Lettera N° 17
Torino, 1 luglio 2014
Carissimi Referenti e amici dell’Unione Catechisti,
nella precedente mia lettera di comunione n° 16 ci siamo brevemente soffermati sulla specifica vocazione missionaria dei Cenacoli di adorazione – evangelizzazione.
Tale missione, come sappiamo, comprende oltre la pratica dell’Adorazione a Gesù Crocifisso, anche l’annuncio dell’amore e della misericordia del Signore.
Chi, nel concreto svolgimento di questa missione evangelizzatrice, non fosse animato dall’urgenza di proporre questo annuncio per favorire la salvezza di tutto il mondo, ma fosse invece prevalentemente mosso da passeggeri e fugaci sentimenti che lo gratifichino tranquillizzando la propria coscienza, non potrà ovviamente considerarsi né missionario né Referente di un Cenacolo di adorazione - evangelizzazione.
Nella precedente lettera di comunione a voi inviata ci eravamo detto che qualora ci occorresse un rinnovato slancio missionario per superare le innegabili difficoltà che si incontrano nello svolgimento di questa missione, avremmo potuto chiederlo ed ottenerlo sottoponendoci ad un trapianto di cuore.
Tale intervento, pur essendo un po’ doloroso, per il grande sforzo di volontà che richiede, ci aiuterebbe a superare il rispetto umano o l’indolenza che spesso ci inducono ad anteporre i nostri progetti a quelli di Dio.
Qualora ci fossimo già sottoposti a detto trapianto, chiediamoci se ha già prodotto frutti di vita anche visibili nel nostro quartiere.
Se invece, pur sentendone la necessità, non ci fossimo ancora sottoposti a detto intervento, riflettiamo su quanto riportato nella Sacra Scrittura che precisa che non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno di Dio, ma chi fa la volontà del Padre nostro che è nei Cieli, ed anche sull'affermazione dell’Apostolo S. Giacomo che ci ricorda che la fede senza le opere è morta.
Fortunati noi se dopo una vita interamente spesa nella direzione del bene potremo presentarci al Signore con gli stessi sentimenti di docilità e di amore a Lui e al prossimo, coltivati in tutta la nostra vita.
In questo slancio di carità ci è di esempio Santa Teresa di Calcutta che quando si accorse che nella sua città vi erano gravi situazioni di miseria e povertà, non si limitò a versare qualche lacrima di compassione o a fare pie considerazioni sulle situazioni difficili di quella gente, ma intensificò la sua preghiera, adoprandosi nel contempo a soccorrere concretamente quel popolo, non limitandosi a belle parole, ma rimboccandosi le maniche, inchinandosi su di loro come il buon Samaritano.
Anche noi, carissimi, imitiamo lo slancio di questa santa donna nella conduzione dei nostri Cenacoli, facendolo con zelo, con tenerezza e con tanta umiltà.
Operando in tal modo nessuno al Giudizio Universale potrà rinfacciarci di non aver mai detto queste cose e cioè che un amore è vero solo se è concreto e non si limita a pie esortazioni, ma pone al primo posto il destino eterno della persona che avvicina.
Così faceva Madre Teresa traendo la forza per attuare la sua non facile missione da un prolungato adorante e prezioso silenzio, a tu per tu con il Signore.
Preziosità del silenzio
Poni, Signore, una custodia alla mia bocca, sorveglia la porta delle mie labbra ( Sal 141,3 )
Il silenzio è mitezza
Quando non rispondi alle offese,
quando non reclami i tuoi diritti,
quando lasci a Dio la difesa del tuo onore.
Il silenzio è misericordia
Quando non riveli le colpe dei fratelli,
quando perdoni senza indagare nel passato,
quando non condanni, ma intercedi nell’intimo.
Il silenzio è pazienza
Quando soffri senza lamentarti,
quando non cerchi consolazioni dagli uomini,
quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli lentamente.
Il silenzio è umiltà
Quando taci per lasciare emergere i fratelli,
quando celi nel riserbo i doni di Dio,
quando lasci che il tuo agire sia interpretato male,
quando lasci ad altri la gloria dell’impresa.
Il silenzio è fede
Quando taci perché è Lui che agisce,
quando rinunci ai suoni, alle voci del mondo per stare alla Sua presenza,
quando non cerchi comprensione, perché ti basta essere conosciuto da Lui.
Il silenzio è adorazione.
Quando abbracci la croce senza chiedere: “Perché”.
