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Dal Vangelo secondo Marco 15,24
Poi lo crocifìssero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso.
Ai piedi della croce, sotto il Crocifisso e i ladroni sofferenti, ci sono i soldati che si contendono le vesti di Gesù.
E la banalità del male.
Lo sguardo dei soldati è lontano da quella sofferenza ed è distante dalla storia che li circonda.
Sembra che quello che sta accadendo non li tocchi.
Essi, mentre il Figlio di Dio subisce i supplizi della croce, continuano imperterriti a condurre una vita in cui le passioni hanno il sopravvento su tutto.
É questo il grande paradosso della libertà che Dio ha concesso ai propri figli.
Di fronte alla morte di Gesù ogni uomo può scegliere; contemplare il Cristo o "tirare a sorte".
É enorme la distanza che separa il Crocifisso dai suoi carnefici.
L'interesse meschino per le vesti non consente loro di cogliere il senso di quel corpo inerme e disprezzato, irriso e martoriato, in cui si compie la divina volontà di salvezza dell'umanità intera.
Quel corpo che il Padre ha « preparato » per il Figlio ( cfr Sal 40,7; Eb 10,5 ) ora esprime l'amore del Figlio verso il Padre e il dono totale di Gesù agli uomini.
Quel corpo spogliato di tutto fuorché dell'amore racchiude in sé l'immenso dolore dell'umanità e racconta tutte le sue piaghe.
Soprattutto quelle più dolorose: le piaghe dei bambini profanati nella loro intimità.
Quel corpo muto e sanguinante, flagellato e umiliato, indica la strada della giustizia.
La giustizia di Dio che trasforma la sofferenza più atroce nella luce del la risurrezione.
Signore Gesù vorrei presentarti tutta l'umanità sofferente.
I corpi di uomini e donne, di bambini e anziani, di malati e disabili non rispettati nella loro dignità.
Quante violenze lungo la storia di questa umanità hanno colpito ciò che l'uomo ha di più suo, qualcosa di sacro e benedetto perche viene da Dio.
Ti preghiamo, Signore, per chi e stato violato nel suo intimo.
Per chi non coglie il mistero del proprio corpo, per chi non l'accetta o ne deturpa la bellezza, per chi non rispetta la debolezza e la sacralità del corpo che invecchia e muore.
E che un giorno risorgerà!