Due cuochi al servizio di Dio |
Fra Leopoldo e Suor Faustina erano due cuochi.
Il primo dovette lavorare come tale per provvedere a se stesso, ma soprattutto per aiutare la mamma e questo sino all'età di cinquant'anni, quando divenne religioso ed anche allora esercitò il mestiere nella cucina del convento di S. Tommaso a Torino e qualche volta fuori straordinariamente come aiuto in occasioni speciali ( ad esempio a Cuneo al convento della Madonna degli Angeli per la ricognizione del corpo del Beato Angelo da Chivasso ).
E il fatto che fosse richiesto denota che era molto bravo nel suo mestiere di cuoco.
La seconda, quando a vent'anni è ammessa come postulante fra le suore coadiutrici nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia, comincia a lavorare nella cucina.
Nei due anni precedenti Elena Kowalska, la futura Suor Faustina, aveva già lavorato presso due famiglie.
A quattordici anni Elena col permesso della mamma va a servizio presso gente conosciuta in Aleksandrów, vicino a Lódz, per guadagnarsi qualche cosa ed aiutare la famiglia.
Il lavoro di cuoca era ben seguito dalla religiosa, al punto che "ogni volta che si doveva preparare un pasto più accurato - per l'arrivo di monsignore o di qualche personalità, si chiedeva sempre aiuto a lei - dice la sua superiora Madre Borgia.
Curando la cucina suor Faustina aveva un fine ben determinato.
Diceva: "Se le nostre pensionanti ( le penitenti ) mangiano bene, non offenderanno Dio brontolando e così Egli sarà glorificato.
Scrive Suor Giustina: "Perciò non risparmiava la fatica e sfavillava di gioia quando poteva offrirci un piatto saporito e ben preparato".6
Nel noviziato, quando fu adibita alla cucina per i bambini, Suor Faustina fu in difficoltà, perché non era in grado di maneggiare le pentole che erano grandissime e soprattutto non riusciva a scolare bene le patate.
E questo si ripeteva, tanto più che le sue forze diminuivano ogni giorno.
Un giorno, a mezzogiorno durante l'esame di coscienza, si dolse con il Signore per la mancanza di forze ed Egli rispose: "Da oggi in poi la cosa ti riuscirà facile; accrescerò le tue forze".
La sera, venuto il momento di scolare le patate, si affretta a farlo fiduciosa nella parola del Signore: prende la pentola con disinvoltura, scola le patate veramente bene e quando alza il coperchio per lasciare uscire il vapore, vede nella pentola, al posto delle patate, mazzi interi di rose rosse molto belle.
Sente in quel momento in sé un voce: "Ecco come trasformo il tuo duro lavoro nei mazzi di fiori più belli, mentre il profumo di essi si innalza fino al mio trono".
"Da quel momento - conclude Suor Faustina - ho cercato di scolare le patate non solo durante la settimana di lavori assegnatami, ma anche sostituendo in tale lavoro le suore durante le loro settimane di turno, e non solamente in questo lavoro, ma in ogni lavoro faticoso cerco di essere la prima ad aiutare, poiché ho sperimentato quanto la cosa piaccia a Dio".7
Fra Leopoldo fu un fiorista, cioè colui che confeziona fiori artificiali, presumibilmente da offrire o da mettere ai piedi di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata.
Il demonio, come vedremo, non è contento di queste devozioni gentili e nello scompaginare cucina e cella, fa scomparire i ferri per fare fiori artificiali di tela.
Nella visita a Cuneo, in occasione delle feste del quattrocentesimo anniversario della beatificazione del Beato Angelo, reca come omaggio un giglio di fiori artificiali da lui preparato, secondo un desiderio del suo cuore.
Quale fu la sua sorpresa quando P. Filippo gli dice: "Ha fatto molto bene ( a portare il giglio ); sappia, Fra Leopoldo, che quando fu scoperta la cassa del Beato gli fu trovato un giglio nato di fresco in segno della sua verginità!".
E questo è anche un segno di come fossero apprezzati i fiori dì Fra Leopoldo sia sulla terra come in cielo.
Suor Faustina fu invece una floricoltrice, che seminava fiori, li coltivava con tanto amore per poterli offrire in cappella a Gesù e a Maria.
