Sabato, 13 aprile 2013
Per risolvere i problemi della vita bisogna guardare in faccia la realtà, pronti, come il portiere di una squadra di calcio, a parare il pallone da qualunque parte arrivi.
E senza cedere alla paura o alla tentazione della lamentela, perché Gesù è sempre accanto a ogni uomo, anche e soprattutto nei momenti più difficili.
Lo ha detto Papa Francesco nella messa celebrata, la mattina di sabato 13 aprile, nella cappella della Domus Sanctae Marthae.
Tra i presenti, il direttore dei servizi di sicurezza e protezione civile Domenico Giani con i familiari, agenti del corpo della Gendarmeria e dei Vigili del fuoco, la madre di monsignor Alfred Xuereb e alcuni disabili che stanno partecipando a un convegno in Vaticano.
Nel passo degli Atti degli apostoli ( At 6,1-7 ), proclamato nella prima lettura, « c'è un pezzo - ha spiegato il Pontefice - della storia dei primi giorni della Chiesa: la Chiesa cresceva, aumentava il numero dei discepoli », ma « in questo momento incominciano i problemi ».
Infatti, « quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica » perché nell'assistenza quotidiana venivano trascurate le vedove.
« La vita - ha proseguito - non è sempre tranquilla e bella » e « la prima cosa che fanno è mormorare, chiacchierare uno contro l'altro: "Ma, guarda, c'è questo …".
Ma questo non porta ad alcuna soluzione, non dà soluzione ».
Invece « gli apostoli, con l'assistenza dello Spirito Santo, hanno reagito bene.
Hanno convocato il gruppo dei discepoli e hanno parlato.
È il primo passo: quando ci sono difficoltà, bisogna guardarle bene, prenderle e parlarne.
Mai nasconderle.
La vita è così.
La vita bisogna prenderla come viene, non come noi vogliamo che venga ».
È «un po' - ha detto Papa Francesco ricorrendo a una metafora efficace e a lui cara - come il portiere della squadra, no?, che prende il pallone da dove viene.
Questa è la realtà ».
Gli apostoli, dunque, « hanno parlato tra loro e hanno fatto una bella proposta, una proposta rivoluzionaria, perché hanno detto: "Ma noi siamo gli apostoli, quelli che Gesù ha scelto".
Ma quello non basta.
Si sono accorti che il primo loro dovere era la preghiera e il servizio della Parola.
"E per l'assistenza quotidiana alle vedove, dobbiamo fare un'altra cosa" ».
Così « hanno deciso di fare i diaconi ».
« Una decisione - ha aggiunto il Papa - un po' rischiosa in quel momento.
Ma lo Spirito Santo li ha spinti a fare quello.
Lo hanno fatto.
Hanno scelto i diaconi, decisi.
Non hanno detto: "Ma, domani vedremo, pazienza". No, no.
Hanno preso la decisione e il finale è tanto bello: "E la Parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente".
È bello. Quando ci sono i problemi, bisogna prenderli e il Signore ci aiuterà a risolverli ».
Così « non dobbiamo avere paura dei problemi.
Gesù stesso dice ai suoi discepoli: sono io, non abbiate paura, sono io! Sempre.
Con le difficoltà della vita, con i problemi, con le nuove cose che dobbiamo prendere: il Signore è là.
Possiamo sbagliare, davvero, ma Lui è sempre vicino a noi e dice: hai sbagliato, riprendi la strada giusta ».
Un problema, ha detto il Papa, non si risolve se ci si limita a dire « a me non piace » e si comincia « a mormorare o a chiacchierare ».
E « non è un buon atteggiamento quello di truccare la vita, di fare il maquillage alla vita.
No, no. La vita è come è.
È la realtà.
È come Dio vuole che sia o come Dio permette che sia.
Ma è come è, e dobbiamo prenderla come è.
Lo Spirito del Signore ci darà la soluzione ai problemi ».
« Anche nel Vangelo - ha spiegato il Papa commentando il passo appena letto di san Giovanni ( Gv 6,16-21 ) - succede una cosa simile.
I discepoli erano tutti contenti perché avevano visto che quei cinque pani non finivano più.
Hanno dato da mangiare a tanta gente, a tante persone.
Si avviarono verso l'altra riva, con la barca, e viene un forte vento: il mare si agita e hanno un po' paura.
Sono in difficoltà.
E il Signore viene da loro per aiutarli.
Si spaventano un po', e Lui dice loro: "Non abbiate paura, sono io!".
Quella è la parola di Gesù, sempre: nelle difficoltà, nei momenti che sono bui, nei momenti dove tutto è oscuro e non sappiamo cosa fare, anche quando c'è buio nella nostra anima.
La vita è così.
Oggi viene così, con questo buio.
Ma il Signore è là.
Non abbiamo paura!
Non abbiamo paura delle difficoltà, non abbiamo paura quando il nostro cuore è triste, è buio!
Prendiamo le cose come vengono, con lo Spirito del Signore e l'aiuto dello Spirito Santo.
E così andiamo avanti, sicuri su una strada giusta ».
Papa Francesco ha concluso l'omelia con l'invito a chiedere « al Signore questa grazia: non avere paura, non truccare la vita » per essere capaci di « prendere la vita come viene e cercare di risolvere i problemi come hanno fatto gli apostoli.
E cercare pure l'incontro con Gesù che sempre è affianco a noi, anche nei momenti più oscuri della vita ».