Due cuochi al servizio di Dio

Fra Leopoldo e Suor Faustina e i Santi

19. Fra Leopoldo e Francesco d'Assisi

Si impone un paragone tra fra Leopoldo designato da Gesù Crocifisso con la frase "sarai quello che farai rialzare dalla terra al cielo la mia Croce" e un altro francescano che si è sentito dire dallo stesso Gesù Crocifisso tanti anni prima queste parole "Figlio mio, va' e ripara la mia casa che crolla".94

C'è una equivalenza tra queste due designazioni: infatti rialzare la Croce significa mettere al centro della vita Gesù Crocifisso, e la devozione a Gesù Crocifisso preparata da fra Leopoldo ne è un mezzo efficace; così facendo, la vita cristiana viene tonificata, la Chiesa come popolo di Dio s'irrobustisce e avanza spedita senza tentennamenti e senza possibilità di crolli.

Tutto ciò non significa altro che riparare la Chiesa, che nel XIII secolo stava crollando.

Quindi, possiamo dire, che quanto chiesto con forza da Gesù Crocifisso a Francesco d'Assisi è stato ripetuto, con uguale energia, dallo stesso Crocifisso a fra Leopoldo.

È un paragone forte, con una deduzione forte.

La storia della Chiesa d'altra parte passa attraverso i campioni, i "piccoli" scelti dall'alto, con criteri che a noi sfuggono, per finalità specifiche nell'immediato e con effetti a largo raggio nel tempo.

Fra Leopoldo e i santi imitatori del Crocifisso

Ci sono altre analogie tra fra Leopoldo ed altri santi, sia per l'amore a Gesù Crocifisso sia per la riparazione conseguente.

P. Vasconi parla di una analogia tra il francescano e Caterina da Siena: « Caterina da Siena e fra Leopoldo ripresentano, pur distanziati dal tempo, lo stesso contatto divino fatto attraverso gli ultimi della terra.

Caterina innamorata del 'Sangue' di Cristo lo annunzia agli uomini del suo tempo come bagno della vita.

Fra Leopoldo nel nostro "oggi", innamorato delle "Piaghe" del Cristo, le illumina come porta della vita.

Anche Caterina come Fra Leopoldo, è affascinata sin dall'infanzia dalla figura del Crocifisso».95

E come lei altri santi, secoli dopo.

Gemma Galgani: Gesù a fra Leopoldo il 7 ottobre 1908: "Amami molto!

Avevo un'anima ardente d'amore come la tua, ma ora non esiste più su questa terra, l'ho trapiantata nel giardino delizioso del Paradiso: è Gemma Galgani; ora continua tu a farmi compagnia; a quelle anime che si offrono a soffrire per Me, tuo Gesù, Io brucio il cuore d'amore".

E poi Francesco Forgiane, il futuro Padre Pio da Pietrelcina, proclamato santo.

« A nove anni circa Francesco in quaresima viene trovato da sua madre intento a flagellarsi usando una catena di ferro.

Al rimprovero della mamma, Francesco risponde "Mi devo battere, mamma, come i giudici hanno battuto Gesù e gli hanno fatto uscire il sangue sulle spalle ».96

L'immedesimazione con il Cristo ha portato vari campioni ad essere testimoni viventi con le loro stigmate del loro amore senza limiti al Crocifisso: Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Gemma Galgani, Padre Pio da Pietrelcina.

Fra Leopoldo, designato da Gesù come continuatore dell'amore di Gemma Galgani, pur senza il dono delle stigmate, offre la sua vita nell'amore profondissimo a Gesù Crocifisso e a Maria Santissima per il bene delle anime e soprattutto per la conversione dei peccatori.

Citiamo alcune espressioni dal Diario.

27 giugno 1914, Gesù Crocifisso: "La mia carne è tanto unita con la tua, la tua con la mia, che non è possibile separare le anime nostre!".

21 marzo 1915: Lasciami, Signor Mio Dio, Gesù Crocifisso, vivere della tua santissima vita per amore della tua divina Madre!

"Tutto come vuoi, Leopoldo!": Gesù Crocifisso.

1 febbraio 1918: "Io voglio la santificazione delle anime!": Gesù Crocifisso.

Fra Leopoldo e suoi santi protettori

Il 28 maggio 1911 Gesù dice a fra Leopoldo: "Sappi, Leopoldo, che tu hai due grandi protettori in cielo e sono S. Pasquale Baylon e il Beato Angelo da Chivasso,97 e vogliono che io ti faccia grandi cose!".

... il mio buon Gesù comandò di segnarlo.