Da notare che, "quando si dedicò al giardino, praticamente non ne sapeva nulla, ma a poco a poco imparò molto mettendoci tutto il suo cuore.
Curava soprattutto la serra e si informava volentieri dagli esperti": così Madre Irene, superiora di Suor Faustina a Wilno.
Suor Clementina, la capo-giardiniera, conferma questa testimonianza: "È per obbedienza che dopo la sua professione Suor Faustina andò a Wilno per occuparsi del giardino.
Non aveva la minima nozione di giardinaggio, ma diceva: "Il Signore mi benedirà anche se non so niente".
Difatti un frate lazzarista, giardiniere di mestiere, l'aiutò con i suoi consigli ed ella finì per ottenere ottimi risultati, tanto nel giardino che nella serra costruita da lei stessa.
Le piaceva infiorare la cappella e l'altare e mostrava volentieri alle suore e alle pensionanti i begli esemplari coltivati a questo scopo.
"Tutto questo è per il Signore Gesù", diceva indicando con fierezza i suoi giacinti, le sue rose e i suoi tulipani.
"C'era una grande siccità e Suor Faustina era molto addolorata nel vedere le sue piante assetate.
Un giorno di pieno sole e di bel tempo stabile, si mise a supplicare il Signore perché mandasse la pioggia.
Subito piovve a cateratte e le piante furono dissetate", così Suor Antonietta.8
Questo episodio è riportato nel Diario.
Luigi Musso fin da piccolo comprese l'importanza del lavoro per sostenere la propria famiglia bisognosa.
E infatti, come narra P. Maccono o.f.m. nel suo libro "Un apostolo di Gesù Crocifisso.
Il Servo di Dio Fr. Leopoldo Maria Musso": "appena giunta l'età adatta Luigi fu dal padre messo al servizio del medico condotto di Terruggia, dott. Boltri.
Presso di lui egli fu adibito a parecchi servizi di casa, di cocchiere, di giardiniere ecc. e in tutti con soddisfazione del padrone.
Il suo fare disinvolto, modesto, e di una fedeltà scrupolosa gli attirava le generali simpatie".
A 19 anni, come già detto, la necessità di avere un lavoro più redditizio per i suoi lo costrinse a cercare un impiego a Vercelli come cuoco, cui fecero seguito altri impieghi a Torino, a Casale e infine ancora a Torino come religioso francescano nel Convento di S. Tommaso.
Una vita in conclusione da professionista della cucina, ed anche come scrupoloso amministratore delle spese relative, dapprima come laico e poi come religioso.
Fu un lavoro abbracciato, come detto, sin dalla età giovanile, per necessità familiari e poi specificamente per sostenere economicamente la mamma, e successivamente come religioso per far fronte alle necessità naturali di una comunità.
Il lavoro vissuto con forte impegno e, come già notato, quale rispetto dei doveri del proprio stato.
Si comprendono così, alla luce della testimonianza umana di Luigi Musso, alcune parole chiave della lettera enciclica di Giovanni Paolo II sul lavoro umano: "Il lavoro è un bene dell'uomo, perché mediante il lavoro l'uomo ... realizza se stesso come uomo ed anzi, in un certo senso, diventa più uomo.
Il lavoro è il fondamento su cui si forma la vita familiare ... consente la vita ed il mantenimento della famiglia".9
E la famiglia di Fra Leopoldo, che doveva mantenere sino all'entrata in convento, era esclusivamente la povera mamma ammalata.
Ma l'enciclica dice anche questo: "Sopportando la fatica del lavoro in unione con Cristo Crocifisso per noi, l'uomo collabora in qualche modo col Figlio di Dio alla redenzione dell'umanità.
Egli si dimostra discepolo di Gesù, portando a sua volta la croce ogni giorno nell'attività che è chiamato a compiere".10
E Fra Leopoldo ha sempre lavorato, in unione con il suo Gesù Crocifisso.
Per Suor Faustina abbiamo già visto il suo impegno per il lavoro, dettato da esigenze familiari, e successivamente il suo inserimento nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia.
Qui, dopo tre settimane, "si accorse di esservi qui assai poco tempo per le preghiere e di altre cose che le dicevano nell'animo di entrare in un convento di regola più stretta".
Però questo non era il disegno di Dio, per cui Gesù apparsole in cella con il volto coperto di piaghe vive e con grandi lacrime che cadevano sulla sopracoperta del suo letto, le disse: "Tu mi procurerai tale dolore se uscirai da questo ordine religioso.
