Quando Paolo andò a Gerusalemme alla fine del suo terzo viaggio missionario, fu avvertito dallo Spirito Santo diverse volte che avrebbe sofferto e sarebbe stato arrestato, e per questo motivo gli altri Cristiani gli supplicavano di non andarci ( At 20,22-23; At 21,4.11-12 ).
Però, lo Spirito non disse a Paolo di non andare a Gerusalemme, ma gli avvertì solo dei pericoli imminenti.
Anzi, lo Spirito costringeva Paolo ad andare a Gerusalemme, secondo la traduzione migliore di At 19,21; At 20,22.
( La parola "spirito" in questi versetti è considerata da alcuni un riferimento allo spirito umano di Paolo, che poi è tradotto come "anima", che decise di andare in Gerusalemme ).
In realtà, Paolo sapeva da tempo che la sofferenza e i processi davanti ai re e governatori erano il proposito di Dio per lui ( At 9,15-16 ).
Con queste profezie, Paolo poté prepararsi mentalmente e spiritualmente per le difficoltà.
Ci sono delle somiglianze a Gesù, che si mise risolutamente in camino per andare a Gerusalemme, pur sapendo che sarebbe ucciso lì ( Lc 9,51 ).
Quindi Paolo non disubbidì ad un comando dello Spirito Santo.
La difficoltà principale è che At 21,4 dice che i discepoli di Tiro, "mossi dallo Spirito, dicevano a Paolo di non metter piede a Gerusalemme".
Nel contesto di tutto quello che lo Spirito Santo disse a Paolo in questi capitoli, sembra che lo Spirito abbia rivelato che Paolo avrebbe sofferto ( perché il messaggio in altri luoghi fu sempre solo questo ), e in questa parte del messaggio furono mossi dallo Spirito, ma che poi abbiano aggiunto la loro interpretazione personale per l'azione da intraprendere, cioè di non andare a Gerusalemme.