Reconciliatio et paenitentia

Indice

Capitolo secondo - Alle fonti della riconciliazione

Nella luce di Cristo riconciliatore

7 Come si deduce dalla parabola del figlio prodigo, la riconciliazione è un dono di Dio ed una sua iniziativa.

Ma la nostra fede ci insegna che questa iniziativa si concretizza nel mistero di Cristo redentore, riconciliatore, liberatore dell'uomo dal peccato sotto tutte le sue forme.

Lo stesso san Paolo non esita a riassumere in tale compito e funzione l'incomparabile missione di Gesù di Nazaret, Verbo e Figlio di Dio fatto uomo.

Anche noi possiamo partire da questo mistero centrale dell'economia della salvezza, punto-chiave della cristologia dell'Apostolo.

« Se mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, - egli scrive ai Romani - molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.

Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione ». ( Rm 5,10s; Col 1,20-22 )

Poiché dunque « Dio ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo », Paolo si sente ispirato ad esortare i cristiani di Corinto: « Lasciatevi riconciliare con Dio ». ( 2 Cor 5,18.20 )

Di tale missione riconciliatrice mediante la morte sulla Croce, parlava in altri termini l'evangelista Giovanni nell'osservare che Cristo doveva morire « per riunire insieme i figli di Dio, che erano dispersi ». ( Gv 11,52 )

Ma ancora san Paolo ci consente di allargare la nostra visione dell'opera di Cristo a dimensioni cosmiche, quando scrive che in lui il Padre ha riconciliato con sé tutte le creature, quelle del cielo e quelle della terra. ( Col 1,20 )

Giustamente si può dire di Cristo redentore che « nel tempo dell'ira è stato fatto riconciliazione », ( Sir 44,17 ) e che, se egli è « la nostra pace », ( Ef 2,14 ) è anche la nostra riconciliazione.

Ben a ragione la sua passione e morte, sacramentalmente rinnovate nell'Eucaristia, vengono chiamate dalla liturgia « sacrificio di riconciliazione »:13 riconciliazione con Dio e con i fratelli, se Gesù stesso insegna che la riconciliazione fraterna deve operarsi prima del sacrificio. ( Mt 5,23s )

È legittimo, dunque, partendo da questi e da altri significativi passi neo-testamentari, far convergere le riflessioni sull'intero mistero di Cristo intorno alla sua missione di riconciliatore.

È, pertanto, da proclamare ancora una volta la fede della Chiesa nell'atto redentivo di Cristo, nel mistero pasquale della sua morte e risurrezione, come causa della riconciliazione dell'uomo, nel suo duplice aspetto di liberazione dal peccato e di comunione di grazia con Dio.

È proprio dinanzi al quadro doloroso delle divisioni e delle difficoltà della riconciliazione fra gli uomini, invito a guardare al mysterium Crucis come al più alto dramma, nel quale Cristo percepisce e soffre fino in fondo il dramma stesso della divisione dell'uomo da Dio, sì da gridare con le parole del Salmista: « Dio mio. Dio mio, perché mi hai abbandonato? », ( Mt 27,46; Mc 15,34; Sal 22,2 ) ed attua, nello stesso tempo, la nostra riconciliazione.

Lo sguardo fisso al mistero del Golgota deve farci ricordare sempre quella dimensione « verticale » della divisione e della riconciliazione riguardante il rapporto uomo-Dio, che in una visione di fede prevale sempre sulla dimensione « orizzontale », cioè sulla realtà della divisione e sulla necessità della riconciliazione tra gli uomini.

Noi sappiamo, infatti, che una tale riconciliazione tra loro non è e non può essere che il frutto dell'atto redentivo di Cristo, morto e risorto per sconfiggere il regno del peccato, ristabilire l'alleanza con Dio e abbattere così il muro di separazione, ( Ef 2,14-16 ) che il peccato aveva innalzato tra gli uomini.

La Chiesa riconciliatrice

8 Ma - come diceva san Leone Magno parlando della passione di Cristo - « tutto quello che il Figlio di Dio ha fatto e ha insegnato per la riconciliazione del mondo, non lo conosciamo soltanto dalla storia delle sue azioni passate, ma lo sentiamo anche nell'efficacia di ciò che egli compie al presente ».14

Sentiamo la riconciliazione, operata nella sua umanità, nell'efficacia dei sacri misteri celebrati dalla sua Chiesa, per la quale egli ha dato se stesso e che ha costituito segno e insieme strumento di salvezza.

Ciò afferma san Paolo, quando scrive che Dio ha dato agli apostoli di Cristo una partecipazione alla sua opera riconciliatrice. « Dio - egli dice - ci ha affidato il ministero della riconciliazione… e la parola della riconciliazione ». ( 2 Cor 5,18s )

Nelle mani e sulla bocca degli apostoli, suoi messaggeri, il Padre ha posto misericordiosamente un ministero di riconciliazione, che essi adempiono in maniera singolare, in virtù del potere di agire « in persona Christi ».

Ma anche a tutta la comunità dei credenti, all'intera compagine della Chiesa è affidata la parola di riconciliazione, il compito cioè di fare quanto è possibile per testimoniare la riconciliazione e per attuarla nel mondo.

Si può dire che anche il Concilio Vaticano II, nel definire la Chiesa come « sacramento, o segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano » e nel segnalare come sua funzione quella di ottenere la « piena unità in Cristo » per gli « uomini oggi più strettamente congiunti da vari vincoli »,15 riconosceva che essa deve tendere soprattutto a riportare gli uomini alla piena riconciliazione.

