VII stazione |
Dal Vangelo secondo Matteo ( Mt 26,36-39 passim )
Gesù andò in un podere, chiamato Getsamani … a pregare.
Presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia.
E disse loro: « La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliale con me''.
Pregava dicendo: « Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!.
Però non come voglio io, ma come vuoi tu! »
Dal Vangelo secondo Luca ( Lc 22,43-44 )
Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo.
Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra.
La fatica non è soltanto fisica.
C'è qualcosa di più profondo con cui devo fare i conti.
Ieri sera ho pregato a lungo il Padre, prostrato a terra.
Il mio sudore era simile a gocce di sangue.
Ero ormai dentro l'agonia.
Sto condividendo l'esperienza suprema e difficile di ogni essere umano vicino alla morte.
Grazie, Padre mio, di aver mandato in quel momento un angelo dal cielo a consolarmi!
Gesù, quanta tristezza nell'abisso di molte anime, ferite dalla solitudine, l'abbandono, l'indifferenza, la malattia, la morte di una persona cara!
Incommensurabile è poi la sofferenza di coloro che sono dentro ad avvenimenti crudeli, a parole di odio e falsità; o che incontrano cuori di pietra che provocano lacrime e conducono alla disperazione.
Il cuore dell'uomo - il cuore di tutti noi - attende ben altro: la custodia dell'amore.
Lo insegni Tu, o Gesù, a noi e a tutti gli uomini di buona volontà: Amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi ( cfr Gv 13,34 ).
Apriti, cuore mio.
Sii largo come il cuore di Dio.
Apriti per portare speranza.
Apriti per prenderti cura.
Apriti per ascoltare.
Apriti per mettere unguento sulle ferite.
Apriti per donare luce a chi è nelle tenebre.
Custodisci e consola oggi, domani e sempre.