VI stazione |
Dal Vangelo secondo Marco 15,17-19
I soldati lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo.
Cominciarono poi a salutarlo: « Salve, re dei Giudei! ».
E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui.
O Cristo, tu sei il vero Re, ma gli uomini si sono burlati di te, ti hanno incoronato, non per adorarti, ma per denigrarti.
Soffriamo con te perché gli uomini sono ciechi e sordi al tuo messaggio di salvezza.
Il tuo Regno non è di questo mondo, ma noi uomini aspettiamo favori, potere, successo, ricchezze: un mondo senza sofferenza.
Noi però arrechiamo dolore agli altri, perfino ai non nati, e agli animali.
Con il tuo sacrificio ci hai insegnato a rompere la spirale della violenza.
Vero uomo, hai sofferto dolori indicibili; contemplando il tuo volto, noi riusciamo a sopportare i nostri dolori, nella speranza di essere accolti nel tuo Regno, il vero e unico Regno.
O Gesù, nostro Re, perdona la nostra incoerenza: piangiamo il tuo dolore, e colpiamo gli altri per far prevalere il nostro egoismo.
Sii per noi, smarriti, guida sicura, per noi, deboli, fortezza nella prova, per noi, volubili, fermezza nella sequela.
Fa' che la violenza degli uomini sia vinta dalla tua mitezza e la sofferenza incomprensibile, accolta nella fede, divenga strumento di pace e di salvezza.
A te, Gesù, Re coronato di spine, dal volto mite e pacifico, l'onore e la gloria, con il Padre e con lo Spirito, nel tempo effimero e nel giorno senza fine.