In intima connessione con la missione di Cristo, si può dunque riassumere la missione, pur ricca e complessa, della Chiesa nel compito per lei centrale della riconciliazione dell'uomo: con Dio, con se stesso, con i fratelli, con tutto il creato; e questo in modo permanente, perché - come ho detto altra volta - « la Chiesa è per sua natura sempre riconciliante ».16

Riconciliatrice è la Chiesa in quanto proclama il messaggio della riconciliazione, come ha sempre fatto nella sua storia dal Concilio apostolico di Gerusalemme ( At 15,2-33 ) fino all'ultimo Sinodo e al recente Giubileo della Redenzione.

L'originalità di questa proclamazione sta nel fatto che per la Chiesa la riconciliazione è strettamente collegata alla conversione del cuore: questa è la via necessaria verso l'intesa fra gli esseri umani.

Riconciliatrice è la Chiesa anche in quanto mostra all'uomo le vie e gli offre i mezzi per la suddetta quadruplice riconciliazione.

Le vie sono, appunto, quelle della conversione del cuore e della vittoria sul peccato, sia questo l'egoismo o l'ingiustizia, la prepotenza o lo sfruttamento altrui, l'attaccamento ai beni materiali o la ricerca sfrenata del piacere.

I mezzi sono quelli del fedele ed amoroso ascolto della Parola di Dio, della preghiera personale e comunitaria e, soprattutto, dei Sacramenti, veri segni e strumenti di riconciliazione, tra i quali eccelle, proprio sotto questo aspetto, quello che con ragione usiamo chiamare il Sacramento della Riconciliazione, o della Penitenza, sul quale ritornerò in seguito.

La Chiesa riconciliata

9 Il mio venerato Predecessore Paolo VI ha avuto il merito di mettere in chiaro che, per essere evangelizzatrice, la Chiesa deve cominciare col mostrarsi essa stessa evangelizzata, aperta cioè al pieno e integrale annuncio della Buona Novella di Gesù Cristo per ascoltarla e metterla in pratica.17

Anch'io, raccogliendo in un documento organico le riflessioni della IV Assemblea Generale del Sinodo, ho parlato di una Chiesa che si catechizza nella misura in cui è operatrice di catechesi.18

Non esito ora a riprendere qui il confronto, per quanto si applica al tema che sto trattando, per affermare che la Chiesa, per essere riconciliatrice, deve cominciare con l'essere una Chiesa riconciliata.

Sotto questa semplice e lineare espressione soggiace la convinzione che la Chiesa, per annunciare e proporre sempre più efficacemente al mondo la riconciliazione, deve diventare sempre più una comunità ( fosse anche il « piccolo gregge » dei primi tempi ) di discepoli di Cristo, uniti nell'impegno di convertirsi continuamente al Signore e di vivere come uomini nuovi nello spirito e nella pratica della riconciliazione.

Dinanzi ai nostri contemporanei, così sensibili alla prova delle concrete testimonianze di vita, la Chiesa è chiamata a dare l'esempio della riconciliazione anzitutto al suo interno; e per questo tutti dobbiamo operare per pacificare gli animi, moderare le tensioni, superare le divisioni, sanare le ferite eventualmente inferte tra fratelli, quando si acuisce il contrasto delle opzioni nel campo dell'opinabile, e cercare invece di essere uniti in ciò che è essenziale per la fede e la vita cristiana, secondo l'antica massima: In dubiis libertas, in necessariis unitas, in omnibus caritas.

Secondo questo stesso criterio, la Chiesa deve attuare anche la sua dimensione ecumenica.

Infatti, per essere interamente riconciliata, essa sa di dover proseguire nella ricerca dell'unità fra coloro che si onorano di chiamarsi cristiani, ma sono separati tra loro, anche come Chiese o Comunioni, e dalla Chiesa di Roma.

Questa cerca un'unità che, per esser frutto ed espressione di vera riconciliazione, non intende fondarsi ne sulla dissimulazione dei punti che dividono, ne su compromessi tanto facili quanto superficiali e fragili.

L'unità deve essere il risultato di una vera conversione di tutti, del perdono reciproco, del dialogo teologico e delle relazioni fraterne, della preghiera, della piena docilità all'azione dello Spirito Santo, che è anche Spirito di riconciliazione.

Infine la Chiesa, per dirsi pienamente riconciliata, sente di doversi impegnare sempre di più nel portare il Vangelo a tutte le genti, promovendo il « dialogo della salvezza »,19 a quei vasti ambienti dell'umanità nel mondo contemporaneo che non condividono la sua fede e che addirittura, a causa di un crescente secolarismo, prendono le distanze nei suoi riguardi e le oppongono una fredda indifferenza, quando non la osteggiano e perseguitano.

A tutti la Chiesa sente di dover ripetere con san Paolo: « Lasciatevi riconciliare con Dio ». ( 2 Cor 5,20 )

In ogni caso, la Chiesa promuove una riconciliazione nella verità, sapendo bene che non sono possibili ne la riconciliazione ne l'unità fuori o contro la verità.

Indice

13 Preghiera Eucaristica III
14 S. Leone Magno, Tractatus 63 ( De passione Domini 12 ), 6:CCL 138/A, 386
15 Lumen Gentium 1
16 « La Chiesa è per sua natura sempre riconciliante, perché trasmette agli altri il dono che essa ha ricevuto, il dono di essere stata perdonata e fatta una con Dio »: Giovanni Paolo II, Discorso a Liverpool ( 30 Maggio 1982 ), 3: Insegnamenti V, 2 ( 1982 ), 1992
17 Paolo VI, Evangelii Nuntiandi 13
18 Giovanni Paolo II, Catechesi Tradendae 24
19 Paolo VI, Ecclesiam suam