Riguardo al Beato Angelo Carletti da Chivasso rileviamo dal Diario in data 3 maggio 1911 che fra Leopoldo fu l'unico tra i francescani della Provincia religiosa che poté assistere alla ricognizione della salma del Beato.

In occasione delle feste del quattrocentesimo anniversario della beatificazione del Beato Angelo, Fra Leopoldo si reca a Cuneo su disposizione del Superiore, nel convento della Madonna degli Angeli, recando come omaggio un giglio di fiori artificiali da lui preparato, secondo un desiderio del suo cuore, come già rilevato nel capitolo "Due amanti dei fiori".

Quale fu la sua sorpresa quando P. Filippo gli dice: "Ha fatto molto bene ( a portare il giglio ); sappia, fra Leopoldo, che quando fu scoperta la cassa del Beato gli fu trovato un giglio nato di fresco in segno della sua verginità!".

C'è anche da rilevare, come scrive fra Leopoldo, che "da tredici anni che feci una malattia di polmonite fierissima, questa mi lasciò colla guarigione l'imperfezione del batticuore di tanto in tanto.

Quando mi sorprendeva, mi durava abbastanza, lasciandomi una spossatezza per cinque o sei giorni e non potevo più lavorare a mio agio".

Fra Leopoldo ha timore che gli ritorni questo male al cuore proprio lì a Cuneo dove era stato inviato per collaborare ai lavori per le feste.

Si rivolge al suo protettore e, benché il disturbo ritorni per ben quattro volte, dicendo: "Beato Angelo ricordati anche di me!", come per incanto tutto passa.

E conclude: "così per tutto il tempo che fui a Cuneo, nulla di questo male ebbi a soffrire".

Il commento di fra Leopoldo è questo: "Caro Beato Angelo, non ti lascio più, sarai unito al Confratello San Pasquale: mi assisterete in vita e in morte per la misericordia di Dio: oh! quanto è la potenza dei santi presso Dio, per intercessione dei Santi s'ottengono grazie per noi poveri mortali!".

Suor Faustina e Santa Teresa del Bambino Gesù

Suor Faustina era ancora novizia ed aveva certe difficoltà che non riusciva a risolvere.

Erano difficoltà interne collegate con difficoltà esterne.

Aveva fatto parecchie novene a vari santi, ma la situazione diveniva sempre più pesante.

Improvvisamente le venne l'idea di pregare Santa Teresa del Bambino Gesù.

Cominciò la novena a questa santa, poiché prima di entrare in congregazione aveva molto devozione per lei.

Il quinto giorno della novena sogna Santa Teresa, ma come se fosse stata ancora sulla terra.

Questa cominciò a dirle parole di conforto, di non rattristarsi a motivo di quella questione, ma avesse più fiducia in Dio.

"Sappia, sorella, che fra tre giorni lei risolverà la sua questione nel modo migliore ..." e Santa Teresa si fece conoscere come santa.

E qui inizia un colloquio apparentemente curioso.

"Tu sei santa?" "Si, sono santa ed abbi fiducia che quella questione la risolverai fra tre giorni"

"Santa Teresa, dimmi, andrò in paradiso?" "Sorella, lei andrà in paradiso"

"E sarò santa?" "Sarai santa"

"Ma, Teresina, sarò santa come te, sugli altari?" "Si, sarai santa come me, ma devi avere molta fiducia in Gesù".

Suor Faustina chiese anche se suo padre e sua madre andranno in paradiso.

Alla risposta affermativa chiese anche per le sorelle e i fratelli; per questi avrebbe dovuto pregare molto.

Questo è stato un sogno e, per quanto concerne quella questione, si avverò tutto alla lettera come Santa Teresa aveva detto.

Ma nostro Signore si è servito tante volte dei sogni per dare il giusto avvertimento alle persone ( pensiamo solo ai sogni che San Giuseppe ha avuto per guidare e mettere in salvo la Sacra Famiglia ).

E Suor Faustina conclude così: "Questo è un sogno, ma ha avuto un suo significato".98

Suor Faustina e Sant'Ignazio di Loyola

Nel giorno di Sant'Ignazio del 1935, Suor Faustina prega fervorosamente il santo durante la Santa Messa, pregandolo di aiutarla a realizzare i disegni di Dio, cioè la fondazione della nuova congregazione.

All'improvviso, sul lato sinistro dell'altare, vede Sant'Ignazio con un gran libro in mano, il quale le dice: "Figlia mia, non sono indifferente alla tua causa.

Questa regola si può adattare anche a questa congregazione".

E indicando il libro con la mano scompare.