È qui che ti ho chiamato e che ho preparato molte grazie per te".
Suor Faustina chiede perdono a Gesù e si inserisce completamente nelle mansioni a lei affidate.
"Ciò che avrebbe voluto realizzare in un Carmelo ecco che si adatta a viverlo tra padelle e casseruole, zappando la terra o vendendo pane, nell'andirivieni della portineria ...
Obbligata dall'obbedienza a stare sulla breccia, converte ogni cosa in preghiera e si applica a vivere alla presenza di Dio ovunque si trovi e qualsiasi cosa faccia.
Ogni tappa della sua vita laboriosa segnerà nuova ascesa verso le cime della vita mistica che essa raggiungerà non malgrado, ma a causa di condizioni apparentemente ingrate.
Ben presto la nostra postulante assapora i frutti della sua immolazione.
Dio la ricolma al di sopra d'ogni attesa.
La grazia si fa sensibile e la inonda di gioia.
Tutto le sembra leggero, nessuna pena le costa e crede di volare sul cammino della perfezione".11
Così i due religiosi tramite il loro lavoro manuale salgono verso le vette della santità personale, sotto gli occhi di Gesù Crocifisso.
La santificazione attraverso le occupazioni ordinarie fu capita nel secolo ventesimo da Josè Escrivà de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei e dai vari Istituti secolari, tra cui l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS.ma Immacolata fondato da Fratel Teodoreto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, avendo Fra Leopoldo come fervente sostenitore.
Fra Leopoldo e Suor Faustina hanno redatto ambedue un diario sulla loro vita, ma soprattutto sui colloqui mistici con Gesù e Maria.
La stesura di questi diari è voluta espressamente da questi attraverso l'indicazione del confessore o di religiosi.
A Suor Faustina Gesù aveva detto: "Il tuo compito è quello di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia Misericordia, per il bene delle anime, che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me".12
E Suor Faustina risponde: "Ho il compito di descrivere gli incontri della mia anima con te, o Dio; devo scrivere di te, ineffabile nel dimostrare misericordia alla mia povera anima ...
Tale ordine mi fu dato da colui che mi spiega la tua santa volontà, o Gesù.
Tu vedi quanto mi riesce difficile lo scrivere, come io non sappia descrivere con chiarezza quello che sperimento nell'anima.
O Dio, posso io servirmi di una penna per dire cose per le quali mi mancano talvolta le parole?
Tu però mi ordini di scrivere, o Dio; questo mi basta. "13
Fra Leopoldo scrive sulle prime pagine del diario: "Il mio buon Gesù mi farà scrivere molte cose; i lettori che avranno il bene di leggerle, comprenderanno che furono dettate dall'Altissima Provvidenza, e la grazia del Signore li farà certo contenti e umili; grazie più belle non potrebbero avere chi ama Gesù!"14
Da tutte queste dichiarazioni deduciamo che il vero autore di questi diari è sempre e solo Gesù, coadiuvato dal sua Madre, per messaggi e indicazioni che vanno oltre i due religiosi per estendersi a tutti gli uomini di buona volontà.
Lo stile di Suor Faustina non è quello di una contadina illetterata con tanto di "ortografia che lascia molto a desiderare", ma è di una chiarezza, di una precisione e di una trasparenza assolute.
Analogamente lo stile di Fra Leopoldo è semplice, chiaro e ricco d'amorosi sensi nel commentare le parole che Gesù gli rivolgeva quasi ogni giorno.
"Un sottile conoscitore dei mistici giardini ha detto che gli amici di Dio scrivono sempre bene, essendo fidanzati al Verbo il quale conferisce alle loro parole peso, misura, senso e consistenza".15
Gesù non sceglie i "sapienti" e gli "intelligenti" per rivelare il Vangelo, come dice S. Matteo ( Mt 11,25 ) e straordinariamente per rivelare se stesso con apparizioni, visioni o locuzioni interne, ma sceglie invece abitualmente i "piccoli".
E, analogamente a Gesù, anche sua Madre Maria Santissima, che ai piedi della croce del figlio, divenne Madre di tutti noi, sceglie per confidenti dei "piccoli".
