VII stazione |
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dal libro del profeta Isaia 53,8.10
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
[ … ] Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Ti vedo, Gesù, cadere ancora davanti ai miei occhi.
Cadendo ancora mi dimostri di essere un uomo, un vero uomo.
E vedo che ti rialzi nuovamente, più deciso di prima.
Non ti rialzi con superbia; non c'è orgoglio nel tuo sguardo, c'è amore.
E nel proseguire il tuo cammino, rialzandoti dopo ogni caduta, annunci la tua Risurrezione, dimostri di essere pronto a caricare ancora una volta e per sempre, sulle tue spalle sanguinanti, il peso del peccato dell'uomo.
Cadendo ancora ci hai mandato un chiaro messaggio di umiltà, sei caduto a terra, su quell'humus da cui siamo nati noi "umani".
Siamo terra, siamo fango, siamo niente in confronto a te.
Ma tu hai voluto diventare come noi, e ora ti mostri vicino a noi, con le stesse nostre fatiche, le stesse nostre debolezze, con lo stesso sudore della nostra fronte.
Ora anche tu, in questo venerdì, come capita anche a noi, sei prostrato dal dolore.
Ma tu hai la forza di andare avanti, non hai paura delle difficoltà che puoi incontrare, e sai che alla fine della fatica c'è il Paradiso; ti rialzi per dirigerti proprio lì, per aprirci le porte del tuo regno.
Uno strano re sei, un re nella polvere.
Sento una vertigine: noi non siamo degni di paragonare le nostre fatiche e le nostre cadute alle tue.
Le tue sono un sacrificio, il sacrificio più grande che i miei occhi e tutta la storia potrà mai vedere.
Ti prego, Signore, fa' che siamo pronti a rialzarci dopo essere caduti, che possiamo imparare qualcosa dai nostri fallimenti.
Ricordaci che quando tocca a noi di sbagliare e cadere, se siamo con te e stringiamo la tua mano, possiamo imparare e a rialzarci.
Fa' che noi giovani possiamo portare a tutti il tuo messaggio di umiltà e che le generazioni future aprano gli occhi verso di te e sappiano comprendere il tuo amore.
Insegnaci ad aiutare chi soffre e cade accanto a noi: ad asciugare il suo sudore e a tendere la mano per risollevarlo.
Pro peccatis suce gentis
vidit Iesum in tormentis,
et flagellis subditum