Suor Faustina si rallegra enormemente vedendo quanto i santi si interessino di noi e quanto sia stretta l'unione con loro.99

Da questo episodio si può dedurre effettivamente come i santi siano molto vicini a noi, specie i santi protettori, coloro che invochiamo più frequentemente, così come era Sant'Ignazio per Suor Faustina.

È la realtà mistica della comunione dei santi, che "non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini.

La nostra debolezza, quindi, è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine".100

Suor Faustina e i santi polacchi

"Una volta vidi il trono dell'Agnello di Dio e davanti al trono tre santi: Stanislao Kostka, Andrea Bobola ed il principe Casimiro, che intercedevano per la Polonia".

Cosi Suor Faustina scriveva nel settembre 1936, tre anni prima dell'inizio della catastrofe per la sua Patria.

Forse i tre santi prevedevano il flagello che si sarebbe scatenato sulla loro terra e chiedevano pietà per tutto il loro popolo.101

Suor Faustina e i santi stimmatizzati

Suor Faustina, come abbiamo rilevato, ha avuto nella sua vita il dono delle stimmate e per questo motivo non possiamo non collegarla a quei santi che hanno avuto questo doloroso privilegio.

Ecco perché come per Fra Leopoldo, che però non ha avuto questo dono, ma che è stato tanto intimo con Gesù Crocifisso, citiamo alcuni di questi religiosi stimmatizzati: Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Gemma Galgani, Padre Pio da Pietrelcina, Anna Katharina Emmerick.102

Le stimmate non sono un orpello da sbandierare quale un lustrino da cavalierato, ma un segno d'amore che realizza sempre più l'unione tra l'anima e il suo Creatore.

Doni mistici

Suor Faustina con Padre Pio in particolare ha avuto delle assonanze in tema di doni mistici.

"Questi doni mistici sono dati per l'utilità del popolo di Dio, ma al tempo stesso, sono fonte di sofferenza per una maggiore purificazione dell'anima eletta che li riceve".103

Ci riferiamo, oltre che alle stimmate, a fenomeni di bilocazione e di conoscenza dello stato delle anime.

Portiamo alcuni esempi:

28 maggio 1926.

Elena Kowalska termina il postulato e viene inviata a Cracovia per il noviziato.

Quando arriva, sta morendo Suor Enrica Losinska.

Qualche giorno dopo le appare questa Suora, ordinandole di andare dalla Madre Maestra a dirle di chiedere al suo confessore di celebrare una Santa Messa per lei.

Elena tergiversa, poiché non sa bene se si è trattato di un sogno o di realtà.

La notte seguente si ripete la stessa cosa, in modo più chiaro.

Ad un tratto, nella giornata, incontra nel corridoio la suora defunta che la rimprovera.

Corre allora immediatamente dalla Madre Maestra e le racconta l'accaduto.

La Madre risponde che avrebbe provveduto.

Il terzo giorno quella suora torna di nuovo e le dice: "Iddio gliene renda merito".104

Il rapporto di Suor Faustina con le anime del purgatorio sicuramente, come abbiamo visto, è aumentato da quando ha potuto assistere alle sofferenze di queste anime nella visione del purgatorio.

29 gennaio 1936.

Suor Faustina, mentre era in unione col Signore, vede due persone e non le fu nascosto il loro intimo; è triste lo stato di queste anime, ma ha fiducia che anche loro finiranno col glorificare la Divina Misericordia.

Nello stesso momento vede anche una certa persona ( identificata poi con il suo confessore Don M. Sopocko ), lo stato della sua anima e le grandi prove che Iddio manda a quest'anima.

"Perché agisci così con lui?" E il Signore risponde: "Per la sua triplice corona", facendole anche conoscere quale ineffabile gloria attende l'anima che è simile a Gesù sofferente su questa terra.

Vede delle anime pure e innocenti, sulle quali Iddio esercita la sua giustizia e queste anime sono le vittime che sostengono il mondo e completano ciò che è mancato alla passione di Gesù.105

16 dicembre 1936.

L'Angelo Custode le raccomanda di pregare per una certa anima, e la mattina viene a sapere che si trattava di una persona che era entrata in agonia in quel momento.

In maniera sorprendente Gesù le fa conoscere che qualcuno ha bisogno delle sue preghiere.

In modo particolare viene a conoscerlo quando chi ha bisogno delle sue preghiere è un'anima in agonia.

Questo ora si verifica più spesso che in passato.106

24 giugno 1938, festa del Sacro Cuore di Gesù.

Suor Faustina vede il Sacratissimo Cuore di Gesù in cielo in un grande splendore.

Dalla ferita uscivano i raggi e si diffondevano sul mondo intero.

Il Signore viene da lei e le dice: "Figlia Mia, aiutami a salvare le anime.

