XII stazione

Gesù muore sulla croce

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.

Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!".

Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!" ( Gv 19,25-27 ).

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra.

Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" …

E Gesù, emesso un alto grido, spirò ( Mt 27,45-46.50 ).

* * *

Stavano presso la croce la Madre e l'Amico e due donne ancora, uniche fedeli, mentre gli altri discepoli erano fuggiti.

Prima Chiesa alla quale, morendo, Gesù ha consegnato lo Spirito ( Gv 19,30 ).

Lo Spirito sgorga dal suo fianco squarciato con l'acqua del battesimo e il sangue dell'eucaristia.

La Madre e l'Amico, affidati l'uno all'altra, nell'immensa comunione che fa di tutti noi i suoi amici e di lei la nostra madre.

Eppure le tenebre sembrano richiudersi su di lui.

Il Figlio di Dio, sì, Dio stesso, soffre umanamente il nostro inferno, l'inferno dell'assenza di Dio.

"Perché,perché mi hai abbandonato?".

Per un istante l'unità fra Padre e Figlio sembra spezzarsi, a tal punto Gesù si identifica con la nostra stessa disperata domanda.

Eppure arriva fino a noi un altro grido: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" ( Lc 23,46 ).

E l'abisso, aperto per un istante, si riempie del grande Soffio della risurrezione.

* * *

In silenzio, stiamo ai piedi della croce là dove il Dio incarnato muore d'amore.

L'essere così amati fa tacere i nostri rancori e le nostre accuse, accuse contro di te, accuse contro l'altro.

La nostra libertà è finalmente libera.

Nel silenzio del cuore un grido tutt'a un tratto sgorga fra le lacrime: Mio Signore e mio Dio.

E così capiamo anche l'antico detto dei monaci: chi vede il fratello vede Dio.