XIII stazione |
Dal Vangelo secondo Luca
[ Giuseppe d'Arimatea ] lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto ( Lc 23,53 ).
Gesti di premura e di onore per il corpo profanato e umiliato di Gesù.
Alcuni uomini e donne si ritrovano ai piedi della croce.
Giuseppe, originario di Arimatea, uomo « buono e giusto » ( Lc 23,50 ), che chiede il corpo a Pilato, riferisce san Luca; Nicodemo, colui che era andato da Gesù di notte, aggiunge san Giovanni; e alcune donne che, ostinatamente fedeli, osservano.
La meditazione della Chiesa ha voluto aggiungere ad essi la Vergine Maria, lei pure così verosimilmente presente a questo momento.
Maria, Madre di pietà, che riceve tra le sue braccia il corpo nato dalla sua carne e teneramente, discretamente accompagnato lungo gli anni, come madre sempre si prende cura di suo figlio.
Ormai, è un corpo immenso che ella raccoglie, a misura del suo dolore, a misura della nuova creazione che origina dalla passione d'amore che ha attraversato il cuore del figlio e della madre.
Nel grande silenzio che è sceso dopo le urla dei soldati, gli scherni dei passanti e i rumori della crocifissione, i gesti ora non sono che dolcezza, carezza di rispetto.
Giuseppe cala il corpo che si abbandona tra le sue braccia.
Lo avvolge in un lenzuolo, lo depone all'interno del sepolcro tutto nuovo, che attende il suo ospite nel giardino proprio accanto.
Gesù è strappato dalle mani dei suoi uccisori.
Ormai, nella morte, si ritrova tra quelle della tenerezza e della compassione.
La violenza degli uomini omicidi è rifluita molto lontano.
La dolcezza è ritornata nel luogo del supplizio.
Dolcezza di Dio e di coloro che gli appartengono, quei cuori miti ai quali Gesù promise un giorno che avrebbero posseduto la terra.
Dolcezza originaria della creazione e dell'uomo ad immagine di Dio.
Dolcezza della fine, quando ogni lacrima sarà asciugata, quando il lupo abiterà con l'agnello, perché la conoscenza di Dio avrà raggiunto ogni carne ( cfr Is 11,6.9 ).
O Maria, non piangere più: il tuo figlio, nostro Signore, si è addormentato nella pace.
E il Padre suo, nella gloria, apre le porte della vita!
O Maria, rallegrati: Gesù risorto ha vinto la morte!
Nella tua pace, Signore, mi corico e mi addormento; mi risveglio: tu sei il mio sostegno.