Andrai da un peccatore agonizzante e reciterai la coroncina e con ciò gli otterrai la fiducia nella Mia Misericordia, poiché è già nella disperazione".

Improvvisamente si trovò in una capanna sconosciuta, dove stata agonizzando fra dolori tremendi un uomo già avanti negli anni.

Attorno al letto c'era una moltitudine di demoni e la famiglia in lacrime.

Appena cominciò a pregare, gli spiriti delle tenebre si dispersero con sibili, indirizzando minacce contro di lei.

Quell'anima si rasserenò e piena di fiducia si addormentò nel Signore.

Nello stesso istante Suor Faustina si ritrovò nella sua stanza, senza sapere come ciò avvenisse".107

20. Fra Leopoldo e Suor Faustina e i pontefici

Fra Leopoldo ha sempre nutrito una devozione filiale verso i Pontefici, godendo altresì della confidenza di Gesù e Maria anche riguardo agli stessi Pontefici.

S. Pio X ( 1903-1914 )

15 maggio 1906: "Dolcissimo Gesù, volgi il tuo sguardo pietoso, consola, difendi il nostro SS. Padre, il Papa, il tuo Vicario in terra dai nemici suoi in questi tempi d'empietà tanto amareggiato".

4 gennaio 1909: "Signore mio Dio! La voce del tuo Vicario, il Papa, saprà estendere la tua Croce, l'unica nostra speranza e nostra salute, per tutto il mondo".

Gesù Crocifisso il 13 gennaio 1909 gli dice: "Fammi amare con la Divozione in tutto il mondo, da palesarsi al mio Vicario il Papa".

È un invito a scrivere al Papa per l'approvazione della Adorazione.

Il 5 aprile dello stesso anno Gesù incalza: "Insisterai presso il Santo Padre, il Papa, a voler sollecitare questa 'Divozione ' ".

Alcuni giorni dopo, il 14 aprile. Gesù gli confida: "Il modernismo avrebbe fatto desolantissime stragi se il Santo Padre, il Papa, non l'avesse energicamente fermato ... abbi ampia sottomissione al mio Vicario, il Papa".

Il 16 novembre 1909, Gesù, dopo aver ricordato che "senza questa Croce santificata col mio prezioso Sangue, nessuno entrerà in Paradiso - aggiunge - verrà il giorno in cui farai noto al mio Vicario il Papa d'estenderla fra tutte le genti del mondo ''.

9 gennaio 1912: Maria SS.ma: "Segna senza temere: dirai al Santo Padre che io lo aiuto nel suo lavorò".

12 gennaio 1912: Maria SS.ma: "Dirai al Papa di rimanere sempre in Roma e, come colossale macigno, sarà di rimprovero ai suoi persecutori ...

Guai a chi perseguita il mio Vicario e fa un buco nell'acqua".

14 gennaio 1914: Gesù Crocifisso lo informa che "presto riceverai notizie consolantissime da Roma ..." ed infatti arriva la lettera del Fratello delle Scuole Cristiane che fu ricevuto dal Santo Padre che disse che avrebbe appoggiato la richiesta presso il Santo Ufficio.

19 agosto 1914: Gesù informa fra Leopoldo che il Santo Padre, Pio X, è morto: "Il Papa è con Me, nessuno me lo toglie! ".

Sono le ore 23.

Fra Leopoldo annota: "Più tardi seppi che l'anima bella del Santo Padre andò alla eterna beatitudine alle ore una e mezza dopo mezzanotte.

Gesù andò Lui a prendere il suo Vicario!"

Benedetto XV ( 1914-1922 )

4 settembre 1914 - Gesù Crocifisso: "Dunque sei contento che ti ho dato un Sommo Pontefice Benedetto? e sarà proprio da me benedetto ... quando tutto sarà stabilito in pace, il mio Vicario confermi santamente la mia Croce là dove non mi hanno più voluto.

Prima la croce, poi il mondo!

Vi ho dato un Pontefice Santo! ".

Il 18 dicembre 1914, come già annotato, Maria Santissima si compiace per fra Leopoldo perché questi ha inviato al Papa una statua della Consolata.

27 marzo 1915: Maria SS.ma: "I detti ( che riguardano il Papa ) è necessario che vadano dal Sommo Pontefice".

E infatti il 12 aprile 1919 partì per Roma il Sig. Cavaliere Achille Cavallotti, portando con sé i detti di Gesù Crocifisso riguardanti il Santo Padre, Benedetto XV.

Come già annotato la Divozione a Gesù Crocifisso viene poi approvata ed indulgenziata dal Papa Benedetto XV nel 1915.