Così Luigi Musso ed Elena Kowalska, i futuri Fra Leopoldo e Suor Faustina si aggiungono alla schiera dei "piccoli" del passato, Melania e Massimino di La Salette, Bernadette di Lourdes e Teresa di Lisieux, Giacinta, Francesco e Lucia di Fatima e tanti altri.
Gesù guarda il cuore per verificare se c'è innocenza ed umiltà ed allora "i puri di cuore vedranno Dio" ( Mt 5,8 ).
La giovane Bernadette disse a coloro che l'interpellavano perché la Madre di Dio avesse scelto proprio lei come destinataria dei messaggi celesti, che se ci fosse stata a Lourdes un'altra ragazza più ignorante, la Vergine Immacolata avrebbe sicuramente scelto questa.
Il povero Fra Leopoldo il 12 agosto 1908 annota: "Mio Dio ... hai scelto me per questa Opera, che sono così ignorante!
Egli mi rispose: "Piace così a me: uomini pieni di scienza ce ne sono già troppi, ce ne sono pure alcuni che abusano del sapere che io ho loro conferito, e qualche volta mi danno dispiacere.
Beati gli umili, che la loro scienza tutta ripongono nella bontà e nei voleri di Dio!".
Suor Faustina, "la piccola contadina polacca, non possiede né il genio né la cultura di S. Teresa d'Avila che ha scritto pagine immortali, ma non a caso Dio propone a un mondo sconvolto dall'angoscia e stanco di viaggi nella notte, il suo messaggio di totale ed esaltante trasparenza.
Ci voleva una fanciulla per ricordare ad un secolo vecchio e nevrotico, l'instancabile, l'incomprensibile, l'infinita misericordia".16
E non è detto, aggiungiamo noi, che questi diari di Fra Leopoldo e di Suor Faustina non costituiscano un'opera come quella riconosciuta per gli scritti di S. Teresa di Lisieux, per un riconoscimento, dato il pensiero profondo espresso nei diari, per tutti e due di "dottori della Chiesa ad honorem".
L'intervento della Santissima Vergine nella vita dei santi si riscontra frequentissimo, come annota Fr. Teodoreto nel suo libro.
"Nell'anno 1887, nel mese di novembre - scrive Fra Leopoldo nel suo Diario - ebbi in sogno una visione di Maria Santissima: vidi la Vergine SS. Addolorata in atteggiamento mestissimo con il capo nobilmente chino, e dolcemente mi disse: " Ricordati di ciò che ha soffèrto mio Figlio! ".
Sebbene non intendessi tutto il significato di queste parole, tuttavia mi rimasero impresse nella mente.
Disparve la visione, e nel mio povero cuore andavo meditando la bontà, la pietà, la misericordia di Maria Santissima verso i poveri peccatori ".
Per Fra Leopoldo fu come una luce del Cielo che illuminò la sua mente e riscaldò il suo cuore in modo così efficace da produrre in lui un nuovo slancio di vita soprannaturale.
Una mattina nella chiesa di S. Dalmazzo ero ansioso di ricevere la S. Comunione, e appena l'ebbi ricevuta, sentii il mio buon Gesù dirmi: " Tra me e te, in avvenire, ci sarà una grande intimità ".
E Luigi annota nel Diario: " Come è possibile che un Dio voglia abbassarsi fino a me poveretto peccatore?
Eppure si vedrà in appresso quanto sia grande la bontà e la Misericordia di Dio verso di noi poveri mortali ".
« Nel 1893 ebbi una visione in sogno nel castello: vidi, in alto, Gesù Crocifisso; stava abbracciata ai suoi piedi un'anima bellissima, dal volto nobilissimo; teneva gli occhi modestamente bassi, un po' chino il capo; e la veste era come luminosa: il tutto mi imparadisava.
Fissai lo sguardo su quella visione dolcissima; dopo pochi minuti sparì, e mi lasciò una dolcezza inenarrabile, che non dimenticherò per tutto il tempo della mia vita.
L'8 maggio 1899 la mamma era moribonda ed aveva ricevuto il SS. Viatico; anche Luigi Musso cadde malato e chiese a Maria di poter guarire per aiutare la mamma.
"Mi addormentai e dormii un'ora, dalle otto alle nove di sera ( da quaranta giorni non riposavo più ) ed ecco vidi maestosamente avvicinarsi Maria SS. tenendo in braccio il suo Divin Figlio Gesù e mi disse queste parole: ' Alzati, la grazia della tua guarigione è fatta! '.
