Ricordati di ciò che ha sofferto mio Figlio

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Questa esortazione fu rivolta dalla SS. Vergine a Luigi Musso, il futuro Fra Leopoldo, durante una visione, nel 1887, quando viveva ancora a Terruggia con la mamma e non aveva ancora quarant'anni, ma già era assai avanti nell'orazione.

Più tardi, già frate a S. Tommaso, Gesù stesso ritornò sull'argomento, insistendo: « Nelle tue occupazioni ricordati sovente del tuo Crocifisso Gesù, della sua 'Passione; ricordatene in ogni momento della tua vita » ( 15 Settembre 1906 );

« … devi ricordarti che io sono stato maltrattato, crocifisso, e tu devi specchiarti in me nelle tribolazioni, nelle croci … » ( 19 Agosto 1908 );

« Quando sei atterrato da pene, interne o esterne, ricordati della mia Passione » ( 13 Novembre 1908 ).

Sono citazioni spigolate a caso, tra le molte espressioni analoghe che si trovano negli scritti del Servo di Dio, e che danno l'impressione di un pensiero dominante, o meglio ancora, un messaggio di cui egli è portatore.

Tutti i santi canonizzati hanno un particolare messaggio da trasmettere.

Forse è questo appunto il motivo della loro glorificazione, tra molti eroi della virtù, che saranno conosciuti soltanto nella vita futura, giacché la ricchezza di santità nella Chiesa è più grande di quella che appare.

Se dunque si tratta di un messaggio, le parole della SS. Vergine, citate sopra, sono dirette a tutti i cristiani e sono un'esortazione non solo alla pietà e al fervore dello spirito, ma anche una direttiva per la vita interiore: il ricordo pio, affettuoso, assiduo della Passione di Gesù deve stabilire con Lui un rapporto di amicizia intima.

Siamo nel clima dell'ultima cena, dove Gesù parla della sua prossima Passione con gli Apostoli e li chiama suoi amici.

Tutta la vita di Fra Leopoldo è un esempio commovente di questa intimità, che però non è un suo privilegio.

Basta pensare al patriarca S. Francesco, conformato a Gesù fino a riceverne le stigmate e agli stigmatizzati dei nostri giorni: Teresa Newman e P. Pio.

Del resto, l'Eucaristia, cuore della Chiesa, non è forse il memoriale perenne, la ripresentazione quotidiana, universale e perpetua del sacrificio di Cristo?

Essa ne applica i frutti e costituisce la sommità dell'intimità divina, che è la comunione, già adombrata nell'Antica Legge, dove si partecipava al sacrificio mangiando le carni della vittima immolata.

Gesù è morto per tutti gli uomini e per ciascuno di essi in particolare.

Giustamente S. Paolo dice, e con lui ogni cristiano può ripetere: « ha amato me e ha dato se stesso per me ».

A ciascuna anima Egli vuoi far giungere il frutto della sua redenzione e quanto sono mirabili le sue vie.

Ma chi medita più a fondo sulle sue sofferenze certamente vi attinge con particolare abbondanza.

Iddio non stabilisce dei rapporti generici con l'umanità, non è come i capi delle nazioni, che non conoscono personalmente i loro sudditi.

Egli è a contatto personale con ciascun uomo, in relazioni tanto più intime quanto più trova apertura e disponibilità: « Ecco che sto alla porta e busso: se uno mi aprirà entrerò e cenerò con lui, ed egli con me ».

Ma l'intimità con il Signore è assai impegnativa ed esige un totale abbandono a Lui con una perfetta conformità ai suoi voleri.

È per questo che molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti.

Se no, chi non vorrebbe gustare le gioie di questa amicizia davvero ineffabile?

Beati coloro che hanno saputo svincolarsi da tutte le sirene di questo mondo e darsi decisamente a Dio.

Essi hanno arricchito la loro esistenza terrena del miglior contenuto possibile e procurato al loro cuore tutta la felicità consentita fin da questa terra.

Non si creda che questo sia l'appannaggio dei frati e delle monache, ritiratisi in convento dopo di aver lasciato il mondo.

Il distacco è cosa affatto interiore, che può realizzarsi anche fra le attività secolari e può far difetto anche in convento.

Luigi Musso era un'anima libera e pura.

Benché sia sempre stato poverissimo, come le rondini che facevano il nido sotto il suo balcone, visse nella gioia, quella gioia vera di cui parla il papa Paolo VI nel celebre documento ad essa dedicato.

Certo, una vita retta, secondo i comandamenti di Dio, è l'essenziale per piacere al Signore, e già il salmista la celebrava nell'antica legge: « Beato l'uomo che teme il Signore e si compiace nei suoi comandamenti ».

Ma l'anima della legge è l'amore.

Gesù ha messo l'accento sull'amore e conduce tutte le anime per la via dell'amore, anche nelle forme più diverse, di attività e di contemplazione, di lavoro e di penitenza, dì iniziativa e di ubbidienza, ecc.

Ora, nulla eccita all'amore quanto il ricordo delle sofferenze sopportate per amore, nulla ravviva l'amicizia più di questo.

Ecco perché la SS. Vergine esortava Fra Leopoldo a meditare sulla Passione di Gesù, e tramite Fra Leopoldo richiama tutti i cristiani.

Chi accoglierà questo invito sentirà quanto coraggio e quanta consolazione ne deriva in tutte le circostanze della vita e accumulerà tesori per l'eternità.

Anzi potrà dire di aver trovato il tesoro, quello di cui parla la parabola del Vangelo.

C. T.

Trasporto di Cristo al sepolcro - Ciseri Antonio ( 1821-1892 ) ( Madonna del Sasso - Locamo )