Le lezioni del Crocifisso |
B6-A2
( Continuazione, V. anno II, N. 3 ).
Se il Crocifisso è prezioso pei ricordi che evoca, Esso lo è ancora per le lezioni che ci dà.
La Croce è infatti il compendio della religione: essa c'insegna la fede e ne riassume tutti i misteri; c'insegna la speranza e perciò la Chiesa la saluta : O Crux, ave, spes unica.
Essa c'insegna la carità: questa regina delle virtù è figlia della Croce.
Meglio di tutti i ragionamenti, la vista del Crocifisso ci persuade « che la misura di amare Dio è di amarlo senza misura », è che non possiamo essere discepoli di Gesù Cristo, se non facciamo nulla per la salute dei nostri fratelli o per sollevare le miserie umane. Crux Christi pedagogus christiani: la croce di Gesù è il maestro del cristiano.
Il Crocifisso ci predica l'abnegazione.
Questa esortazione il Salvatore l'aveva fatta molte volte durante la sua vita pubblica.
« Chiunque vuole venire dietro a me, rinunzi se stesso ».
Ma quanto ci appare più viva e più persuasiva nel Crocifisso!
Accanto alla lezione si trova l'esempio.
Discepoli di un Dio coronato di spine, come potremo correre dietro i beni, gli onori e le pazze gioie del mondo?
Discepoli di un Dio obbediente fino alla morte, come potremo nutrire uno, spirito di rivolta e di orgoglio?
Discepoli di un Dio morto per il peccato, come potremo cedere alle suggestioni dello spirito tentatore?
Quante colpe, quante debolezze si eviterebbero se tenessimo fissi i nostri sguardi al Crocifisso!
Sant'Agostino, allorché era assalito dalle tentazioni, correva a rifugiarsi nella piaga del costalo del Salvatore; là, diceva, si è sicuro dal nemico.
Se, ai nostri giorni, vediamo gli uomini gettarsi con avidità alla ricerca dei beni terreni, se un vento di sfrenata ambizione e di rivolta orgogliosa soffia attraverso le nostre società vacillanti, se l'iniquità trabocca e si accresce al punto che l'idea stessa del peccato vien meno nelle anime, non è forse perché i popoli hanno cessato di elevare verso il Crocifisso gli sguardi della legge e della fede?
Eppure la salute è sempre là e non può trovarsi altrove; guarda il tuo Salvatore in croce e riprendi la via dei suoi esempi: Aspice et fac secundum exemplar quod tibi in monte monstratum est.
Il Crocifisso c'insegna a soffrire.
Il dolore, ahimè! non scomparirà mai dal mondo.
Che cos'è l'umanità, se non una grande vittima attaccata alla croce?
Dacché luomo ha peccato, qual'è il figlio dell'uomo che non porti la sua croce?
I nostri giorni si contano più dalle pene che dalle gioie!
La croce ci arriva da ogni parte: la terra intera non è altro che un immenso calvario disseminato di croci.
E dove trovare la forza nei dolori, la pazienza nelle malattie, la consolazione nella tristezza, la speranza nelle amare separazioni, se non nel Crocifisso?
Da questa Croce divina scaturisce una virtù che addolcisce le nostre lacrime e calma i nostri dolori.
Questa verità ha fatto dire all'incredulo Vjctor Hugo in un momento di buon senso:
Voi che piangete, venite a questo Dio che piange ( soffre in croce ),
Voi che soffrite, venite a Lui che geme;
Voi che temete venite a Lui che sorride;
Voi che passale venite a Lui che rimane.
Quanti cuori consolali, quante lacrime asciugate, quante anime riconfortate dalla vista delle sacre piaghe di Gesù!
Qual gioia pei cuori amanti di compatire le sue sofferenze partecipandoci!
Soffrire con Gesù, soffrire per Gesù, non è il voto di tutte le anime innamorate di Lui?
Il dolore non è più un peso, diviene una grazia, un privilegio.
Per venticinque anni Santa Teresa fu tormentata da acute trafitture alla testa e essa se ne rallegrava, felice di onorare in tal modo il tormento che aveva cagionato a Gesù Cristo la corona di spine.
Dopo il dolore la morte.
Noi siamo tanti condannati.
Oh come il Crocifisso ci aiuta a compiere quest'estrema espiazione!
Per l'uomo, la morte è piena di terrore, per il cristiano, che la considera in Gesù Cristo, è un sacrificio offerto a Dio, è il pagamento di un debito.
Considerata cosi da un altro punto di vista, è per esso piena di consolazione: Oggi sarai meco in Paradiso.
Quanto è dolce il morire premendo le labbra sul Crocifisso!
( Dal Bollettino Parrocchiale di S. Maria Maggiore, Roma, 1915 ).
( Continua ).