Catechismo degli Adulti |
161 Convivenza fraterna |
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Se Gesù di Nàzaret dona e nello stesso tempo esige il distacco dalle ricchezze, dall'ambizione, dagli affetti disordinati, dai pregiudizi culturali e religiosi, lo fa in nome di una libertà che si attua nella comunione con i fratelli e con Dio. Quelli che si convertono al regno di Dio e obbediscono alla sua volontà, costituiscono una famiglia più salda che non la parentela fondata sui legami di sangue. ( Mc 3,35 ) Quanti tra loro sono chiamati a lasciare il lavoro, la casa e la condizione ordinaria di vita, non finiscono per rimanere soli, ma trovano una famiglia più grande, la comunità dei discepoli. Questa è la promessa di Gesù: "Non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna" ( Mc 10,29-30 ). Neppure tra i seguaci di Gesù mancano egoismi e tensioni, ma la legge che regola i rapporti è quella della carità. Chi decide di seguirlo, sa che deve impegnarsi seriamente per una forma di vita, che prevede servizio scambievole, correzione fraterna, perdono, riconciliazione, attenzione ai più deboli. |
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162 Premura per tuttiQuesto atteggiamento deve valere verso tutti, anche verso gli estranei: lo insegna con mirabile efficacia la parabola del samaritano. ( Lc 10,30-37 ) Un uomo viene aggredito dai briganti e lasciato mezzo morto lungo la strada. Lo vedono due passanti della sua stessa religione e nazionalità, ma tirano via senza curarsi di lui. Giunge un samaritano, uno straniero, per di più considerato eretico: si ferma, si avvicina, carica il ferito sulla cavalcatura, lo porta alla locanda, lo fa curare a proprie spese. È necessario farsi carico di ogni uomo che incontriamo, al di là di qualsiasi differenza razziale, sociale e religiosa. È sbagliato chiedersi chi sia prossimo a noi; siamo noi che dobbiamo farci prossimi di chiunque, anche di chi è estraneo, perfino dei nostri nemici. Il modello è l'amore stesso di Dio: "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro" ( Lc 6,36 ). |
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163 Amare concretamente |
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Che cosa
voglia dire amare, Gesù lo esemplifica nelle parole del giudizio
finale: "Ho
avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato
da bere;
ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e
mi avete
visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi" Amare, dunque, significa fare concretamente il bene, con premura e creatività. La misura è Gesù stesso: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" ( Gv 13,34 ). |
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164 I discepoli di Gesù vivono in comunione tra loro come fratelli e sono attivamente solidali con tutti, come il samaritano della parabola evangelica. |
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