Convegno ecclesiale di Verona

Indice

Chiamati a una speranza viva

1 - « Pace a voi tutti che siete in Cristo! » ( 1 Pt 5,14 )

Il saluto dell'Apostolo Pietro ci sgorga dal cuore, ripensando al 4° Convegno Ecclesiale Nazionale, per il quale proviamo un forte senso di gratitudine e di responsabilità.

A Verona, noi Vescovi per primi, abbiamo fatto esperienza di una Chiesa fraterna e appassionata del Vangelo, capace di interrogarsi e porsi in ascolto, protesa al bene di ogni persona.

Ringraziamo il Signore e siamo grati a tutti coloro che, sia nella lunga fase preparatoria che nel culmine dei lavori, hanno portato il loro contributo nel dialogo fraterno, illuminati dalla Parola di Dio che è consegnata nella sacra Scrittura e che risuona nella Tradizione viva della Chiesa.

Attraverso i suoi diversi momenti, il Convegno ha messo in luce un'immagine significativa ed esemplare della Chiesa del Risorto: un popolo in cammino nella storia, posto a servizio della speranza dell'umanità intera, con la multiforme vivacità di una comunità ecclesiale animata da una sempre più robusta coscienza missionaria.

Abbiamo vissuto soprattutto un fecondo incontro con il Signore Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, morto e risuscitato per noi.

È questo il « cuore del cristianesimo, fulcro portante della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione, ogni dubbio e calcolo umano ».1

È nostro desiderio portare nelle comunità cristiane, come primo frutto, la grande gioia sperimentata, la stessa della Veglia pasquale, che esprime la qualità umana e la maturità ecclesiale del nostro incontro, nel quale sono convenute tutte le componenti del popolo di Dio.

Oltre ad aver costituito un'occasione di grazia per molti, è stata un'autentica parola di speranza che ha varcato i confini del Convegno e della stessa comunità cristiana.

2 - Un terreno molto favorevole

Nella Prima lettera di Pietro abbiamo trovato conforto e orientamento per il nostro lavoro.

Essa ci ha ricordato la saldezza dell'insegnamento di fede ricevuto e la grandezza della nostra chiamata alla santità, che ci portano a essere « concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili » ( 1 Pt 3,8 ).

Come « stranieri e pellegrini » ( 1 Pt 2,11 ), abbiamo cercato « ciò che è prezioso davanti a Dio » ( 1 Pt 3,4 ) per mostrare a tutti le ragioni della nostra speranza e condividere con ogni uomo la gioia « indicibile e gloriosa » ( 1 Pt 1,8 ) che il Risorto infonde nei nostri cuori.

È proprio la Pasqua del Signore a suggerirci la via da seguire, a svelarci l'origine e il compimento di ogni speranza.

La presenza e la parola del Papa ci hanno accompagnato e orientale.

Indicandoci « quel che appare davvero importante per la presenza cristiana in Italia »,2 egli ci ha ricordato che il nostro Paese costituisce « un terreno assai favorevole per la testimonianza cristiana.

La Chiesa, infatti, qui è una realtà molto viva, che conserva una presenza capillare in mezzo alla gente di ogni età e condizione »,3 resa forte dal radicamento delle tradizioni cristiane nel tessuto popolare, dal grande sforzo di evangelizzazione e catechesi specialmente verso i giovani e le famiglie, dalla reazione delle coscienze di fronte a un'etica individualistica e dalla possibilità di dialogo con segmenti della cultura che percepiscono la gravita del distacco dalle radici cristiane della nostra civiltà.

Abbiamo davanti a noi grandi opportunità per dare, con la forza dello Spirito Santo, « risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi della nostra gente: se sapremo farlo, la Chiesa in Italia renderà un grande servizio non solo a questa Nazione, ma anche all'Europa e al mondo ».4

3 - Nel solco del Concilio

In questi primi anni del nuovo millennio, spinta dall'eredità del Grande Giubileo, che Giovanni Paolo II indicò nella contemplazione del volto di Cristo, la Chiesa italiana ha scelto di mettere al centro della sua azione l'impegno a comunicare il Vangelo in un mondo in profondo cambiamento.

È questo un orientamento di cui ancora oggi siamo debitori al Concilio e il 4° Convegno ecclesiale ha costituito una nuova tappa nel cammino di attuazione del Vaticano II, nella perenne continuità della vita della Chiesa.