Il 22 gennaio 1922 Benedetto XV morirà a soli cinque giorni dalla scomparsa di fra Leopoldo, 27 gennaio 1922: l'uno e l'altro si stimavano e si aiutavano nelle preghiere; con la morte si ritrovarono uniti nella patria celeste.

Pio XII ( 1939-1958 )

Suor Faustina non ha avuto riferimenti specifici ai Pontefici, come risulta dal Diario.

Tuttavia dallo stesso rileviamo un accenno al cardinale Pacelli, Segretario di Stato, futuro papa Pio XII, quale persona che si era "occupata parecchio sulla istituzione della festa della Divina Misericordia".

Da notare che Suor Faustina ha potuto conoscere i discorsi che si facevano in Vaticano in merito alla festa della Divina Misericordia, presente il cardinale Pacelli, attraverso una visione interiore, possedendo lei il dono di conoscere, sebbene fosse lontana, certe questioni e situazioni.108

E che il cardinale Pacelli fosse favorevole verso il culto della Divina Misericordia, fa fede il fatto che il monito emesso dal Sant'Uffizio il 28 novembre 1958 relativo al divieto di diffondere la devozione alla Divina Misericordia nelle forme proposte da Suor Faustina, fu emanato solo dopo la sua morte.

Per completezza aggiungiamo che tale notifica fu di fatto annullata con una successiva notificazione del 30 giugno 1978.

Giovanni Paolo II

Il 16 ottobre dello stesso anno l'arcivescovo di Cracovia, cardinale Karol Wojtila viene eletto Papa con il nome di Giovanni Paolo II.

Riteniamo di riferire a questo Pontefice le parole sentite da Suor Faustina: "Una volta pregavo per la Polonia, udii queste parole: Ama la Polonia in modo particolare e, se ubbidirà al Mio volere, l'innalzerò in potenza e santità.

Da essa uscirà la scintilla che preparerà il mondo alla Mia ultima venuta".109

Non facciamo nessun commento.

21. Eucaristia e Croce

Come annota intelligentemente P. Vasconi, "Fra Leopoldo trova nell'Eucaristia la testimonianza continua e dolorosa del Crocifisso.

Non fa distinzione tra Croce e tabernacolo ...

La piccola fiamma che arde nel silenzio della Chiesa di S. Tommaso indica la presenza fisica di "Lui", il suo sconfinato soffrire.

L'altare diviene ogni giorno Croce e sulla Croce, fra le mani del Sacerdote, si offre realmente la Redenzione".110

Fra Leopoldo aveva ben capito ciò che era stato formulato nel Concilio di Trento ( 1545-1562 ) sul sacramento dell'Eucaristia.

Rileggiamo dal Catechismo della Chiesa Cattolica: "il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell'Eucaristia sono un unico sacrificio.

Si tratta infatti di una sola e identica vittima e lo stesso Gesù la offre ora per il ministero dei sacerdoti, egli che un giorno offrì se stesso sulla croce: diverso è solo il modo di offrirsi ...

In questo divino sacrificio, che si compie nella Messa, è contenuto e immolato in modo incruento lo stesso Cristo che si offrì una sola volta in modo cruento sull'altare della croce".111

Anche per Suor Faustina l'amore a Gesù Eucaristia si identifica nell'amore a Gesù Crocifisso.

Diamo alcuni esempi di questa profonda, umile ed appassionata devozione.

"Fin dai più teneri anni Gesù nel Santissimo Sacramento mi ha attirata a Sé.

All'età di sette anni, mentre ero ai vespri e Gesù era esposto nell'ostensorio, fu allora che mi venne trasmesso per la prima volta l'amore di Dio e riempì il mio piccolo cuore ed il Signore mi fece comprendere le cose divine, e da quel giorno ad oggi il mio amore verso Dio nascosto è aumentato fino a raggiungere la più stretta intimità.

Tutta la forza della mia anima proviene dal Santissimo Sacramento.

Tutti i momenti liberi li passo a colloquio con Lui. Egli è il mio Maestro".112

"O Ostia Santa, in cui è contenuto il Corpo ed il Sangue del Signore Gesù, come dimostrazione dell'infinita Misericordia verso di noi, ma specialmente verso i peccatori".113

12 dicembre 1936.

"Sarebbe difficile per me trascorrere una giornata senza accostarmi alla S. Comunione.

Egli è il mio scudo. Senza di Te, Gesù, non riesco a vivere".114

"Ho continuamente davanti agli occhi il Suo Volto oltraggiato e sfigurato, il Suo Cuore divino trafitto dai nostri peccati e specialmente dall'ingratitudine delle anime elette".115

Nell'ultimo anno della sua vita, come altre volte, Suor Faustina durante la santa Messa vede Gesù sofferente, come se agonizzasse in croce, il quale le dice: "Figlia Mia, medita spesso sulle Mie sofferenze che ho subito per te, e quello che tu soffri per Me non ti sembrerà eccessivo.

