XI stazione

Gesù inchiodato sulla croce

Dopo averlo quindi crocifisso … sedutisi, gli facevano la guardia.

Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: "Questi è Gesù, il re dei Giudei".

Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!".

Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: " …

Scenda ora dalla croce e gli crederemo" ( Mt 27,35-42 ).

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!".

Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio benché condannato alla stessa pena?

Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male".

E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno".

Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso" ( Lc 23,39-43 ).

* * *

La luce brilla nelle tenebre ma le tenebre non l'hanno accolta ( Gv 1,5 ).

Il male non è un semplice caos come se il nulla si muovesse, ma un'intelligenza perversa che vorrebbe farci dubitare.

Omicida fin da principio, dice Gesù ( Gv 8,44 ), una persona stranamente frantumata poiché confessa che il suo nome è "legione" ( Lc 8,30 ).

Nel deserto aveva invitato Gesù a compiere prodigi affascinanti.

Lo tenta di nuovo in questo momento ultimo: faccia vedere ora il suo potere poiché è re, scenda miracolosamente dalla croce e tutti lo acclameranno, lo faranno loro capo.

O il potere, ipnosi collettiva, o l'amore crocifisso.

Gesù tace.

Non risponde nulla neanche al malfattore che lo incita ad essere un Messia di potere e di gloria.

Ma all'altro malfattore, che proclama la sua fede, apre subito il paradiso.

Perché il Verbo incarnato, dilaniato sulla croce, portava in sé il Paradiso, piantando nel cuore della terra insanguinata il nuovo Albero della Vita.

* * *

Signore, io sono insieme il ladrone che bestemmia e quello che ripone la sua fiducia in te.

Unificami, Gesù, in questa fiducia.

Fa' che nel momento delle mie ribellioni, dei miei dubbi, nel momento della morte, io ti chiami: "Ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno" ( Lc 23,42 ).

L'istante allora diventa la porta dell'eternità, la tua morte il mio giudizio, la luce del tuo cuore, il mio Paradiso.