Inserisco, carissimi, in questa lettera di comunione anche un messaggio spirituale attribuito a Gesù, trovato da un sacerdote italiano in una chiesa spagnola perché rispecchia la spiritualità dei nostri Cenacoli che da più anni, di tanto in tanto, vi viene presentata:
Messaggio di Gesù
Perche vai in confusione e ti agiti per i problemi della vita?
Lasciami la cura di tutte le tue cose e tutto ti andrà meglio.
Quando ti abbandonerai in me tutto si risolverà con tranquillità secondo i miei disegni.
Non disperare, non mi rivolgere una preghiera agitata, come se tu volessi esigere da me il compimento dei tuoi desideri.
Chiudi gli occhi dell’anima e dimmi con calma: Gesù, io confido in Te.
Evita le preoccupazioni, le angustie e i pensieri su quello che possa succedere in futuro.
Non sconvolgere i miei piani, volendomi imporre le tue idee.
Lasciami essere Dio e agire con lucidità.
Abbandonati in me con fiducia.
Riposa in me e lascia nelle mie mani il tuo futuro.
Dimmi frequentemente: Gesù, io confido in Te.
Quello che ti fa più male sono i tuoi ragionamenti e le tue idee personali e voler risolvere le cose alla tua maniera.
Quando mi dici: Gesù, io confido in Te, non essere come il paziente che chiede al medico di essere curato, però gli suggerisce il modo in cui farlo.
Lasciati portare nelle mie braccia divine, non avere paura.
Io ti amo.
Se pensi che le cose peggiorino o si complichino nonostante la tua preghiera, continua ad avere fiducia.
Chiudi gli occhi dell’ anima e confida.
Continua a dirmi a tutte le ore: Gesù, io confido in Te.
Ho bisogno delle mani libere per poter operare.
Non mi legare con le tue preoccupazioni inutili.
Satana vuole questo: agitarti, angustiarti, levarti la pace.
Confida solo in me, abbandonati in me affinché tu non ti preoccupi, lascia in me tutte le tue angustie e dormi tranquillamente.
Dimmi sempre: Gesù, io confido in Te e vedrai grandi miracoli.
Te lo prometto sul mio amore.
Incontro annuale dei Referenti
Il 18 aprile u.s. ha avuto luogo, come previsto, l’annuale incontro per i Referenti dei nostri Cenacoli.
La partecipazione a detto incontro é stata piuttosto scarsa e tale da non permetterci una visione sufficientemente chiara del loro andamento.
La cosa, conoscendo la vostra dedizione, ci ha un po’ sorpreso e pensiamo che sia dovuta in gran parte alla data scelta del Venerdì Santo che, pur essendo particolarmente bella e significativa, è normalmente già piena di incombenze sociali e religiose che non ne agevolano la partecipazione.
A tale riguardo i pochi Referenti presenti della zona di Torino hanno avanzato la proposta di altre due date alternative al Venerdì Santo e precisamente:
1. Il pomeriggio della seconda Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia
2. Il pomeriggio del’ultima Domenica dell’anno liturgico, dedicata alla festa di Cristo Re.
Ma prima di definire quale delle due date scegliere, occorre sentire anche i Referenti assenti in quel giorno.
Come i Referenti dovranno vivere i mesi estivi
Come già precisato gli scorsi anni, durante le vacanze estive il Signore non va in ferie e neppure la nostra missione deve andarci.
Per noi le vacanze estive, oltre ad offrirci un necessario riposo fisico e spirituale, devono soprattutto consistere in un tempo di crescita nella generosità ed un tempo di conquiste per il Signore.
Vi propongo alcuni utili suggerimenti per viverle pieni di luce:
1. Continuare e possibilmente migliorare la consueta vita religiosa che si aveva prima delle vacanze.
2. non tralasciare mai la pratica dell'Adorazione giornaliera a Gesù Crocifisso
3. Non vergognarsi mai di Gesù anche in presenza di estranei e avere un profondo rispetto verso l'insegnamento della Chiesa
4. Nei luoghi di vacanza portare con voi un dufficiente numero di foglietti dell'adorazione per poterli lasciare a chi desidera averne qualche copia.
5. Annotare nome e indirizzo di persone che intendessero avviare e condurre uno o più Cenacoli di adorazione - evangelizzazione per poterli segnalare all'Unione Catechisti.
Dal Diario di fra Leopoldo, 5 giugno 1915: “[ … ] ogni momento di tempo corre o di santità o di vanità, perché chi possiede il mio amore lavora, impiega il tempo per il mio amore; la vanità impiega il tempo per il mondo.” ( Gesù )
Ti giungano i miei fraterni ed affettuosi saluti.
Leandro Pierbattisti