Mi fai molto piacere quando mediti sulla Mia dolorosa Passione.

Unisci le tue piccole sofferenze alla Mia dolorosa Passione, affinché acquistino un valore infinito davanti alla Mia Maestà".116

22. I doni carismatici dei due religiosi

Iniziamo questa volta da Suor Faustina.

Possiamo dividere questi doni in tre categorie:

1. Comunione con le anime del purgatorio

Abbiamo visto nei capitoli precedenti, episodi straordinari di intervento con le preghiere per le anime del purgatorio; addirittura alcune di queste anime, anche subito dopo la morte, le apparivano fisicamente e la pregavano di intervenire al più presto, onde diminuire le sofferenze reali che pativano in quell'ambiente sì di salvezza, ma sempre un "purgatorio" nel senso stretto del termine.

2. Conoscenza dello stato delle anime

Ciò che più colpisce in questo dono è, come abbiamo visto, la sofferenza fisica e morale che subisce Suor Faustina, quando è a contatto fisico o spirituale con le anime in peccato mortale.

Lei, pura come un angelo, subisce il contatto con queste anime che ai suoi occhi dispiegano, purtroppo per la religiosa, la vera condizione spirituale.

Viene in mente, a questo punto, un paragone, forse un po' ardito, con la purissima Vergine Maria Immacolata, allorché sulla terra prima in senso fisico e poi in cielo in senso più spirituale, viene e a contatto con le anime non in stato di grazia.

E Maria Santissima ha il potere di vedere la reale condizione delle anime ...

Ma Maria Santissima, dall'alto della Croce è anche la Madre di tutti, di ciascuno di noi, e pertanto, malgrado la nostra condizione di peccatori, anzi proprio per questo, ci viene in aiuto per suggerirci pensieri di pentimento, scorgendo noi stessi la nostra situazione deplorevole, al fine di ritornare ad essere suoi veri figli e quindi in grazia di Dio.

"Per Mariam ad Jesum".

3. Unione spirituale con i moribondi

Gesù in varie occasioni fa vedere a Suor Faustina persone in fin di vita e la fa intervenire: è una delle tante bilocazioni che caratterizzano la vita della religiosa che, dopo questa missione, si ritrova, senza ovviamente sapere il perché, nella sua camera da dove fisicamente non si era mai mossa.

E il suo intervento presso il moribondo si risolve, tramite le sue preghiere incessanti e con fervore, nella salvezza della persona, con tanto di serenità di spirito per la stessa, che passa all'altra vita senza più i dolori lancinanti e soprattutto senza una forma di disperazione.

Per Fra Leopoldo forse il dono straordinario più rilevante fu il fatto che, a fronte di una richiesta espostagli da un amico conosciuto, su temi diversi, lui rispondeva che avrebbe consultato Gesù, così con tanta naturalezza.

E Gesù rispondeva con altrettanta naturalezza, con delle indicazioni chiare che ovviamente Fra Leopoldo trasmetteva all'interessato.

Così è stato per Fratel Teodoreto in particolare, quando voleva sapere se il suo progetto di un'associazione di giovani catechisti avrebbe avuto uno sviluppo o meno.

E Gesù, tramite Fra Leopoldo, lo rassicurò di ben proseguire ( "Dirai al Fratello Teodoreto che faccia ciò che ha in mente " ). ( 23 aprile 1913 )

Oppure i messaggi arrivavano senza essere delle risposte a domande di Fra Leopoldo ed erano a volte dei comandi nel contesto delle esigenze pastorali dell'epoca: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri".

E allora Fra Leopoldo aiutò Fratel Teodoreto a realizzare quest'opera pur fra mille difficoltà.

In sostanza Fra Leopoldo è stato delegato da Gesù Crocifisso e da Maria Santissima quale persona di collegamento tra gli uomini e Dio.

E il religioso nella sua umiltà ha cercato di svolgere questo compito nella massima naturalezza, quasi  paradossalmente senza rendersi conto del grande dono che Gesù gli aveva concesso.

