In primo luogo l'alta considerazione che Iddio ha per le sue creature, nel rispettarne le decisioni, quasi a garanzia della piena salvaguardia del dono della libertà con cui le ha insignite esseri intelligenti dotate di anima immortale.

E di riflesso la delicatezza d'animo di fr. Teodoreto, la sua profonda onestà intesa a rispettare rigorosamente le intenzioni dei benefattori in ordine alle loro offerte, anche a fronte di difficoltà da superare, e sebbene sempre a fine di bene e per opere volute da Dio.

Sono principi e atteggiamenti ai quali occorre costantemente ispirarsi nelle nostre decisioni, se vogliamo veramente comportarci come amministratori fedeli, anzi come "servi inutili" ( cfr. Lc 17,10 ), nell'alto significato di tale termine, per chi abbia consapevolezza di impegnarsi per il Regno di Dio.

60. Costante fiducia. I benefattori

( 23° detto dell'elenco ) 10 Settembre 1920 - sera ore 9 3/4.

Detto di Gesù: "Di' loro che non si spaventino se di questi tempi non vengono le offerte, come si vorrebbe, per la Casa di Carità.

Ha da fare la figura di un fuoco spento, ma se mettono la mano sotto la cenere la brucia".

Ancora una consolante raccomandazione e confidare nella Provvidenza e a constatare la vitalità della Casa di Carità, che brucia come fuoco latente anche in tempi di apparente gelo.

Con l'occasione rileviamo come da vari passi, tra quelli riportati ed i seguenti, emergano le figure di benefattori della nostra Opera e anche dell'Unione Catechisti.

È una messa in atto del costante monito del Signore di sempre domandare la carità.

Tra i benemeriti gruppi dedicati a tale missione, ricordiamo le "Patronesse della Casa di Carità", istituite dai Catechisti nei primi anni della scuola festiva e serale da essi gestita, come detto in seguito.

61. Origine soprannaturale della Casa di Carità

( Da una lettera dell'11.9.1920 alla sig.ra Maria Teresa Pulciano )

… Appena passati otto giorni sento dal mio Crocifisso Gesù ( … ): "ricordati a Torino vi è da lavorare."

Io volevo partire subito22 ma i miei parenti si sono opposti alla mia partenza così istantanea, così giunti i quindici giorni partii subito e quando fui a Torino vi è chi ci aspettava per sciogliere cose di maggior importanza a riguardo della casa di carità arti e mestieri che venne eseguita ai piedi del Santo Altare consigliato da Gesù Sacramentato.

In questo brano di lettera non direttamente concernente la nostra Opera, ma solo di riflesso, possiamo tuttavia trarre profonde riflessioni.

In primo luogo viene ribadito che la Casa di Carità è sorta "ai piedi del santo altare", su diretta ispirazione ( "consigliato" ) del Signore.

Inoltre appare all'evidenza come agli inizi sia costantemente richiesto l'aiuto di fra Leopoldo, per sottoporre direttamente a Gesù le questioni e le decisioni da intraprendere, il che ci è di sprone a interpellarci anche oggi sulla rispondenza delle nostre scelte alla volontà di Dio, avvalendoci del discernimento fiducioso nell'aiuto di Dio, ma con atteggiamento responsabile circa l'obbiettività e l'imparzialità dei nostri punti di vista.

È superfluo infine ancora sottolineare la predilezione di fra Leopoldo per l'Opera, nel cui buon esito intravvede il desiderio di Gesù.

62. Lettera ai Sigg.ri Dematteis

Viva Gesù e Maria SS.ma.

Carissimi nell'alto, i signori Cav. Filippo e Elvira Dematteis coniugi.

Anime elette che tanto sapete copiare gli esempi di Gesù nelle opere, nelle spine e nella croce, il Signore tutto vede, compie coi figli suoi, verrà un giorno premiata la bella virtù nascosta come la viola umilissima e sarete portati in trionfo dalla terra al cielo e nello splendore della gloria ove regna la beatitudine eterna caro ingegnere quanto gaudio procuri a Gesù a salvezza della povera umanità e di questo ne partecipi la buona e devota pia signora di lui Elvira.

Porgendo ai signori Ing. Filippo ed Elvira Dematteis fervidi auguri ( dal ) rimanere ( nella ) campagna ed ogni sorta di benedizione di Dio, con ossequi rispettosissimi nel Signore, Fra Leopoldo Maria. 16 settembre ore 11 sera.

Abbiamo inserito questa lettera di saluto ai coniugi Dematteis – probabilmente scritta da Terruggia, come il testo precedente - per quanto non vi siano espresse notizie o comunicazioni per la Casa di Carità, perché anche questo scritto è denso della predilezione di fra Leopoldo per questo pioniere della nostra Opera, e sappiamo che l'umile francescano è lo specchio terso di Gesù.

È poi quanto mai suggestivo vedere accomunata in questa predilezione anche la moglie, ad attestazione della comunione spirituale che può avvincolare gli sposi, e in genere i familiari, nel bene e nell'apostolato.

Si noti anche la promessa del premio nella vita eterna, con espressioni che ci richiamano le promesse dell'Immacolata a S: Bernardetta a Lourdes: "Ti prometto la felicità nell'altro mondo".

Infine viene ribadita la missione salvifica della Casa di Carità per la "povera umanità".

Quanti spunti di riflessione e di consolazione per noi, operatori del nostro tempo, e per quelli che verranno!

63. Rinnovata benedizione

Venerdì 24 settembre – W Gesù.

Il signor direttore di S. Pelagia Fratello Isidoro di Maria, mi consegnò una busta contenente i nomi che amano una benedizione da domandare a Gesù Sacramentato.

Sabato 25 corrente Settembre ore 7,30 di sera

la portai nel santuario proprio vicino la porticina del S. Tabernacolo unita con altri del medesimo desiderio.

Recitai il santo Rosario, sentii nulla.

La sera rinnovai la preghiera alla medesima ora ed ecco la bontà di Dio disse: "Darò una benedizione speciale e dirai che la dò proprio da buon padre".

1920. Fr. Leopoldo Maria.

Sembra che non vi sia coordinamento tra le date riportate da fra Leopoldo.

Probabilmente il silenzio del Signore va riferito al 24 settembre, mentre la risposta avviene il 25, ed è per questo, probabilmente, che il nostro frate evidenzia tutti gli avvenimenti all'ultima data.

Ma al di là di queste disquisizioni marginali, ciò che emerge di continuo è il beneplacito e la benedizione di Gesù.

Gli stessi silenzi in alcune circostanze sono conferma della veridicità delle rivelazioni riportate da fra Leopoldo.

Indice

18 Cfr. il 31° "detto" dell'elenco specifico, del 22 dicembre 1920, al § ( ex 42 )
19 Cfr. "Nella intimità del Crocifisso", IIIa ed. 1984, pag. 169
20 La lettera così inizia: Le feste del nostro R. P. Guardiano sono riuscite splendidamente, il 25mo di sacerdotale ministero suo che ha avuto esito il 10 corrente mese, ora è fuori di Torino, aspetto il permesso per andare a Terruggia che contava il giorno 16 subito dopo la Vergine Assunta
21 Mi piace riportare al riguardo la consolante affermazione di Dante sulla grazia preveniente, nel contesto dal sommo poeta riferita alla Madonna: "La tua benignità non pur soccorre / a chi domanda, ma molte fiate / liberamente al dimandar precorre" (Paradiso, XXXIII, vv. 16 – 18)
22 Da Terruggia, suo paese natale, dove si trovava per una breve vacanza