Habtesllassié Abrha |
B287-A10
Il 14 settembre scorso, Festa della Esaltazione della Croce, è morto in Asmara, all'età di 70 anni, il nostro caro amico Habtè, da molti anni Catechista Associato dell'Unione.
Nel mese di luglio lo avevamo aiutato a venire a Torino, dove, ospite del Cottolengo, per circa due mesi è stato curato e assistito amorevolmente per un male però già troppo avanzato.
Durante la sua permanenza, si sono avvicendati al suo capezzale, oltre i Catechisti, i figli e parenti residenti all'estero, costretti ad emigrare per le precarie condizioni del loro martoriato Paese.
Habtè fu Responsabile della Sede dell'Unione in Asmara, fin dalle origini nel 1958, anno in cui fr. Adriano di Napoli, riunì il primo gruppo di giovani eritrei volenterosi, a imitazione di fr. Teodoreto, che aveva conosciuto a Torino.
I numerosi contatti con la nostra Sede centrale permisero di consolidare il gruppo fino ad avviare le prime attività apostoliche proprie dell'Istituto: incontri formativi, servizio ai più poveri, senza però giungere alla catechesi organizzata vera e propria nelle parrocchie, date le strutture e le usanze parrocchiali locali.
I Fratelli in qualità di Assessori, furono sempre presenti e di valido sostegno soprattutto nella fase iniziale.
La trentennale guerra di indipendenza, scosse il Paese, allontanò gli uomini dalle loro famiglie, distrusse i legami di parentela e sociali, favorì l'emigrazione in massa dei giovani, per cui anche la nascete Unione ne pagò le conseguenze.
Habtè, durante la guerra, rimasto in casa a curare la sua numerosa famiglia, composta in gran parte da donne, dimostrò sempre il suo coraggio e la sua coerenza.
Sospettato di atti sovversivi, fu anche imprigionato e torturato, evitando provvidenzialmente la pena di morte.
Ma la prova più dolorosa, da cui non si riebbe mai più, fu la perdita in guerra del figlio primogenito.
Senza contare l'allontanamento di alcuni figli che emigrarono all'estero.
In Asmara, tutti lo ricordano attento ai problemi dei più deboli, per aiutarli con grande carità in tutte le loro necessità: salute, lavoro, casa, documenti, ecc.
Sempre disponibile al servizio fraterno.
Egli, sostenuto da una fede incrollabile in Gesù Crocifisso, a cui si era votato in altre drammatiche circostanze, affidandosi alla protezione di Maria Immacolata, proseguì, per quanto possibile, il suo apostolato fondamentale che fu la pratica e la diffusione dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, da lui stesso fatta tradurre nelle tre principali lingue locali: tigrinio, amara e cunama.
La preghiera composta da Fra Leopoldo arrivò così capillarmente in tutte le famiglie, in ogni parte del Paese, tra i cristiani cattolici e ortodossi. ( Il popolo eritreo è costituito da circa 50% di ortodossi, 50% mussulmani e 2% di cattolici, tutti in buona armonia tra di loro ).
Altre dolorose prove dovette affrontare la nascente Unione, ma sotto la sua guida decisa e anche imprenditoriale arrivò ad avere in assegnazione dal Governo, un buon appezzamento di terreno, in zona periferica, ma di sicuro sviluppo, dove poté avviare il Progetto "Charity Center", Centro di accoglienza e di aiuto ai più poveri, in continuo aumento, soprattutto, dopo la seconda recente guerra con l'Etiopia.
Il progetto di cui si parla in altra parte del Bolletino, è ancora in fase di costruzione.
Un fatto altamente positivo, che lo ebbe protagonista, fu l'accompagnamento a Torino nel 1988, di una signorina del suo gruppo, che dopo adeguata formazione fece con altre due consorelle di Torino la sua consacrazione al Signore, dando così origine al primo nucleo di Catechiste Consacrate dell'Unione.
Non è possibile in questa breve memoria del caro amico Habtè entrare nei particolari della sua ricca esistenza terrena, per cui ci ripromettiamo di scriverne più ampiamente in altra occasione.
Un amico ci ha lasciato.
Egli è quanto mai vivo nella memoria di tutti quelli, e sono tanti, che lo hanno conosciuto e apprezzato.
Sarà sempre presente in ciascuno di noi, riconoscenti al Signore per tanto dono.