Compendio Dottrina sociale della Chiesa |
338 L'impresa deve caratterizzarsi per la capacità di servire il bene comune della società mediante la produzione di beni e servizi utili.
Cercando di produrre beni e servizi in una logica di efficienza e di soddisfacimento degli interessi dei diversi soggetti implicati, essa crea ricchezza per tutta la società: non solo per i proprietari, ma anche per gli altri soggetti interessati alla sua attività.
Oltre a tale funzione tipicamente economica, l'impresa svolge anche una funzione sociale, creando opportunità d'incontro, di collaborazione, di valorizzazione delle capacità delle persone coinvolte.
Nell'impresa, pertanto, la dimensione economica è condizione per il raggiungimento di obiettivi non solo economici, ma anche sociali e morali, da perseguire congiuntamente.
L'obiettivo dell'impresa deve essere realizzato in termini e con criteri economici, ma non devono essere trascurati gli autentici valori che permettono lo sviluppo concreto della persona e della società.
In questa visione personalista e comunitaria, « l'azienda non può essere considerata solo come una "società di capitali"; essa, al tempo stesso, è una "società di persone", di cui entrano a far parte in modo diverso e con specifiche responsabilità sia coloro che forniscono il capitale necessario per la sua attività, sia coloro che vi collaborano col loro lavoro ».707
339 I componenti dell'impresa devono essere consapevoli che la comunità nella quale operano rappresenta un bene per tutti e non una struttura che permette di soddisfare esclusivamente gli interessi personali di qualcuno.
Solo tale consapevolezza permette di giungere alla costruzione di un'economia veramente al servizio dell'uomo e di elaborare un progetto di reale cooperazione tra le parti sociali.
Un esempio molto importante e significativo nella direzione indicata proviene dall'attività che può riferirsi alle imprese cooperative, alle piccole e medie imprese, alle aziende artigianali e a quelle agricole a dimensione familiare.
La dottrina sociale ha sottolineato il contributo che esse offrono alla valorizzazione del lavoro, alla crescita del senso di responsabilità personale e sociale, alla vita democratica, ai valori umani utili al progresso del mercato e della società.708
340 La dottrina sociale riconosce la giusta funzione del profitto, come primo indicatore del buon andamento dell'azienda: « quando un'azienda produce profitto, ciò significa che i fattori produttivi sono stati adeguatamente impiegati ».709
Ciò non offusca la consapevolezza del fatto che non sempre il profitto segnala che l'azienda stia servendo adeguatamente la società.710
È possibile, ad esempio, « che i conti economici siano in ordine ed insieme che gli uomini, che costituiscono il patrimonio più prezioso dell'azienda, siano umiliati e offesi nella loro dignità ».711
E quanto avviene quando l'impresa è inserita in sistemi socio-culturali improntati allo sfruttamento delle persone, inclini a sfuggire agli obblighi di giustizia sociale e a violare i diritti dei lavoratori.
E indispensabile che, all'interno dell'impresa, il legittimo perseguimento del profitto si armonizzi con l'irrinunciabile tutela della dignità delle persone che a vario titolo operano nella stessa impresa.
Le due esigenze non sono affatto in contrasto l'una con l'altra, dal momento che, da una parte, non sarebbe realistico pensare di garantire il futuro dell'impresa senza la produzione di beni e servizi e senza conseguire profitti che siano il frutto dell'attività economica svolta; d'altra parte, consentendo alla persona che lavora di crescere, si favorisce una maggiore produttività ed efficacia del lavoro stesso.
L'impresa deve essere una comunità solidale712 non chiusa negli interessi corporativi, tendere ad un'« ecologia sociale »713 del lavoro, e contribuire al bene comune anche mediante la salvaguardia dell'ambiente naturale.
341 Se nell'attività economica e finanziaria la ricerca di un equo profitto è accettabile, il ricorso all'usura è moralmente condannato: « Quanti nei commerci usano pratiche usuraie e mercantili che provocano la fame e la morte dei loro fratelli in umanità, commettono indirettamente un omicidio, che è loro imputabile ».714
Tale condanna si estende anche ai rapporti economici internazionali, specialmente per quanto riguarda la situazione dei Paesi meno progrediti, ai quali non possono essere applicati « sistemi finanziari abusivi, se non usurai ».715
Il Magistero più recente ha avuto parole forti e chiare per una pratica tuttora drammaticamente estesa: « non praticare l'usura, piaga che anche ai nostri giorni è una infame realtà, capace di strangolare la vita di molte persone ».716
342 L'impresa si muove oggi nel quadro di scenari economici di dimensioni sempre più ampie, all'interno dei quali gli Stati nazionali mostrano limiti nella capacità di governare i rapidi processi di mutamento che investono le relazioni economico-finanziarie internazionali; questa situazione induce le imprese ad assumersi responsabilità nuove e maggiori rispetto al passato.
Mai come oggi il loro ruolo risulta determinante in vista di uno sviluppo autenticamente solidale e integrale dell'umanità ed è altrettanto decisivo, in questo senso, il loro livello di consapevolezza del fatto che « lo sviluppo o diventa comune a tutte le parti del mondo, o subisce un processo di retrocessione anche nelle zone segnate da un costante progresso.
Fenomeno, questo, particolarmente indicativo della natura dell'autentico sviluppo: o vi partecipano tutte le Nazioni del mondo, o non sarà veramente tale ».717
Indice |
707 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 43 |
708 | Giovanni XXIII, Mater et Magistra |
709 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 35 |
710 | Cat. Chiesa Cat. 2424 |
711 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 35 |
712 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 43 |
713 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 38 |
714 | Cat. Chiesa Cat. 2269 |
715 | Cat. Chiesa Cat. 2438 |
716 | Giovanni Paolo II, Discorso all'Udienza generale ( 4 febbraio 2004 ), 3 |
717 | Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 17 |