Indice

94 Alma Costantino Evangelista, "Francesco d'Assisi", Ed. Paoline 1972, p.42
95 Renato Vasconi, op. cit, pp. 75-79
96 Renzo Allegri, "La vita e i miracoli di Padre Pio - Le stigmate". Ed. Mondatori, Milano 1999, p. 65
97 S. Pasquale Baylon (1540-1592), spagnolo, canonizzato il 16 ottobre 1690, festa 17 maggio.
Nel 1564 entrò nel convento di Nostra Signora di Loreto nel regno di Valencia, come fratello coadiutore, rinunciando alla possibilità di accedere al sacerdozio.
Svolgeva mansioni di portinaio, ortolano, cuoco ed elemosiniere, simili a quelle che dovette svolgere Fra Leopoldo.
Pasquale non era uomo brillante ne colto.
Aveva tuttavia una scienza superiore, quella del mistico e del santo.
Per questo il suo consiglio era cercato anche dai grandi e dai dotti, poiché sapeva parlare di Dio con esperienza.
La sua devozione al SS. Sacramento gli valse il titolo di "serafino dell'eucaristia".
Nel 1897 Leone XIII lo proclamò patrono dei congressi eucaristici. ( Da "Il grande libro dei Santi", Ed. S. Paolo, 1998).Beato Angelo da Chivasso (1411-1495), francescano, festa 12 aprile.
Angelo Carletti fu tra i pionieri dei Monti di Pietà, cioè del sistema del prestito su pegno, istituito soprattutto a favore delle classi popolari per combattere l'usura.
L'11 aprile 1495 a Cuneo, nel convento di S. Antonio fuori le mura, moriva questo religioso santo e insigne per opere e dottrina.
Dopo 17 mesi dalla sepoltura il suo corpo fa esumato: era ancora intatto ed emanava soavissimo odore.
Distrutta la chiesa di S. Antonio, il corpo del Beato fu posto nell'urna nel Santuario degli Angeli.
Per il quinto centenario della nascita del Beato (1411-1911) si procede ad una nuova ricognizione del corpo e, come notato, nella cassa fa trovato un giglio nato di fresco in segno della sua verginità.
(Da "II Beato Angelo da Chivasso", P. Odorico Massa o.f.m., Ed. Ghibaudo, Cuneo, 1972)
98 S. Faustina, "Diario", pp. 156-158
99 S. Faustina, "Diario", p. 315
100 Cat. Chiesa Cat. 956
101 Stanislao Kostka (1550-1568), gesuita, canonizzato il 31 dicembre 1726 da Benedetto XIII, è stato proclamato da Papa Giovanni XXIII nel 1962 "patronus minus principalis" della Polonia.
Successivamente patrono dei religiosi novizi, della gioventù studiosa, dei moribondi, di coloro che versano in condizioni disperate di salute. Andrea Bobola (1591ca- 1657), gesuita, canonizzato il 17 aprile 1938 da Papa Pio XI.
Casimìro di Polonia (o di Lituania) (1458-1484), principe, canonizzato nel 1521 da Papa Leone X, protettore in Polonia e in Lituania della gioventù, che l'onora come esempio di purezza.
I dati storici sono stati presi dal "Grande libro dei Santi", Dizionario enciclopedico. Ed. San Paolo, 1998
102 Caterina da Siena (1522-1590), domenicana, canonizzata nel 1746, festa 13 febbraio. Le tappe più recenti della storia del culto di Caterina sono costituite dalla proclamazione come co-patrona di Roma nel 1866 da parte di Pio IX e come patrona delle donne di Azione Cattolica da parte di Pio X, infine dalla proclamazione a patrona d'Italia nel 1939 da parte di Pio XII alla vigilia dell'entrata in guerra del Paese, e alla ben più significativa proclamazione come dottore della Chiesa da parte di Paolo VI nel 1970. (da "Il grande libro dei Santi", Ed. S. Paolo, 1998). Gemma Galgani (1878-1903), mistica, canonizzata il 2 maggio 1940, festa 11 aprile. Trascorse quasi interamente la sua breve vita dentro le mura della città di Lucca. Ebbe fenomeni mistici: estasi, visioni, stimmate, mentre nelle attività giornaliere ella appariva semplice, naturale. Una esperienza contemplativa, una sua mistica della Croce, proprio nella città che da secoli celebra con grande solennità l'Esaltazione della Santa Croce il 14 settembre, (da "Il grande libro dei Santi, Ed. S. Paolo, 1998). P. Pio da Pietrelcina.
- 25 maggio 1887: nasce a Pietrelcina (BN)
- 10 agosto 1910: ordinazione sacerdotale come cappuccino
- 1910: in questo anno si hanno le prime apparizioni di stimmate
- 20 settembre 1918: stimmatizzazione a S. Giovanni Rotondo
- 5 maggio 1956: inaugurazione della "Casa Sollievo della Sofferenza"
