Le lezioni del Crocifisso |
B7-A2
( Continuazione e fine, V. Anno II, N. 4 )
Alle suddette considerazioni uniamo qualche consiglio pratico.
Si trovano molte persone divote che portano uno scapolare, delle medaglie, ma lasciano da, parte il primo oggetto della pietà cristiana.
Non è una cosa strana? La più bella, la più santa, la più preziosa di tutte le immagini è il Crocifisso.
Si narra che Boleslao, re di Ungheria, portava al collo il ritratto del padre su una bella lamina d'oro, e quando doveva intraprendere qualche cosa di importante, prendeva quell'immagine venerata e baciandola diceva: Mio caro padre, devo star attento a non far nulla che sia, indegno di tè.
Se portiamo l'immagine del divin Crocifisso, chi c'impedirà, fissandovi lo sguardo nel momento della tentazione, di tenere lo stesso linguaggio e di domandare al buon Salvatore di non permettere che facciamo nulla che gli dispiaccia o disonori il suo nome?
Non siamo come coloro che hanno nella loro biblioteca lutti i libri di pietà, eccettuato il Vangelo; veneriamo le statue della Madonna, di S. Giuseppe, del Santo Patrono, ma non dimentichiamo l'immagine del Crocifisso.
Questo gran Cristo appeso al muro è per l'anima un potente soccorso; richiama al pensiero la presenza di Dio e facilita le orazioni giaculatorie, a poco a poco l'anima cristiana fa salire a Lui le aspirazioni del cuore: con uno sguardo, una parola rivolta a Nostro Signore sofferente, ritempra il suo coraggio, purifica le sue intenzioni, ottiene benedizioni per il suo lavoro.
Dove potremo noi trovare un luogo migliore per scrutare le piaghe dell'anima nostra, per eccitarci al pentimento delle nostre colpe e al fermo proposito?
La contrizione deve essere soprannaturale e nulla di più proprio a darle questa qualità del ricordo di ciò che l'Uomo Dio ha sofferto per espiare i peccati che abbiamo commesso.
Questo esame è seguito da una breve preparazione alla morte, e termina con l'atto di contrizione.
Felici coloro che contraggono una si bella abitudine; non saranno sorpresi dal giudizio di Dio!
La croce che avranno venerata e benedetta in vita, continuerà dopo la morte a proteggere la loro spoglia mortale.
Possiamo lutti attendere all'ombra sua le gioie trionfali nell'eterna risurrezione; e cosi sia!
( Dal Bollettino Parrocchiale di S. Maria Maggiore, Roma, 1915 ).