Maria Santissima non solo mi donò la guarigione, ma mi conservò ancora la mia buona mamma ".
Stanco e abbattuto dalle intere notti passate al capezzale della mia defunta genitrice, presi riposo per qualche giorno; ed ebbi una visione in sogno.
« Vidi Maria SS. che mise le mani sopra una tenda che dalla terra arrivava al cielo; la separò e allora vidi la Santissima Trinità ... Oh meraviglia!
E mi disse di non disgustare mai quelle tre gemme preziosissime, cioè il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo ».
Nei primi anni del 1900 presso il Convento Parrocchia di S. Tommaso in Torino, Fra Leopoldo ebbe una visione: preso il sonno contro la sua volontà, si desta poiché ad un tratto si sente spingere fortemente, apre gli occhi e vede un Frate che sale in alto con grande rapidità; la figura somigliava del tutto a quella di S. Francesco: scomparve così ogni malanno e stanchezza.
" Una grande confidenza passerà tra Me e te ".
" Mi rammentai ciò che mi aveva detto il mio Gesù una mattina appena ricevuto la S. Comunione nella Chiesa di S. Dalmazzo, sedici anni prima ": sono di fatto le stesse parole.
Nel 1912, a sette anni, la piccola Elena, durante i Vespri, davanti al SS.mo Sacramento esposto, sente nell'anima per la prima volta una voce che l'invita alla vita perfetta.
Nell'autunno del 1919 la quattordicenne Elena è a servizio presso gente conosciuta in Aleksandrow, vicino a Lódz.
Durante questo periodo ha la visione di un gran chiarore e poco dopo torna a casa.
Nell'estate 1920 Elena dichiara a sua mamma che vuole andare in convento, ma i genitori sono decisamente contrari alle sue aspirazioni.
Nell'autunno-inverno 1922 la diciottenne Elena chiede insistentemente ai genitori il permesso di entrare in convento e riceve un rifiuto categorico.
Nel 1923, il 2 febbraio, rompe gli indugi e cerca lavoro a Varsavia per acquisire una piccola dote e il corredo che le consenta di essere accettata in convento.
Il 1° agosto 1925, a vent'anni, Elena è ammessa come postulante fra le suore coadiutrici nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia.
Il 30 aprile 1926, dopo gli esercizi spirituali di otto giorni, Elena Kowalska inizia il noviziato ricevendo l'abito e il nome da religiosa.
Da questo momento si chiamerà Suor Maria Faustina.
È chiaro che con queste premesse mistiche, Gesù preparava due anime per un suo disegno specifico.
Quale?
Innanzitutto la loro santità, da rifulgere nelle virtù, la loro disponibilità al sacrificio sino alla totale offerta di se stesse quale anime vittime, la ricezione dei suoi messaggi da tradurre in opere concrete quali finalizzazioni della volontà di Dio e da tutto questo la creazione di due testimoni, perché altri potessero riferirsi a loro come modelli di vita cristiana.
E, data la loro piccolezza umana, la grazia che Dio potesse apparire in maniera ancora più evidente, quale causa di trasformazione di persone che hanno dato liberamente il consenso a tale stato.
Dall'intimità con Gesù profetizzata da Lui stesso nella chiesa di S. Dalmazzo, alla composizione, quasi senza accorgersene, della Divozione a Gesù Crocifisso, per cui Fra Leopoldo divenne l'Apostolo di Gesù Crocifisso.
La sua grande intimità con Gesù gli permise di essere l'interlocutore privilegiato di Gesù stesso, per cui chiedeva e riceveva risposte da riferire ad altri.
Fu così che spinse Fratel Teodoreto ad operare per la costituzione dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.
E Fra Leopoldo, come rilevato, fu giustamente considerato il fervente sostenitore dell'Unione Catechisti.
Ma anche per la fondazione della Casa di Carità Arti e Mestieri il ruolo di Fra Leopoldo fu determinante, a partire da quella frase-programma da lui udita il 24 novembre 1919 e trasmessa subito a Fratel Teodoreto:
" Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri ".
A Fra Leopoldo ricorrevano in tanti, umile gente del popolo e persone illustri e prelati ... per un consiglio, un'indicazione, un orientamento di vita.
