VIII stazione

Gesù incontra le donne di Gerusalemme

« Voi siete il sale della terra. … Voi siete la luce del mondo » ( Mt 5,13.14 )

Dal Vangelo secondo Luca ( Lc 23,27-28 )

Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.

Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: « Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli ».

Sentimenti e pensieri di Gesù

È di pochi giorni fa il mio ingresso in Gerusalemme.

Una piccola folla di discepoli mi ha fatto festa.

Mi ha pure acclamato dicendo: « Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore » ( Lc 19,38 ).

Nella sua semplicità, quel momento è stato solenne.

Eppure i farisei hanno mostrato di non gradire.

La festa non mi ha impedit o le lacrime provocate dalla vista della città ( cfr Lc 19,41 ).

Ora, mentre vado faticosamente verso il Golgota, risuonano voci di donne che fanno lamento su di me e si battono il petto.

La nostra risonanza

Forse anche oggi, Gesù, vedendo le nostre città, puoi avere motivo per piangere.

Anche noi possiamo essere ciechi nei tuoi confronti, senza comprensione della via di pace da te indicata ( cfr Lc 19,41 ).

Ma ora avvertiamo come tua chiamata quella che hai espresso nel Discorso della Montagna: « Beati i puri di
cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio ».

E poi quanto hai detto ai tuoi discepoli: « Voi siete il sale della terra …

Voi siete la luce del mondo …

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perche vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli » ( Mt 5,8-9.13.14.16 ).

Peghiamo

Nella luce della Gerusalemme dei Cielo

Signore Dio, ci hai chiamati alla Gerusalemme del Cielo, che è la tenda di Dio con gli uomini.

Ci hai promesso che là verrà asciugata ogni lacrima dai nostri occhi.

Non ci sarà più la morte, ne lutto, ne lamento, ne affanno.

Tu sarai il nostro Dio e noi il tuo popolo ( cfr Ap 21,4; Is 25,6-9 ).

Custodisci in noi la speranza che, dopo il tempo faticoso della semina nelle lacrime, arriva quello gioioso della mietitura ( cfr Sal 126,5 ).