III stazione |
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti ( Is 53,4-6 ).
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Sotto il peso della croce, Gesù, sotto il peso di tutte le nostre croci, tu cadi per la prima volta.
E ti rialzi per andare fino a quelle piaghe mortali che guariranno le nostre piaghe.
Tu che non hai creato né il male né la morte, li accogli come servo sofferente per dare a noi lo Spirito che li vince.
Il dolore di chiunque soffre oggi nel mondo ti fa inciampare e cadere.
Ora tu conosci veramente l'uomo, ogni uomo smarrito in una strada cieca, la sua - egli crede - e soltanto sua, strada verso il nulla che presto lo inghiottirà.
Tu percorri il cammino delle nostre solitudini, dei nostri omicidi, delle nostre idolatrie, e ti fai cammino di perdono.
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Quando giunge lo scoraggiamento e l'amarezza e la ribellione, ribellione davanti all'atroce malattia che colpisce una giovane madre e la strappa ai suoi cari, nausea quando il boia squarta la sua preda e Mammona tranquillamente affama i popoli, allora, Gesù, donaci di comprendere che queste croci sono anche la tua, inseparabile dalla tua risurrezione.
Fa' della mia disperazione una speranza, della mia notte una fiducia, della mia debolezza una lotta per la vita, tu che, per aver pianto lacrime di sangue, puoi asciugare ogni lacrima dai nostri occhi ( Ap 7,17; Ap 21,4; Is 25,8 ).