Lo stesso Papa Benedetto XV volle essere tenuto al corrente dei detti e consigli di Fra Leopoldo.
" Gesù ha affidato a questa religiosa semplice, senza istruzione, ma forte e infinitamente fiduciosa in Dio, una grande missione: il messaggio della Divina Misericordia rivolto al mondo intero.
" Oggi mando te - le disse - a tutta l'umanità con la Mia Misericordia.
Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso" ( Diario, p. 827 ).
" Sei la segretaria della Mia misericordia: ti ho scelta per questo incarico in questa vita e in quella futura" ( Diario, p. 838 ), per "far conoscere alle anime la grande Misericordia che ho per loro ed esortarle alla fiducia nell'abisso della Mia Misericordia" ( Diario, p. 818 ).
La missione di Santa Faustina consiste nel ricordare una verità di fede da sempre conosciuta, ma forse dimenticata, riguardante l'amore misericordioso di Dio per l'uomo e nel trasmettere nuove forme di culto della Divina Misericordia, la cui pratica dovrebbe portare al rinnovamento della vita di fede.
Il culto della Divina Misericordia consiste nella fiducia nella infinita bontà di Dio e nelle opere di misericordia verso il prossimo.17
Il 22 febbraio 1931 a Plock, la sera della prima domenica di Quaresima, Suor Faustina ha una visione di Gesù che le ordina di dipingere un'immagine secondo il modello che vede, con sotto scritto: Gesù confido in Te!
Il Signore Gesù è vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l'altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l'uno e l'altro pallido.
"I due raggi rappresentano il Sangue e l'Acqua.
Il raggio pallido rappresenta l'Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime ".
Entrambi i raggi uscirono dall'intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia.
Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio.
Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio.
Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Misericordia.
... In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita, questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene ...
Annuncia che la Misericordia è il più grande attributo di Dio.
Tutte le opere delle Mie mani sono coronate dalla Misericordia".18
" Figlia mia ... il tuo compito ed impegno qui sulla terra è quello di impetrare la Misericordia per il mondo intero.
Nessun'anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia, e perciò la prima domenica dopo Pasqua dev'essere la festa della Misericordia, ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia.
Ti nomino dispensatrice della Mia Misericordia.
Dì al confessore che questa immagine deve venire esposta in chiesa e non nel convento dentro la clausura.
Attraverso questa immagine concederò molte grazie alle anime, perciò ogni anima deve poter accedere ad essa".19
Finalmente a fine giugno 1934 viene terminata l'immagine della "Divina Misericordia", che sotto la direzione di Suor Faustina è stata dipinta dal pittore Kazimirowski.
Suor Faustina piange amaramente perché Gesù non appare così bello come lo ha visto.
E allora dice al Signore: "Chi ti potrà dipingere bello come sei?"
All'improvviso ode queste parole: "Non è nella bellezza del colore né nel tocco del pennello, ma è nella mia grazia che sta il valore del quadro".
Occupa il posto più importante tra tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia che sono state rivelate a Santa Faustina.
Per la prima volta Gesù le ha parlato dell'istituzione di questa festa a Plock nel 1931, quando le trasmise la sua volontà riguardo all'immagine: "Io desidero che vi sia una festa della Misericordia: voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia" ( Diario, p. 75 ).
La scelta della prima domenica dopo Pasqua come festa della misericordia ha un suo profondo significato teologico, che indica un forte legame tra il mistero pasquale della Redenzione e il mistero della Divina Misericordia.
Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla Novena alla Divina Misericordia, che precede la festa e inizia il Venerdì Santo e durante la quale si recita la Coroncina.
La festa non è soltanto un giorno di particolare adorazione di Dio nel mistero della misericordia, ma è un tempo di grazia per tutti gli uomini.
" Desidero - ha detto Gesù - che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori" ( Diario, p. 440 ).
" Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione.
Concedo loro l'ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia.
Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre " ( Diario, p. 561 ).
L'importanza di questa festa si misura con le straordinarie promesse che Gesù ha legato ad essa.
"In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita - ha detto Cristo - questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene" ( Diario, p. 235 ).
"In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. ( ... )
Nessun'anima abbia paura di accostarsi a me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto" ( Diario, p. 441 ).
