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50. Fra Leopoldo ebbe una speranza veramente eroica in Dio, pei meriti infiniti del suo « amabilissimo Gesù Crocifisso » e per la protezione della « Dolcissima Madre Maria Santissima ».
Con la certezza dell'aiuto di Dio egli rimaneva tranquillo e sereno anche nei momenti più difficili.
Quando giovane inesperto si trovò lontano, dalla famiglia e sotto un padrone indegno, egli pose la sua speranza in Dio, pregò e fu esaudito col trovare in Mons. Miglione, Canonico del Duomo di Vercelli, un padrone ideale.
Nel 1890, quando venne dimesso dai Collegio Dal-Pozzo di Vercelli, per calunnie di conservi, egli che si vedeva troncato il mezzo per aiutare la mamma inferma e chiusa la via ad altro impiego nella stessa città, non vacillò un istante nella sua speranza e come dichiarò un testimonio presente al fatto: « prima di lasciare il Convitto si dolse con me per le calunnie lanciate sul suo conto; rammento però che anche in tale circostanza Luigi Musso non pendè la calma abituale e non si diffuse in troppe parole ».
Il Signore lo aiutò e nello stesso anno trovò un impiego migliore nella città di Torino.
- Come proveranno ecc.
51. - Il servo di Dio dimostrò la sua speranza eroica coll'abbandono completo nella Divina Provvidenza pensando, dall'età di venti anni fino ai cinquanta, più a sostenere la sua mamma, che non a sè stesso.
« A Torino, parlando con amici intimi, qualche volta il discorso cadeva sul come si sarebbe trovato dopo la morte della mamma, e sebbene avesse qualche motivo di preoccupazione, pure alzava gli occhi al cielo e ripigliava subito il suo contegno sorridente come di persona che ha posto la sua speranza in Dio ».
E alla mamma che si rammaricava perchè la terra dava poco frutto, egli rispondeva di non crucciarsi e non temere, ma di abbandonarsi alla Divina Provvidenza.
- Come proveranno ecc.
52. - Le sue azioni e i suoi discorsi erano una continua aspirazione a Dio, al Paradiso: e sapeva comunicare tali sentimenti anche agli altri.
Ecco un estratto dei suoi scritti sulla fiducia ispirata alla mamma moribonda: « La mattina dell'11 maggio 1900, Anno Santo, dopo di avere ricevuto il giorno prima i carismi della nostra Santa Religione, alle ore sette, colla mente e voce chiara, mi disse: Caro Luigi, prima di notte io sarò passata all'eternità ...
- A tali parole io prendo il Crocifisso e gliela dò a baciare, dicendole: - Guarda un po' mamma, quanto è buono Gesù, preghiamo che ti assista negli ultimi momenti della tua carriera al passo dell'eternità felice ... Ti ricordi mamma, - le dicevo - che quando i tuoi dolori erano insopportabili, invece di lamentarti, cantavi inni alla Gran Madre di Dio che calmavano le tue sofferenze?
L'incoraggiavo a morire contenta, facendo la volontà del Signore
- Il tuo fedele Angelo Custode che avesti in tutto il corso della vita, ti accompagnerà all'eterna felicità »
- Come proveranno ecc.
53. Nel convento di S. Tommaso la speranza di Fr. Leopoldo si perfezionò tanto che le sue azioni e i suoi discorsi erano una continua aspirazione a Dio, al Paradiso.
Sebbene la sua conversazione fosse semplice, pure quando parlava della speranza in Dio e della protezione della SS. Vergine il suo volto pigliava un dolce sorriso e le sue parole erano commoventi.
Ecco ciò che attestò uno che lo conobbe intimamente: « Fra Leopoldo aveva il dono di sollevare gli animi abbattuti.
Ogni volta che ebbi la fortuna di parlare con lui provai sentimenti simili a quelli che si hanno dopo un corso di esercizi spirituali ben fatti.
Ritornavo a casa animato da grande fiducia in Dio, più lieto e più fervente per il bene ».
- Come proveranno ecc.
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