- 23 settembre 1968: alle ore 2.30 P. Pio, ricevuto il sacramento dell'unzione dei malati, muore serenamente con la corona del santo Rosario in mano e con "Gesù!... Maria!..." sulle labbra
- 23 maggio 1987: visita pastorale a S. Giovanni Rotondo di Giovanni Paolo II, il quale si inginocchia e prega sulla tomba di P. Pio
- giugno 2002: canonizzazione di P. Pio da parte di Papa Giovanni Paolo II, che nell'omelia della messa ha detto di lui: "È stato generoso dispensatore della misericordia divina, rendendosi a tutti disponibile attraverso l'accoglienza, la direzione spirituale e specialmente l'amministrazione del sacramento della Penitenza". (Alessandro da Ripabottoni, "Padre Pio da Pietrelcina - II cireneo di tutti", Ed. P. Pio da Pietrelcina, Convento di S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo (FG), 1998;
P. Marcellino IasenzaNiro, "II Padre", Ed. P. Pio da Pietrelcina, Convento di S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo, 2004).
Anna Katharina Emmerick. Nacque nel 1774 a Flamske (o Flamschen), presso Munster in Germania, e fin da giovane manifestò una particolare devozione alla passione del Signore.
Entrata nel 1802 fra le agostiniane di Agnetenberg, subì non pochi contrasti a motivo degli speciali doni soprannaturali di cui era favorita.
Quando nel 1811 le leggi napoleoniche soppressero il convento, venne accolta in una casa privata a Dulmen. Nel 1812 ricevette le stimmate ai piedi e alle mani. Costretta sempre a letto dalle malattie e da una debolezza continua, conobbe nel 1818 Clemens Brentano, che prese a registrare le visioni-contemplazioni della passione del Signore, di cui la Emmerick, in mezzo a gravi sofferenze, fu a lungo favorita.
Morì il 9 febbraio 1824. Fu beatificata da Giovanni Paolo li nel 2004. (A. K. Emmerick, "La passione del Signore", Ed. S. Paolo, 2004)
103 Marciano Morrà, "Padre Pio. Esperienze mistiche e carità operosa". Ed. Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo (FG), 2005, Presentazione.
104 S. Faustina, "Diario", p. 52
105 S. Faustina, "Diario", p. 395-396
106 S. Faustina, "Diario", p. 491
107 S. Faustina, "Diario", p. 929. Indichiamo una delle bilocazioni più famose di Padre Pio, tratte dal libro di Maria Winowska "Il vero volto di Padre Pio", Ed. Paoline, 1977, pp. 114-115: "Dopo una disfatta, il generale Cadorna è in preda alla tristezza e pensa al suicidio. Una sera, dopo aver disposto le sentinelle, si chiude nella sua tenda e prende la rivoltella ... Tutt'a un tratto un frate vestito di saio entra, si ferma un istante ed alza un dito con aria di disapprovazione: "Andiamo, generale, voi non farete questa sciocchezza!".
Il generale aveva severamente proibito che lo si disturbasse. Pazzo di collera, si precipita fuori e non vede nessuno. Le sentinelle, interrogate, giurano sulla loro testa di non aver visto, ne fatto entrare nessuno. La collera cede alla meraviglia e di colpo l'ossessione si dilegua.
Il generale si impone un ripensamento: è salvo.
Nondimeno questa storia lo lascia perplesso e si accanisce per scoprirne la chiave.
Chi era quel giovane francescano, abbastanza insolente per violare il suo isolamento e così potente da fargli cadere la rivoltella dalla mano?
È la fine della guerra. Si comincia a parlare di Padre Pio.
Per rendersi conto di ciò che gli era accaduto, il generale Cadorna parte in incognito ed in borghese per S. Giovanni Rotondo.
In quell'epoca Padre Pio era sotto chiave ed a disposizione della Medicina.
Impossibile parlargli. Il generale insiste: - Lasciatemelo vedere, almeno! -- Va bene - replica il Padre Guardiano - resterete là nel corridoio, mentre andremo in chiesa per fare il ringraziamento dopo pranzo.
Lo vedrete passare. Nascosto in un angolo il generale aspetta.
I frati passano ed egli riconosce il suo visitatore notturno.
Padre Pio gli sorride e leva il dito con quello stesso gesto, fra burlesco e minaccioso, come se volesse dire: « L'avete scampata bella! »
108 S. Faustina, "Diario", p. 615
109 S. Faustina, "Diario", p. 897-898
110 Renato Vasconi, op. cit., pp. 81-82
111 Cat. Chiesa Cat. 1367
112 S. Faustina, "Diario", pp. 737-738
113 S. Faustina, "Diario", p. 263
114 S. Faustina, "Diario", p. 488
115 S. Faustina, "Diario", p. 333
116 S. Faustina, "Diario", pp. 797-798