Una scuola per lavoratori studenti |
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Il catechista Prof. M. Sancipriano, docente di Storia e Filosofia nel Liceo V. Alfieri in Torino pubblicò su « L'informazione Industriale » del 20 Gennaio u. s. il seguente articolo che ha promosso per la Casa di Carità una sottoscrizione fra gli industriali torinesi.
In una recente riunione sindacale gli operai hanno domandato alle classi colte di provvedere alla loro istruzione.
Tale fatto ci ricorda che in un periodo di grandi rivolgimenti sociali, che sotto certi aspetti si potrebbe paragonare al nostro tempo, si proclamò fra i diritti dell'uomo, il diritto all'istruzione: e fu allora che un nobile ben disposto alle riforme sociali, il Mirabeau, dichiarò nei suoi « Discorsi » che l'istruzione popolare è un dovere dello stato, mentre un filosofo, il Marchese Condorcet si preoccupava di sostituire, nel popolo, alla sensazione l'idea.
Or bene, se all'idea di progresso economico si accompagnasse anche oggi una maggiore coscienza del « Diritto di essere istruiti », quanti altri diritti si potrebbero maturare con minore difficoltà in seno alle questioni operaie!
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Il torto del Condorcet fu distinguere troppo l'« istruzione » dalla « educazione » del popolo, come se un'istruzione senza educazione potesse considerarsi proficua.
Gli operai devono essere istruiti e preparati moralmente a fare i conti con certe leggi sociali che hanno un carattere statistico e che non dipendono dalla cattive volontà dei datori di lavoro o degli uomini di governo.
Hanno essi una mentalità sufficientemente formata per poter capire che certi lavori in certi tempi danno una media di disoccupati e che perciò essi debbono orientarsi fin dalla gioventù in modo relativo a questi dati? Non sempre.
Chi potrebbe educarli a questa comprensione?
Una scuola, solo una scuola che adempia alle esigenze dell'« orientamento professionale » li avvii per le carriere aperte, aventi una maggior offerta di lavoro.
Gli operai devono pure fare i conti con il ritmo e la qualità della produzione, che si pone in concorrenza sul mercato mondiale.
Hanno essi una preparazione sufficiente che li aiuti a passare attraverso le maglie della « selezione professionale », concepita in ordine ad una attività che si estende a tutta la produzione internazionale? Non sempre.
Chi potrebbe formarli, affinare le loro capacità tecniche e morali?
Una scuoia, sempre e soltanto una scuola.
È per questo che recentemente il Ministro Gonella nel comunicare le disposizioni che Egli ha prese in favore dei lavoratori manuali che proseguono gli studi, ha usato per la prima volta nella legislazione scolastica l'espressione « lavoratori studenti ».
Il « Bulletin du Bureau International d'éducation de Genève » ha messo in rilievo ciò con le parole: « C'est la première fois qu'il est fait mention du " travailleur étudiant" dans une législation scolaire » ( N. 84, anno 1947 ).
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Ora si dia un nome ed un'anima a tale scuola per lavoratori studenti, ci si preoccupi in essa dell'educazione, e precisamente dell'educazione cristiana, che sola può evitare la barbarie, la sensualità, l'illegalità, la violenza nelle masse, e cioè si « sostituisca veramente al senso l'idea »;
si raccolgano in questa scuola non soltanto le giovani intelligenze che si devono ancora orientare al lavoro, ma anche quelle già orientale, che devono perfezionarsi per superare la prova della inesorabile « selezione professionale »;
si accolgano in esse « gratuitamente » gli alunni e si arricchisca il macchinario dell'officina per l'addestramento pratico al lavoro;
si stringano insegnanti ed allievi - industriali e operai - in un gesto di amichevole comprensione; si aumentino le aule e si cominci arditamente a costruire una nuova « Casa - scuola » in un quartiere popolare, per potervi accogliere a migliaia gli operai che vi affluiscono attratti da qualcosa di particolarmente elevato;
si offra nel concetto della « charitas » cristiana un modello ed una regola al di sopra di tutti i partiti e di tutte le tendenze: e si avrà non già una … utopia, come potrebbe a tutta prima sembrare; si avrà qualcosa di reale e in corso di completa realizzazione, cioè la Casa di Carità Arti e Mestieri sorta in Torino nel 1925 ed attualmente in grado di dare una effettiva risposta a rutti i quesiti su esposti.
Tale organismo scolastico si va articolando attraverso un complesso di corsi il cui schema fondamentale è il seguente:
1° Corsi Professionali ( 3 anni ) licenza di grado inferiore;
2° Corsi Tecnici Industriali ( 2 anni ) licenza di grado superiore;
3° Corsi di Perfezionamento ( 1 anno ) in preparazione all'esame di Stato di Licenza Tecnica.
4° Corsi Aggiustatori Meccanici ( 3 anni di pratica ).
Dal diagramma della popolazione scolastica di detta istituzione rileviamo la continua ascesa dei suoi allievi, ragione per cui la Direzione ha iniziato la costruzione di una nuova sede capace di un più grande numero di frequentanti in locali e laboratori attrezzati secondo i criteri più moderni.
Nel popoloso Borgo Vittoria, tra le alte ciminiere di un gruppo di fiorenti industrie ( Michelin, Fiat Simbi, Superga, Cir, Savigliano, ecc. ) si lavora da parecchi mesi per la creazione del grandioso, edificio, che mercé la comprensione generosa degli Industriali ospiterà nel prossimo anno scolastico le masse dei nostri operai per prepararli alle crescenti esigenze delle nostre fabbriche.
L'istituzione è di primissimo ordine, per cui non può mancare la sua completa realizzazione.
M. Sancipriano
Lo stato dei lavori della Nuova Sede della Casa di Carità Arti e Mestieri