È in quest'ottica che ci interroghiamo sulle modalità e sugli ambiti della nostra testimonianza, senza nascondere le inadempienze e i ritardi, consapevoli di quanto il nostro tempo sia un'ora propizia per la diffusione dell'annuncio di salvezza nel mondo.

A questo ci portano anche le scelte compiute circa la testimonianza al Vangelo della carità, le nuove prospettive missionarie della parrocchia, l'urgenza del primo annuncio, il rinnovamento dell'iniziazione cristiana, l'attenzione alla famiglia, l'accompagnamento e la proposta di senso alle nuove generazioni, il ruolo strategico della cultura e della comunicazione.

Sono queste, infatti, le « decisioni di fondo capaci di qualificare il nostro cammino ecclesiale »5 esplicitamente richieste dagli Orientamenti pastorali dell'episcopato italiano per il primo decennio del Duemila Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia: dare alla vita quotidiana della Chiesa una chiara connotazione missionaria, fondata su un forte impegno formativo e su una più adeguata comunicazione del mistero di Dio, fonte di gioia e di speranza per l'umanità intera.

Su tali linee direttrici continua il nostro cammino.

Su questi stessi punti crediamo necessario sollecitare una verifica in itinere nelle nostre comunità, aiutati dalle indicazioni per una « agenda pastorale » posta in appendice agli Orientamenti per il decennio.6

La grazia del Convegno non andrà sprecata se sapremo ora assumerne lo stile, continuare a elaborarne le intuizioni e le proposte, mantenere vivo quel senso di responsabilità comune che si coniuga con la gioia di appartenere alla Chiesa del Signore e di sentirsi da lui inviati a testimoniare il suo amore per ogni uomo.

È ciò che deve vederci tutti all'opera negli spazi della nostra azione quotidiana.

4 - Scelte di fondo

Riconsegnare l'esperienza del Convegno alle nostre Chiese, perché vi possano individuare le scelte più adatte per la loro vita, è quanto ci accingiamo a fare con questo documento.

In particolare, vorremmo che diventassero patrimonio comune tre scelte di fondo, che costituiscono anche un metodo di lavoro:

- il primato di Dio nella vita e nella pastorale della Chiesa, con la fede in Cristo risorto come forza di trasformazione dell'uomo e dell'intera realtà, la centralità della Parola, ribadita in questa occasione nella meditazione della Prima lettera di Pietro, l'assunzione della santità quale misura alta e irrinunciabile del nostro essere cristiani.

Lo abbiamo proclamato nelle diverse celebrazioni liturgiche, in particolare in quella presieduta dal Santo Padre e vissuta in comunione con la Chiesa di Verona, che vivamente ringraziamo per l'accoglienza delle Chiese sorelle e l'esperienza condivisa ( c. II );

- la testimonianza, personale e comunitaria, come forma dell'esistenza cristiana capace di far adeguatamente risaltare il grande « s ì» di Dio all'uomo, di dare un volto concreto alla speranza, di mostrare l'unità dinamica tra fede e ragione, eros e agape, verità e carità.

La scelta degli ambiti esistenziali come luoghi di esercizio della testimonianza conferma che non è possibile dire la novità che proclamiamo in Gesù risorto, se non dentro le forme culturali dell'esperienza umana, che costituiscono la trama di fondo delle esperienze di prossimità ( c. III );

- una pastorale che converge sull'unità della persona ed è capace di rinnovarsi nel segno della speranza integrale, dell'attenzione alla vita, dell'unità tra le diverse vocazioni, le molteplici soggettività ecclesiali, le dimensioni fondamentali dell'esperienza cristiana.

Al centro di tale rinnovamento sta l'approfondimento della comunione e del senso di appartenenza ecclesiale, con gli spazi di corresponsabilità che ne derivano e che riguardano a pieno titolo anche i laici, con l'urgenza di una nuova stagione formativa ( c. IV ).

Indice

1 Benedetto XVI, « Omelia alla messa nello stadio comunale di Verona », 19 ottobre 2006
2 Benedetto XVI, « Discorso al Convegno ecclesiale di Verona », 19 ottobre 2006
3 Benedetto XVI, « Discorso al Convegno ecclesiale di Verona »
4 Benedetto XVI, « Discorso al Convegno ecclesiale di Verona »
5 CEI, Orient. past. Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 29 giugno 2001, n. 44
6 CEI, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, Appendice.