Per ottenere questi grandi doni bisogna adempiere alle condizioni della devozione alla Divina Misericordia ( fiducia nella bontà di Dio e carità attiva verso il prossimo ), essere in stato di grazia ( dopo la confessione ) e ricevere degnamente la santa Comunione.
" Nessun'anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia e perciò la prima domenica dopo Pasqua deve essere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia" ( Diario, p. 378 ).20
1995 23 aprile. I Domenica dopo Pasqua - Sua Santità Giovanni Paolo II celebra nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia la Messa solenne nella Domenica della Divina Misericordia.
1999 11 aprile. I Domenica dopo Pasqua - S. Em. Il Cardinale Fiorenzo Angelini celebra in Piazza S. Pietro la Festa della Divina Misericordia.
1-3 ottobre - I Convegno della Divina Misericordia in Italia, celebrato presso la Chiesa di S. Spirito in Sassia a Roma.
2001 22 aprile. I Domenica dopo Pasqua - Il Santo Padre Giovanni Paolo II celebra in Piazza S. Pietro la Messa solenne nella Domenica della Divina Misericordia.
2002 29 giugno - Il Santo Padre Giovanni Paolo II concede l'indulgenza nel giorno della Domenica della Divina Misericordia.
A completamento del piano della Divina Misericordia Gesù ha suggerito queste altre forme di culto.
È stata dettata da Gesù a Suor Faustina a Vilnius ( oggi capitale della Lituania ) il 13-14 settembre 1935, come preghiera per placare l'ira di Dio.
" La reciterai per nove giorni con la comune corona del rosario nel modo seguente:
prima reciterai il Padre Nostro, l'Ave Maria ed il Credo; poi sui grani del Padre Nostro, dirai le parole seguenti:
Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
Sui grani delle Ave Maria reciterai le parole seguenti:
Per la Sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero.
Infine reciterai tre volte queste parole: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero".21
" Figlia mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho dato.
Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno.
Se la reciteranno peccatori incalliti, colmerò di pace la loro anima, e l'ora della loro morte sarà serena.
Scrivi questo per le anime afflitte: quando l'anima vede e riconosce la gravita dei suoi peccati, quando si svela ai suoi occhi tutto l'abisso di miseria in cui è precipitata, non si disperi, ma si getti con fiducia nelle braccia della Mia Misericordia, come un bambino fra le braccia della madre teneramente amata ...
Proclama che nessun'anima, che ha invocato la Mia Misericordia, è rimasta delusa né confusa ...
Scrivi che quando verrà recitata la coroncina vicino agli agonizzanti, Mi metterò fra il Padre e l'anima agonizzante non come Giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso".22
Nell'ottobre 1937, a Cracovia, Gesù disse a Suor Faustina di venerare l'ora della sua morte.
" Figlia mia, ogni volta che senti l'orologio battere le tre, ricordati di immergerti tutta nella Mia Misericordia, adorandola ed esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poiché fu in quell'ora che venne spalancata per ogni anima.
In quell'ora otterrai tutto per te stessa e per gli altri; in quell'ora fu fatta grazia al mondo intero, la Misericordia vinse la giustizia ...
Voglio il culto della Mia Misericordia da ogni creatura ... ".23
" Le anime che diffondono il culto della Mia Misericordia, le proteggo in tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante, e nell'ora della morte non sarò per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso".24
" La diffusione del culto della Divina Misericordia non richiede necessariamente molte parole, ma esige fede, fiducia in Dio e misericordia sempre più grandi.
Santa Faustina durante la sua vita dette esempio di tale apostolato.
Il culto della Divina Misericordia portò ad un rinnovamento della vita religiosa nella Chiesa, nello spirito di cristiana fiducia e misericordia ".25
C'è però un'altra missione da svolgere, Suor Faustina il 9 giugno 1935 comprende che " Iddio esige che ci sia una congregazione che annunci la Misericordia di Dio al mondo e la impetri per il mondo.
" Tu vivrai in essa con le tue compagne.
Il Mio spirito sarà la regola della vostra vita.
La vostra vita deve essere modellata su di Me, dalla mangiatoia alla morte in croce.
Penetra nei Miei segreti e conoscerai l'abisso della Mia Misericordia verso le creature e la Mia bontà insondabile, e questa farai conoscere al mondo.
Per mezzo della preghiera farai da intermediaria fra la terra e il cielo".26
" Lo scopo tuo e delle tue compagne è quello di unirti a Me nella maniera più stretta per mezzo dell'amore.
Concilierai la terra col cielo, mitigherai la giusta collera di Dio ed impetrerai la Misericordia per il mondo.
Affido alle tue cure due perle preziose per il Mio cuore, che sono le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi; per loro pregherai in modo particolare; la loro forza dipenderà dal vostro annientamento.
Le preghiere, i digiuni, le mortificazioni, le fatiche e tutte le sofferenze, le unirai alla preghiera, al digiuno, alla mortificazione, alla fatica ed alla sofferenza Mia ed allora avranno valore di fronte al Padre Mio ".27
Questo pensiero ha avuto una certa evoluzione: da un ordine contemplativo diventa un movimento formato sia da congregazioni di vita attiva, che da laici.
Questa grande comunità di persone, che supera le nazionalità, è un'unica famiglia legata da Dio nel mistero della Sua Misericordia e unita dal desiderio di meditare questo attributo divino nel proprio cuore manifestandolo nelle proprie azioni, per procurare la Sua gloria in tutte le anime.
È una comunità di persone che in modi diversi, a seconda della condizione e della vocazione ( sacerdotale, religiosa o di vita nel mondo ), vive l'ideale evangelico di fiducia e di misericordia, proclama con la propria vita e la parola l'ineffabile mistero della Divina Misericordia e invoca la Misericordia di Dio per tutto il mondo.28
Indice |
6 | M. Winowska, "L'icona dell'Amore Misericordioso", Ed Paoline, Roma 1982, p. 63 |
7 | M. Winowska, op.cit., p. 65 |
8 | M. Winowska, "L'icona dell'Amore Misericordioso", Ed Paoline, Roma 1982, cap. 12 |
9 | Giovanni Paolo II, Laborem Exercens 9-10 |
10 | Giovanni Paolo II, Laborem Exercens 27 |
11 | M. Winowska, "L'icona dell'Amore Misericordioso", Ed. Paoline, Roma 1982, pp. 35-38 |
12 | " Diario di Santa Maria Faustina Kowalska - La Misericordia Divina nella mia anima". Libreria Editrice Vaticana, 2006, Quaderno VI, 1693. Il diario è composto da sei quaderni ed è contrassegnato da una numerazione progressiva che viene utilizzata nell'indice tematico. |
13 | M. Winowska, "L'icona dell'Amore Misericordioso", Ed. Paoline, Roma 1982, pp. 20-21 |
14 | Il diario è composto di quattro volumi: Diario I ( anni 1906-1908 ), Diario II ( anno 1909 ), Diario III ( anni 1910-1912 ), Diario IV ( anni 1913-1922 ) e di un quinto e un sesto caratterizzati da una raccolta di lettere e biglietti scritti da Fra Leopoldo ad amici, conoscenti e confidenti nell'arco di circa 15 anni ( dal 1906 al 1921 ) |
15 | M. Winowska, "L'icona dell'Amore Misericordioso", Ed. Paoline, Roma 1982, p.21 |
16 | M. Winowska, "L'icona dell'Amore Misericordioso", Ed. Paoline, Roma 1982, p.51 |
17 | Suor Maria Elzbieta Siepak, "Introduzione al Diario di S. Faustina", Libreria Editrice Vaticana, pp. 10-11 |
18 | S. Faustina, "Diario", pp. 235-236 |
19 | S. Faustina, "Diario", pp. 378-379 |
20 | Suor Maria Elzbieta Siepak, "Introduzione al Diario di S. Fàustinà", Libreria Editrice Vaticana, pp. 14-15 |
21 | S. Faustina, "Diario", p. 378 |
22 | S. Faustina, "Diario", p. 806 |
23 | S. Faustina, "Diario", p. 820 |
24 | S. Faustina, "Diario", p. 604 |
25 | Suor Maria Elzbieta Siepak, "Introduzione al Diario di S. Faustina", Libreria Editrice Vaticana, p. 18 |
26 | S. Faustina, "Diario", p. 309 |
27 | S. Faustina, "Diario", pp. 356-357 |
28 | Suor Maria Elzbieta Siepak, "Introduzione al Diario di S. Faustina", Libreria Editrice Vaticana, p. 19 |